giovedì 23 aprile 2009

29-09-2000, Cimminelli da' credito al Toro Trenta miliardi per De Ascentis, poi lo stadio

STAMPA, NAZIONALE, pag.30

Il patron e' deluso dall'avvio ma scommette su tecnico e squadra
TORINO Il re della plastica sta entrando, anima e corpo, nel mondo del pallone. Nel suo ufficio alla Ergom, accanto a Tilli Romero, Francesco Cimminelli parla di tutto. Del Toro che lo fa arrabbiare ma nel quale continua a credere (e a investire una trentina di miliardi per rafforzarlo, acquistando dal Milan De Ascentis, in campo lunedi' contro la Samp), del progetto di un mega FILADELFIA multiuso per il 2004 e del centro di Borgaro (una cinquantina di miliardi, compreso il finanziamento del Credito Sportivo) per il settore giovanile, inizio lavori a fine anno. Mille idee nella mente di questo capitano d'industria d'altri tempi. Un patron di vedute moderne che parla schietto e ha il coraggio di scusarsi coi tifosi per partite come con l'Ancona e il Venezia, auspicando che non si ripetano piu'. Non si e' mai pentito di aver preso il Toro? «Pentito no, perche' non ho acquistato il Toro ma me lo sono... trovato. Dovevo essere uno della cordata, ma s'e' sciolta e sono rimasto unico. Una sfida che ho accettato per dimostrare che e' possibile portare l'impresa nello sport. Un'impresa fatta di sinergie. E che sia deciso a restare a lungo lo dimostra il fatto che mio figlio Simone sara' vicepresidente e Romero lo accompagnera' per qualche anno, insegnandogli a diventare presidente». Cos'e' rimasto in lei dello rubentino? «Andavo a vedere la rube piu' come spettatore che come tifoso. Ora ho scoperto che il tifo e' una malattia. Non l'ho contratta per la rube e non l'avro' per il Toro. Il mio sara' un tifo all'acqua di rosa ed e' garanzia di successo». Per il momento piu' sofferenze che gioie. Arriveranno tempi migliori? «Siamo una societa' che puo' gestire in modo armonioso e risolvere qualsiasi problema. Abbiamo le persone giuste al posto giusto. Per il momento la delusione e' totale. Non mi aspettavo una partenza simile con una rosa da A cosi' ampia. Considero Simoni serio e affidabile. Con lui ho un rapporto schietto e trasparente. E' sicuro di poter centrare subito la promozione. Sa che se manchera' l'obiettivo non verra' confermato, come lo sa Mazzola». Simoni ha rinunciato ad una punta per De Ascentis, un centrocampista costato 12 miliardi per il cartellino e 9 netti per l'ingaggio quinquennale, cifra che fa salire a 46 miliardi il tetto stipendi. Le e' spiaciuto sacrificare Saudati, ossia il «regalo» autunnale promesso ai tifosi? «Ormai era diventato il segreto di Pulcinella. Saudati sarebbe venuto al Toro per giocare e, con due attaccanti di grossa personalita', potevano nascere problemi. Pertanto non ho esitato a privilegiare la richiesta di Simoni acquistando un incontrista che ci servira' per tornare in A e anche per diventare l'ottava sorella». C'e' ancora qualche malessere nello spogliatoio e si profila un caso Galante, escluso da Simoni a Treviso. Come intende intervenire il club? «So che Galante accusa un infortunio, ma se ci sono altri problemi non tratteniamo nessuno. E questo discorso vale per tutti». Nuovo FILADELFIA, un'operazione da 700 miliardi? «Non amo parlare di cifre. Ma tutto l'investimento e' coperto da istituti bancari mondiali primari e dal Credito Sportivo. Piu' andremo in alto, piu' il business crescera'. Per il centenario della fondazione, il Toro giochera' nel suo STADIO che sogno di inaugurare il 1— gennaio 2004. Uno STADIO coperto, tra 25 e 31 mila posti su un'area di 73.924 mq. Area che comprendera' un albergo a 5 stelle, centri commerciali e un museo granata. Lo STADIO, ubicato nell'area della ex dogana, sara' a tre pavimenti, uno col prato per il calcio, uno per i concerti e uno per l'hockey ghiaccio». Domani si riunira' il CdA per approvare il bilancio e distribuire le cariche. Chi sostituira' Marangio? «Marangio e' un ottimo dirigente ma rientra nella Ergom. Saro' io ad assumere l'incarico di amministratore delegato e quello di vicepresidente esecutivo. Presidente Romero, vicepresidenti mio figlio Simone e Umberto Rosa. Ma la novita' e' un comitato esecutivo che prendera' decisioni e sara' formato dal sottoscritto, Romero, Mangiarino, Zandano e Simone, il mio futuro erede nel Toro».

Bruno Bernardi

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