TS - sez. B2
Inchiesta sui fondi per la rinascita dell’area, da anni ridotta a discarica
Il Comune aveva preteso un milione e 300 mila euro dalla Bennet:
Inchiesta sui fondi per la rinascita dell’area, da anni ridotta a discarica
Il Comune aveva preteso un milione e 300 mila euro dalla Bennet:
1,2 sono finiti nel Palazzo del nuoto...
Solo coincidenze? Tutti gli oneri per il supermercato facevano parte del “pacchetto” per il Filadelfia:
Solo coincidenze? Tutti gli oneri per il supermercato facevano parte del “pacchetto” per il Filadelfia:
in totale 6,6 milioni
MARCO BONETTO
TORINO. «Dove sono finiti i soldi per il Fila?». In attesa di chiarimenti dal Comune, si può tentare di studiare le tracce che ha lasciato il denaro. In totale (e in teoria) 6,6 milioni.
PUNTO PRIMO: Le ipoteche.
Come paracadute, il Comune aveva chiesto a Cimminelli, a suo tempo, adeguate garanzie atte a finanziare la riqualificazione del Filadelfia anche nel caso in cui il signor Ergom si rivelasse inadempiente, cosa effettivamente poi successa col fallimento del 2005. Cimminelli rilasciò garanzie ipotecarie su propri beni immobili, valutate dal Comune la bellezza di 4.329.060 euro.
PUNTO SECONDO: Il milione Bennet.
Delibera del 25 maggio 2006, a fallimento cimminelliano abbondantemente superato. La giunta Chiamparino è chiamata a rivedere gli accordi sul Fila, che avevano come punti chiave, connessi direttamente tra loro, la creazione di un centro sportivo e la costruzione, a pochi metri di distanza, di un supermercato Bennet. Un supermercato che avrebbe portato denaro fresco, tra contributi e oneri, fondamentale per la rinascita del Filadelfia.
Questo avevano sempre detto Chiamparino e Cimminelli per giustificare il cocktail sport-affari, alla fine rivelatosi velenoso (il Fila è ancora e sempre una discarica, il nuovo supermercato Bennet funziona da molto tempo e le monete tintinnano). Ordunque: la delibera del 25 maggio 2006 sul Fila ribadisce un «interesse » generale «alla realizzazione dello Stadio Filadelfia». Ne consegue un «impegno della Città a dare inizio ai relativi lavori entro il corrente anno, anche attraverso idonea Fondazione opportunamente costituita, cui affidare la costruzione e gestione dell’impianto».
Subito dopo, si legge che le società «proponenti» (la Bennet, in parole povere) assumono un «impegno (...) a versare a favore della Città o della citata costituenda Fondazione un contributo aggiuntivo non inferiore a euro 1.000.000».
Un milione, sì. Annessa, «a garanzia dell’impegno stesso», la «presentazione, contestualmente alla sottoscrizione dell’accordo transattivo,di idonea garanzia di pari importo a mezzo di polizza fidejussoria».
PUNTO TERZO: Parcheggio e oneri di urbanizzazione.
Qui il caso è ancora oscuro, per molti aspetti. Torniamo più indietro nel tempo, fino a 4 anni fa. Nella delibera del 21 marzo 2005, con Cimminelli ancora “vivo”, si legge: «Nell’ambito “12.29 Filadelfia” (...) verrà realizzato e ceduto alla Città un parcheggio interrato di mq. 1.330, posto in fregio a via Bruno e gestito dalla società Torino». Traduzione, inserendo la citazione nel contesto di tutta la delibera: affinché nasca un supermercato Bennet e venga riqualificato il Fila,la Bennet stessa si impegna anche a costruire un parcheggio sotto il Filadelfia, destinato a diventare di proprietà della Città, ma gestito (dunque sfruttabile anche commercialmente) dal Torino.
Ora saltiamo alla delibera del 25 maggio 2006, sempre relativa al Fila e al connesso supermercato Bennet, sfornata a Cimminelli “sparito”. Si stabilisce che il parcheggio sotto il Fila non solo sarà di proprietà del Comune, ma sarà pure gestito dallo stesso. Si prende infatti atto della «rinuncia, da parte della curatela (del fallimento del Torino, ndr), alla gestione del parcheggio (...), realizzato a scomputo degli oneri di urbanizzazione dalla società Bennet, riconoscendo la proprietà dello stesso alla Città (...) non appena il manufatto sarà realizzato».
