giovedì 23 aprile 2009

19-12-2000, Il nuovo Filadelfia come l'Arena dell'Ajax Acquisiti i terreni: 25 mila posti, pronto nel 2004

STAMPA, NAZIONALE, pag.34

Romero, presidente del Toro, l'ha definita «una giornata storica»: nasce uno stadio polivalente inserito in un parco

TORINO Un'arena per il Toro, si chiamera' come lo STADIO del mito: FILADELFIA. Non e' la prima volta che scriviamo della resurrezione del vecchio «Fila». Pero', adesso non scriviamo di intenzioni che chissa' quando si vestiranno di concretezza. No, adesso e' successo un fatto fondamentale al punto che Tilli Romero, presidente della societa', ha definito la giornata «storica». Francesco Cimminelli, il patron del club, ha acquisito dal Demanio e dalle Dogane i terreni sui quali edifichera' il nuovo impianto. Grazie a una rapidissima, considerate le lentezze della burocrazia, operazione di permuta, sono diventati di cimminelliana proprieta' i vasti spazi che fronteggiano le poche macerie del leggendario STADIO. Qui, dove per decenni ha abitato la frenesia dei Mercati generali, nascera' il tempio granata. Guardera' all'antico trasformato in un parco, il parco FILADELFIA, guardera' alle cosiddette «Tribune della memoria» dove, sulle ceneri di quella lignea che vide l'epopea degli Invincibili capitanati da Valentino Mazzola, sara' costruita una struttura nella quale alloggeranno il museo del Toro, la sede. In cambio di questi terreni, Cimminelli edifichera' un palazzo per le Dogane. «Per il 2004 avremo uno STADIO unico, ipermoderno. Speriamo entro fine febbraio di avere l'ok del Comune». Frasi di un euforico Cimminelli. L'ok, a sentire gli assessori comunali Corsico e Passoni, non dovrebbe essere in discussione. Abbiamo parlato di arena, non casualmente. Dato che il nuovo STADIO s'ispira' all'Arena dell'Ajax, la spettacolare bomboniera argentata nel verde della periferia di Amsterdam. Quell'impianto e la forma del vecchio Comunale sono i padri del progetto dell'architetto Alberto Rolla. Due differenze: il tempio del Toro sara' grande la meta', conterra' al massimo 30 mila spettatori («Ci fermeremo a 25 mila - e' il volere di Cimminelli -: meglio avere la gente che fa la coda fuori che vedere gradinate con buchi vuoti»). La seconda differenza: «Il FILADELFIA sara' polivalente, con tre pavimenti: ne togli uno ed ecco il campo per l'hockey. Togli questo ed ecco il terzo, per mega manifestazioni, esempio concerti». Per gli spettatori, una pacchia, siccome il campo sara' distante solo 8 metri dalla prima fila di sedili. Una pacchia anche per Cimminelli, dal punto di vista dell'affare: dopo il Toro sara' cosi' suo anche lo STADIO i cui costi s'aggirano sui cento miliardi e, rientrando l'opera nei fini olimpici (impianto del ghiaccio), dovrebbero rientrare almeno in parte nei contributi statali per i Giochi. Una pacchia, ha assicurato Corsico, e assicurano gli urbanisti, pure per il quartiere: disporra' di un polmone verde, il parco FILADELFIA, e godra' di nuove attivita' commerciali. Gia': il business comprende l'hotel a cinque stelle e la galassia di negozi, ristoranti, sale-gioco, videoteche, discoteca e centri-fitness che fasceranno l'arena. Esattamente com'e' lo STADIO Ullevi di Oslo. Certo, in Norvegia mica c'e' l'insidia della teppaglia che ogni partita riversa sugli italici impianti. Comunque, questi sono problemini. Il problemone e' che nell'arena granata ci giochi un Toro da A. Certo, e' augurabile che i granata, entro il 2004, siano tornati all'onore del mondo (pallonaro). Guai a dirlo al padrone («Ci torniamo subito, ora») e a Romero che s'aspetta un «regalino per Natale: la vittoria sul Pescara» con conseguente vista, seppure da lontano, del Paradiso. Ieri, comunque, il Paradiso si chiamava FILADELFIA, «la lunga marcia per arrivarci e' finita» (parole del patron giustamente euforico). Come dargli torto? In manco un anno s'e' comperato il Torino e adesso e' quasi riuscito nell'impresa che arricchira' lui e dara' ai granata una casa vera.

Claudio Giacchino

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