lunedì 30 novembre 2009

30/11/09 - Circoscrizione 9 - 2 DICEMBRE - ore 18,30

2 DICEMBRE - ore 18,30

Circoscrizione 9 - Corso Corsica 55 (dietro la Sisport)

Consiglio di circoscrizione aperto al pubblico con la presenza dell'Assessore Sbriglio e del suo staff (grazie all'impegno di Maria Luisa) per chiarimenti sul Fila.


IMPORTANTISSIMA UNA PRESENZA PIU' CHE NUMEROSA!!

E' indispensabile esserci, per far capire che sul Fila non molliamo!!

domenica 29 novembre 2009

mercoledì 25 novembre 2009

21/11/09 - Militello legge sms sullo Stadio Filadelfia

Tratto dalla trasmissione su R101 " I Raccattapalle"

Stranezze del mondo del calcio e non solo.
Con Paolo Cavallone, Sergio Sironi e Cristiano Militello.
http://www.r101.it/contents/r101/podcast/audio/23112009/1932pcast_211109raccattapalle.mp3

Estratto da 6'49" a 7'45"



martedì 24 novembre 2009

24/11/09 - NUOVA MAIL..... NON MOLLIAMO!!

Messaggio ricevuto dai membri del Gruppo di Facebook - Rivogliamo lo Stadio Filadelfia

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Oggetto: NUOVA MAIL..... NON MOLLIAMO!!
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impieghiamo nuovamente 2 minuti del nostro tempo per copia incollare e spedire questa mail. E facciamo un invio ogni giorno, fino a quando non ci risponderanno.

Il tempo per andare a far visita al nuovo stadio dei gobbi lo hanno trovato, per rispondere a noi, NO!

Dobbiamo continuare a stargli col fiato sul collo, non dobbiamo dargli tregua, dobbiamo far si che il Fila diventi il loro incubo, un problema da risolvere il più velocemente possibile.
Ma dobbiamo essere in tanti, veramente in tanti!
Solo così riusciremo a coinvolgere nuovamente i mezzi di informazione, che tanto infastidiscono il nostro amato Sindaco!
Tuttosport ha dato ampio spazio, anche in prima pagina alla vicenda Fila, Militello su Radio 101 anche....
Non molliamo!!!!


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INDIRIZZI MAIL:
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Segreteria.Sindaco@comune.torino.it
g.sbriglio@gmail.com
assessorato.urbanistica@comune.torino.it
mario.viano@comune.torino.it
urc@comune.torino.it

(alcuni indirizzi sono stati disattivati, non importa!)

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OGGETTO:
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Cambiarlo tutte le volte, per evitare gli anti spam.


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TESTO DA COPIARE:
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Egregi Signori
Sindaco Sergio Chiamparino
Assessore Giuseppe Sbriglio
Assessore Mario Viano

Ufficio Relazioni con il Cittadino

Sono con la presente nuovamente a richiedere il Vostro concreto interessamento al fine di risolvere nel minor tempo possibile - considerando che sono trascorsi più di 3 anni da quando il Comune è tornato in possesso dell’area ipotecata - la vicenda dello Stadio Filadelfia.

A seguito dell’incontro avuto dall’Assessore Sbriglio il 22 Ottobre con Uniriscossioni e Agenzia delle Entrate - come da comunicazioni da Voi fornite ai mezzi stampa - il Comune di Torino avrebbe dovuto formulare una nuova proposta economica al fine di liberare l’area dalle ipoteche.
Ora apprendo, sempre dai giornali che l’offerta è stata presentata, dopo quasi un mese, e che sia il Sindaco che l’Assessore Sbriglio si dichiarano “ottimisti” sulla risoluzione a breve della questione.

ALLORA PER QUALE MOTIVO IL SINDACO, NEL CORSO DELL’INTERVISTA RILASCIATA IN OCCASIONE DELLA SUA VISITA AL CANTIERE DEL NUOVO STADIO DELLA JUVENTUS, HA DICHIARATO DI NON RITENERE POSSIBILE NEANCHE LA POSA DEL PRIMO MATTONE DELLO STADIO FILADELFIA ENTRO LA FINE DEL SUO MANDATO, ESTATE 2011?