Proseguiamo. E arriviamo alla delibera Filadelfia-Bennet del 9 settembre 2008. In essa si ricorda che «l’ambito 12.29 Filadelfia è stato oggetto di un provvedimento di variante al Prg (...) che in particolare ha modificato la previsione di edificazione residenziale sullo stesso, rendendolo totalmente disponibile alla realizzazione del nuovo impianto sportivo Filadelfia. Conseguentemente a fronte di tale scenario tutte le opere previste su tale ambito non sono più necessarie». Oltre a una mitica bocciofila, insomma, non è più necessario realizzare neanche quel benedetto parcheggio.
«Tutto ciò premesso, si ritiene di introitare» comunque «le risorse dedicate nel Pec alla realizzazione di opere di urbanizzazione a scomputo non più necessarie corrispondenti agli oneri di urbanizzazione ancora dovuti dalla società Bennet pari a euro 1.370.945».
Traduzione: il parcheggio non serve più, per il Comune, ma introitare i soldi sì, nelle pieghe dei nuovi accordi sul Fila. Tutto questo, nella delibera del 9 settembre 2008. E cosa succede appena un mese dopo? Il 18 ottobre il Comune (sempre al capitolo Sport) stanzia ulteriori fondi per portare a termine i lavori per la piscina, per il nuovo Palazzo del Nuoto: oltre 2,1 milioni.
Di cui 900 mila euro trovati «con l’utilizzo di economie di mutuo» e «per euro 1.280.000 con oneri di urbanizzazione».
Così si legge nella «determinazione dirigenziale» del 15 ottobre.
RICAPITOLIAMO.
Con la delibera del 9 settembre il Comune stabilisce che il parcheggiodella Bennet, un tempo indispensabile per Fila, non serve più; ribadisce che comunque intascherà dalla Bennet gli oneri di urbanizzazione (1,37 milioni); inoltre si dispone a svincolare il tutto dal Fila.
MARCO BONETTO
TORINO. «Dove sono finiti i soldi per il Fila?». In attesa di chiarimenti dal Comune, si può tentare di studiare le tracce che ha lasciato il denaro. In totale (e in teoria) 6,6 milioni.
PUNTO PRIMO: Le ipoteche.
Come paracadute, il Comune aveva chiesto a Cimminelli, a suo tempo, adeguate garanzie atte a finanziare la riqualificazione del Filadelfia anche nel caso in cui il signor Ergom si rivelasse inadempiente, cosa effettivamente poi successa col fallimento del 2005. Cimminelli rilasciò garanzie ipotecarie su propri beni immobili, valutate dal Comune la bellezza di 4.329.060 euro.
PUNTO SECONDO: Il milione Bennet.
Delibera del 25 maggio 2006, a fallimento cimminelliano abbondantemente superato. La giunta Chiamparino è chiamata a rivedere gli accordi sul Fila, che avevano come punti chiave, connessi direttamente tra loro, la creazione di un centro sportivo e la costruzione, a pochi metri di distanza, di un supermercato Bennet. Un supermercato che avrebbe portato denaro fresco, tra contributi e oneri, fondamentale per la rinascita del Filadelfia.
Questo avevano sempre detto Chiamparino e Cimminelli per giustificare il cocktail sport-affari, alla fine rivelatosi velenoso (il Fila è ancora e sempre una discarica, il nuovo supermercato Bennet funziona da molto tempo e le monete tintinnano). Ordunque: la delibera del 25 maggio 2006 sul Fila ribadisce un «interesse » generale «alla realizzazione dello Stadio Filadelfia». Ne consegue un «impegno della Città a dare inizio ai relativi lavori entro il corrente anno, anche attraverso idonea Fondazione opportunamente costituita, cui affidare la costruzione e gestione dell’impianto».
Subito dopo, si legge che le società «proponenti» (la Bennet, in parole povere) assumono un «impegno (...) a versare a favore della Città o della citata costituenda Fondazione un contributo aggiuntivo non inferiore a euro 1.000.000».
Un milione, sì. Annessa, «a garanzia dell’impegno stesso», la «presentazione, contestualmente alla sottoscrizione dell’accordo transattivo,di idonea garanzia di pari importo a mezzo di polizza fidejussoria».
PUNTO TERZO: Parcheggio e oneri di urbanizzazione.
