Il gruppo di industriali e' capeggiato da Giuseppe Aghemo.
I vertici del Toro: siamo scettici
Incredibile ma vero: un gruppo di imprenditori cittadini ha messo a disposizione 70 miliardi per ricostruire il FILADELFIA. Il denaro, tutto, sino all'ultima lire, sara' versato dalla Cassa di Risparmio alla Fondazione proprietaria del terreno su cui sorgeva il mitico STADIO del Toro. A questo punto, dunque, non e' piu' un'ipotesi la resurrezione del "Fila": l'impresa piu' ardua, trovare i soldi, e' stata compiuta. E' pronto il progetto per un'arena da 25-35 mila spettatori, i parcheggi attorno all'impianto non rappresentano piu' un problema, il Comune non vede l'ora che "Juve e Toro abbiano ciascuno il proprio STADIO e per il Toro non puo' che essere quello storico, della sua leggenda... Oggi s'e' fatto un bel passo avanti, sono contento. Davvero contento che alcuni torinesi si siano fatti avanti con un cosi' massiccio investimento. Dacche' sono sindaco, non era mai accaduto". Frasi di Castellani alla fine dell'annuncio, ripetiamo sensazionale, di Diego Novelli, presidente della Fondazione: "Un gruppo di imprenditori ci hanno fatto questo regalone da 70 miliardi. Ecco qua, vi mostro le lettere...". Una e' firmata da Giuseppe Aghemo, presidente del Moncalieri e pretendente, come egli stesso aveva rivelato a fine febbraio, alla squadra granata: "Voglio comprarla: inoltre, entro un mese, trovero' i soldi per ricostruire il Fila". Accidenti, se e' stato di parola. L'altra lettera e' del dottor Maia, direttore dell'ufficio crediti della Crt: "Abbiamo deliberato l'affidamento alla Fondazione di 70 miliardi". Chi ci sia con Aghemo, e dietro di lui, e' difficile indovinare. Oltre a Novelli lo sa Piergiorgio Re, docente universitario, commercialista e gran tessitore nel mondo industriale subalpino: naturalmente, Re, che e' anche un cuore granata storico, s'e' ben guardato dalle confidenze e Novelli ha solo precisato che con Aghemo ci sono "almeno due o tre imprenditori della citta'". Al che Davide Palazzetti ha replicato sarcastico: "Mah, uno, nessuno o centomila, questa storia e' pirandelliana". Palazzetti e' l'amministratore delegato del Torino, e' contrario ai 70 miliardi alla Fondazione. Il motivo e' di chiarezza solare: la genovese dirigenza della societa' granata lavora da tempo a un progetto finanziario per mettere insieme i soldi per l'edificazione dello STADIO. L'annuncio novelliano l'ha spiazzata, manda a monte il programma del presidente Vidulich di rendere la squadra padrona del "Fila" per poi, grazie alla proprieta' immobiliare, quotarla in Borsa. Adesso, la laboriosa ricerca non ha piu' motivo d'essere, appare superata. Uno smacco mica da poco: l'addio al programma "Toro al Fila piu' Borsa", l'addio alla ricaduta finanziaria garantita dal possesso dello STADIO potrebbe indurre Vidulich & C. a vendere la societa'. Drastico Novelli: "Il FILADELFIA lo rifacciamo noi, entro due anni potremmo gia' rivedere il Toro nella sua vera casa... E' ovvio che la societa' paghera' l'affitto... Pero', un accordo si trovera'". Palazzetti, visibilmente sbalestrato, ha detto no ai 70 miliardi "in attesa di capire la situazione": definita "destabilizzante", " alternativa concorrenziale" e poi "boutade". L'avvocato Franzo Grande Stevens, consulente della Fondazione, seppur con tatto, gli ha perfidamente suggerito: "Volete lo STADIO? Una volta costruito, dovrete solo pagare i 70 miliardi a chi li ha dati". Gia', ma se il problema dei padroni del Toro sta proprio nel trovare una montagna di soldi...