Vi domando inoltre:

A che punto è la procedura di escussione dei 4,3 milioni di euro - DESTINATI ALLA RICOSTRUZIONE DELLO STADIO FILADELFIA - derivanti dalle ipoteche iscritte su immobili ERGOM ? (la delibera di Giunta, del 13 Marzo 2007 stabiliva: "di autorizzare la Città a proporre azione avanti il Giudice competente al fine di dare esecuzione alle garanzie ipotecarie prestate dalla Società Ergom Holding s.p.a.)

Il MILIONE di Euro, già incassato dalla società Bennet almeno da un paio d’anni, che, come da Vostra delibera, DEVE essere destinato alla ricostruzione dello Stadio Filadelfia, per quale motivo non è stato depositato in un conto fruttifero al fine d produrre interessi, sempre a favore della ricostruzione dello Stadio?

Per quale motivo l’Assessore Viano ha proposto alla Giunta (che ha deliberato in tal senso) che il posteggio sotterraneo lato Via Giordano Bruno e altre opere – da realizzarsi a carico della società Bennet ,a scomputo oneri di urbanizzazione – non erano più necessarie, in totale assenza di un progetto per la ricostruzione ? La CIFRA EQUIVALENTE (che vi chiedo di precisare) già introitata dal Comune da mesi E’ STATA DESTINATA a favore della ricostruzione dello Stadio Filadelfia, come assicurato dall’Assessore Viano nel corso della seduta di Commissione dello scorso 5 Dicembre 2008?

Vi pongo infine i seguenti quesiti:

Si è proceduto a verificare i conti economici della Fondazione presieduta dall’On. Diego Novelli, visto che pare che le somme residue ammontino a soli 200 mila euro, nonostante i 600 milioni di Lire conferiti dal Comune, i 140 milioni di lire introitati dalla cessione dell'area alla SIS di Cimminelli, il ricavato dalla vendita dei “mattoni” a 100.000 lire cad., il conferimento iniziale dei soci fondatori e gli interessi maturati negli ultimi 12 anni ?
In un suo scritto di qualche mese fa, l’On. Novelli ha inoltre dichiarato che i palloni di pietra del Fila sono stati rubati al momento della demolizione. Dato che lo stesso Novelli in un'intervista del 2006 dichiarava invece che erano custoditi in posto sicuro, pensate di chieder conto anche della situazione reale di tutti cimeli ancora custoditi dalla persona suddetta ?
Mi risulta che una lettera delle Belle Arti chiedesse che detti cimeli fossero tutelati dalla demolizione e conservati: se così non fosse stato, come pensate di agire ?
Visto che del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Stadio Filadelfia di Diego Novelli faceva parte l'ex-assessore Renato Montabone, al fine di tutelare gli interessi del Comune all'interno di questa Fondazione alla quale sono stati elargiti soldi pubblici , ora chi è entrato a far parte di detto consiglio ?

CONSIDERANDO QUANTO SOPRA EVIDENZIATO (4,3 milioni derivanti dalle ipoteche Ergom. 1 milione già incassato dal Bennet, 1 milione – circa, in attesa di quantificazione – derivante dalla mancata costruzione del parcheggio sotterraneo e delle altre opere, almeno 200 mila euro della vecchia Fondazione) PER QUALE MOTIVO IL SINDACO CHIAMPARINO CONTINUA A PARLARE DI INDISPENSABILE INTERVENTO DI PRIVATI E CONTINUA A DIRE CHE I SOLDI PER IL FILADELFIA NON CI SONO?

IL FILADELFIA NON NECESSITA DI INVESTIMENTI DA PARTE DEL COMUNE (quelli vengono magari stanziati per altre opere, come i 2,8 milioni di Euro per iniziare i primo lotto di lavori di ristrutturazione di un ristorante del Borgo Medioevale, ritenuto indispensabile per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, mentre uno Stadio dove una Squadra,entrata nella leggenda, ha contribuito a ridare orgoglio ad una città e ad una nazione piegate dalla guerra, viene lasciato da 12 anni in stato di totale degrado ed abbandono), MA NECESSITA CHE I SOLDI GIA’ INCASSATI DAL COMUNE (Bennet) – O NON ANCORA INCASSATI, MA ESIGIBILI (Ergom/Fiat) –E DESTINATI ALLA RICOSTRUZIONE DELLO STADIO FILADELFIA, VENGANO UTILIZZATI PER LO SCOPO DA VOI DELIBERATO.