Qui il caso è ancora oscuro, per molti aspetti. Torniamo più indietro nel tempo, fino a 4 anni fa. Nella delibera del 21 marzo 2005, con Cimminelli ancora “vivo”, si legge: «Nell’ambito “12.29 Filadelfia” (...) verrà realizzato e ceduto alla Città un parcheggio interrato di mq. 1.330, posto in fregio a via Bruno e gestito dalla società Torino». Traduzione, inserendo la citazione nel contesto di tutta la delibera: affinché nasca un supermercato Bennet e venga riqualificato il Fila,la Bennet stessa si impegna anche a costruire un parcheggio sotto il Filadelfia, destinato a diventare di proprietà della Città, ma gestito (dunque sfruttabile anche commercialmente) dal Torino.
Ora saltiamo alla delibera del 25 maggio 2006, sempre relativa al Fila e al connesso supermercato Bennet, sfornata a Cimminelli “sparito”. Si stabilisce che il parcheggio sotto il Fila non solo sarà di proprietà del Comune, ma sarà pure gestito dallo stesso. Si prende infatti atto della «rinuncia, da parte della curatela (del fallimento del Torino, ndr), alla gestione del parcheggio (...), realizzato a scomputo degli oneri di urbanizzazione dalla società Bennet, riconoscendo la proprietà dello stesso alla Città (...) non appena il manufatto sarà realizzato».
Proseguiamo. E arriviamo alla delibera Filadelfia-Bennet del 9 settembre 2008. In essa si ricorda che «l’ambito 12.29 Filadelfia è stato oggetto di un provvedimento di variante al Prg (...) che in particolare ha modificato la previsione di edificazione residenziale sullo stesso, rendendolo totalmente disponibile alla realizzazione del nuovo impianto sportivo Filadelfia. Conseguentemente a fronte di tale scenario tutte le opere previste su tale ambito non sono più necessarie». Oltre a una mitica bocciofila, insomma, non è più necessario realizzare neanche quel benedetto parcheggio.
«Tutto ciò premesso, si ritiene di introitare» comunque «le risorse dedicate nel Pec alla realizzazione di opere di urbanizzazione a scomputo non più necessarie corrispondenti agli oneri di urbanizzazione ancora dovuti dalla società Bennet pari a euro 1.370.945».
Traduzione: il parcheggio non serve più, per il Comune, ma introitare i soldi sì, nelle pieghe dei nuovi accordi sul Fila. Tutto questo, nella delibera del 9 settembre 2008. E cosa succede appena un mese dopo? Il 18 ottobre il Comune (sempre al capitolo Sport) stanzia ulteriori fondi per portare a termine i lavori per la piscina, per il nuovo Palazzo del Nuoto: oltre 2,1 milioni.
Di cui 900 mila euro trovati «con l’utilizzo di economie di mutuo» e «per euro 1.280.000 con oneri di urbanizzazione».
Così si legge nella «determinazione dirigenziale» del 15 ottobre.
RICAPITOLIAMO.
Con la delibera del 9 settembre il Comune stabilisce che il parcheggiodella Bennet, un tempo indispensabile per Fila, non serve più; ribadisce che comunque intascherà dalla Bennet gli oneri di urbanizzazione (1,37 milioni); inoltre si dispone a svincolare il tutto dal Fila.
Poi, appena un mese dopo, 1,28 milioni (sempre frutto di oneri di urbanizzazione) finiscono nel Palazzo del Nuoto. Spettacolare: una coincidenza spettacolare.
Sembra che il soldi del parcheggio nati al Fila, per il Fila e grazie al Fila, per volontà della giunta Chiamparino, siano finiti in piscina, non appena possibile. Non è così? Allora il sindaco spieghi perché. Il 1° maggio arriva apposta: i tifosi vogliono incontrare Cairo e Chiamparino in un dibattito sul Fila. Appunto: i tifosi e gli elettori aspettano. Intanto si fanno un bel bagno al Filadelfia: ma non nella piscina, nella spazzatura, mentre il sindaco ribadisce che non tirerà fuori più di 3 milioni...
Sembra che il soldi del parcheggio nati al Fila, per il Fila e grazie al Fila, per volontà della giunta Chiamparino, siano finiti in piscina, non appena possibile. Non è così? Allora il sindaco spieghi perché. Il 1° maggio arriva apposta: i tifosi vogliono incontrare Cairo e Chiamparino in un dibattito sul Fila. Appunto: i tifosi e gli elettori aspettano. Intanto si fanno un bel bagno al Filadelfia: ma non nella piscina, nella spazzatura, mentre il sindaco ribadisce che non tirerà fuori più di 3 milioni...
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