Claudio Giacchino
Incredibile ma vero: un gruppo di imprenditori cittadini ha messo a disposizione 70 miliardi per ricostruire il FILADELFIA. Il denaro, tutto, sino all'ultima lire, sara' versato dalla Cassa di Risparmio alla Fondazione proprietaria del terreno su cui sorgeva il mitico STADIO del Toro. A questo punto, dunque, non e' piu' un'ipotesi la resurrezione del "Fila": l'impresa piu' ardua, trovare i soldi, e' stata compiuta. E' pronto il progetto per un'arena da 25-35 mila spettatori, i parcheggi attorno all'impianto non rappresentano piu' un problema, il Comune non vede l'ora che "Juve e Toro abbiano ciascuno il proprio STADIO e per il Toro non puo' che essere quello storico, della sua leggenda... Oggi s'e' fatto un bel passo avanti, sono contento. Davvero contento che alcuni torinesi si siano fatti avanti con un cosi' massiccio investimento. Dacche' sono sindaco, non era mai accaduto". Frasi di Castellani alla fine dell'annuncio, ripetiamo sensazionale, di Diego Novelli, presidente della Fondazione: "Un gruppo di imprenditori ci hanno fatto questo regalone da 70 miliardi. Ecco qua, vi mostro le lettere...". Una e' firmata da Giuseppe Aghemo, presidente del Moncalieri e pretendente, come egli stesso aveva rivelato a fine febbraio, alla squadra granata: "Voglio comprarla: inoltre, entro un mese, trovero' i soldi per ricostruire il Fila". Accidenti, se e' stato di parola. L'altra lettera e' del dottor Maia, direttore dell'ufficio crediti della Crt: "Abbiamo deliberato l'affidamento alla Fondazione di 70 miliardi". Chi ci sia con Aghemo, e dietro di lui, e' difficile indovinare. Oltre a Novelli lo sa Piergiorgio Re, docente universitario, commercialista e gran tessitore nel mondo industriale subalpino: naturalmente, Re, che e' anche un cuore granata storico, s'e' ben guardato dalle confidenze e Novelli ha solo precisato che con Aghemo ci sono "almeno due o tre imprenditori della citta'". Al che Davide Palazzetti ha replicato sarcastico: "Mah, uno, nessuno o centomila, questa storia e' pirandelliana". Palazzetti e' l'amministratore delegato del Torino, e' contrario ai 70 miliardi alla Fondazione. Il motivo e' di chiarezza solare: la genovese dirigenza della societa' granata lavora da tempo a un progetto finanziario per mettere insieme i soldi per l'edificazione dello STADIO. L'annuncio novelliano l'ha spiazzata, manda a monte il programma del presidente Vidulich di rendere la squadra padrona del "Fila" per poi, grazie alla proprieta' immobiliare, quotarla in Borsa. Adesso, la laboriosa ricerca non ha piu' motivo d'essere, appare superata. Uno smacco mica da poco: l'addio al programma "Toro al Fila piu' Borsa", l'addio alla ricaduta finanziaria garantita dal possesso dello STADIO potrebbe indurre Vidulich & C. a vendere la societa'. Drastico Novelli: "Il FILADELFIA lo rifacciamo noi, entro due anni potremmo gia' rivedere il Toro nella sua vera casa... E' ovvio che la societa' paghera' l'affitto... Pero', un accordo si trovera'". Palazzetti, visibilmente sbalestrato, ha detto no ai 70 miliardi "in attesa di capire la situazione": definita "destabilizzante", " alternativa concorrenziale" e poi "boutade". L'avvocato Franzo Grande Stevens, consulente della Fondazione, seppur con tatto, gli ha perfidamente suggerito: "Volete lo STADIO? Una volta costruito, dovrete solo pagare i 70 miliardi a chi li ha dati". Gia', ma se il problema dei padroni del Toro sta proprio nel trovare una montagna di soldi...
Claudio Giacchino
P.S. = Il film di oggi l'abbiamo già visto !!! :-(
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