L’EX-ASSESSORE MONTABONE A SUO TEMPO AVEVA INOLTRE REPUTATO CONCRETA LA POSSIBILITA’ DI INTERVENTO DELLA REGIONE PIEMONTE E DELLA PROVINCIA DI TORINO. A CHE PUNTO SONO I VOSTRI CONTATTI IN TAL SENSO CON I DUE CITATI ENTI?

Auspicando che questa mia abbia un riscontro, non potendo esimermi dallo stigmatizzare il perdurare di mancate risposte da parte Vostra , porgo distinti saluti.

FIRMA

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Grazie a tutti e, per favore, date un ok in bacheca!

domenica 22 novembre 2009

10/02/06 - Grande Torino Filadelfia stadium lighted at night



Inserito da: barry20lions
13 febbraio 2006

in the night of february 10 2006 during the Torino 2006 Winter Olympics many true Toro fans gathers inside the ruins of the glorious Filadelfia stadium where the legendary Grande Torino played to sing and watch old Toro highlights that are played on the pitch and against a building located in front of the stadium decorated with team pictures, scarfs, banners, flags, etc, and also lighted with hundreds candles and big spotlights

24-12-2002, IL 2002 SOTTO L'ALBERO DI NATALE: IMPEGNI, PROGRAMMI, FESTEGGIAMENTI

STAMPA, TORINO, pag.42

Il Comunale al club granata. C'e' il via libera della giunta Lo STADIO Comunale di corso Sebastopoli sara' ceduto al Torino calcio in diritto di superficie per 99 anni. L'ha deciso la giunta comunale, nell'ultima riunione prenatalizia di ieri mattina. Il «si'» di sindaco ed assessori e' immediatamente successivo alla delibera con cui il Comune, venerdi' scorso aveva affidato lo STADIO Delle Alpi alla Rubentus. Entrambe le decisioni, dopo la pausa natalizia e di fine anno, saranno sottoposte all'approvazione del Consiglio comunale. Con quest'ultimo semaforo verde, la vicenda degli stadi torinesi giunge davvero in prossimita' del traguardo dopo anni di trattative spesso difficili. Ma proprio nel 2002 si e' giunti a un accordo gradito alla citta' e ad entrambe le societa' calcistiche. I lavori per la ristrutturazione del Comunale, STADIO costruito nei primi Anni Trenta, dovrebbero partire il primo luglio del 2003 e terminare entro il 30 giugno 2005. Dal prossimo agosto, invece, verra' aperto il cantiere nell'area del mitico STADIO granata di via FILADELFIA, ora quasi completamente abbattuto. E proprio l'acquisizione da parte del Torino calcio del FILADELFIA, di proprieta' della Sis del patron granata Franco Cimminelli, e' stata una condizione alla stipula del protocollo d'intesa tra il Club e l'amministrazione comunale. Dopo la firma del contratto con Palazzo Civico, il Torino avra' tempo 60 giorni per consegnare il progetto definitivo di ristrutturazione del Comunale, area nella quale sara' realizzato l'impianto per l'hockey su ghiaccio che verra' utilizzato nel corso dei Giochi olimpici invernali del 2006. E il Toroc, comitato organizzatore della kermesse a cinque cerchi, potra' accedere all'area STADIO dal primo marzo 2005 per gli allestimenti necessari. Entrambe le concessioni ora verranno esaminate in commissione, quindi, appena liberate (si pensa entro la meta' di gennaio) saranno discusse in Sala Rossa. Per l'area FILADELFIA e' comunque necessaria un'operazione urbanistica in piu' (che l'assessore Mario Viano sta predisponendo e che per la zona del Delle Alpi e' gia' stata approvata) per cambiare la destinazione d'uso di quei terreni.

22-12-2002, DEFINITO IL DESTINO DEGLI IMPIANTI TORINESI

STAMPA, TORINO, pag.38

E domani il Comune esamina la convenzione con il Torino Sbloccata la questione del passaggio di proprieta' dei terreni del mitico FILADELFIA, dalla Sis al Torino Calcio, e approvato lo schema di concessione dello STADIO Delle Alpi alla Rubentus, la giunta comunale domani mattina dovrebbe esaminare l'analogo provvedimento per assegnare alla societa' granata lo STADIO Comunale di corso Sebastopoli. Pure in questo caso il club di patron Cimminnelli otterra' l'impianto in concessione per 99 anni e dovra' pagare alla Citta' sei milioni di euro, circa 12 miliardi di lire. I granata, inoltre, potranno realizzare la loro sede sociale, il museo e un campo di calcio per la squadra Primavera, nell'area del vecchio STADIO FILADELFIA, oggi quasi interamente abbattuto. Area che, come detto, dopo i necessari chiarimenti, nei giorni scorsi e' stata trasferita dalla Sis, societa' di Cimminelli, al Torino Calcio, come era stato richiesto dall'amministrazione comunale. Con quest'ultimo atto, gli impegni assunti dal sindaco Sergio Chiamparino in campagna elettorale, dovrebbero trovare soluzione. La questione stadi, come si ricordera' era in ballo da circa otto anni, quando Rubentus e Torino avevano lamentato difficolta' a giocare in un manufatto poco razionale per il calcio, dotato di una pista di atletica voluta dal Coni che ancor oggi allontana eccessivamente «lo spettatore dallo spettacolo». Di li', si era all'avvio della prima amministrazione Castellani, furono tentate tante strade, senza mai arrivare ad una conclusione operativa. Ora, alla vigilia delle firme dei due contratti, i management di Rubentus e Torino, non nascondono la loro soddisfazione, peraltro condivisa dagli assessori municipali coinvolti nell'operazione: Paolo Peveraro, che ne ha affrontato gli aspetti economici, e Renato Montabone, sotto il profilo degli impianti sportivi operanti in citta'. Fra i quali, quello degli stadi era un nodo non certo facile da sciogliere.

20/12/02 - Risolta l' ultima querelle. Anche il Toro ha lo stadio

Repubblica — pagina 2

Sotto l' albero, Rubentus e Torino trovano anche le delibere del Comune che vende ai bianconeri l' area dello stadio delle Alpi e ai granata quella del Comunale. Oggi, in una riunione straordinaria della giunta, verranno approvati i provvedimenti confezionati fino ieri sera dall' assessore Paolo Peveraro e dal suo staff, uno per la Rubentus e uno per il Torino. I diritti di superficie del Delle Alpi e delle zone che lo circondano passeranno alla Rubentus per 99 anni dopo il pagamento di 25 milioni di euro, in varie tranche (un milione alla firma dell' atto, sei successivamente e gli altri diciotto in nove rate da due milioni). La società presieduta da Attilio Romero disporrà per gli stessi anni del Comunale (profondamente da ristrutturare) versando, in varie fasi, circa sei milioni. Le due delibere arriveranno anche in Consiglio comunale nelle riunione pomeridiana: la discussione ci sarà però dopo la pausa natalizia. Entro gennaio ci sarà la firma ufficiale degli atti di vendita con le due società, mettendo la parola fine a questa complessa e tormentata vicenda. Sul filo di lana, è stata anche risolta l' ultima querelle: quella del passaggio di proprietà al Torino calcio dell' area dello stadio Filadelfia, fino all' altro ieri nelle mani della Sis, del patron Franco Cimminelli. «Il Comune non può che trattare con le due società. Per questa vicenda non può avere rapporti con altri soggetti privati. Se non si chiarisce questo punto, l' operazione si blocca» aveva detto nei giorni scorsi l' assessore all' urbanistica Mario Viano. Ora tutto è risolto. La questione Filadelfia è uno dei tasselli del complesso puzzle messo a punto con il Torino. Che oltre, ad avere la disponibilità dello stadio Comunale dal 2006, ha ottenuto il via libera per interventi immobiliari e di riqualificazione nell' area ora occupata dalla macerie del glorioso impianto granata. Con il passaggio di proprietà, viene rafforzata la situazione finanziaria del club Risolti tutti gli inghippi burocratici, l' attenzione, dopo la firma degli atti, si concentra sui progetti e sui tempi di realizzazione degli interventi di ristrutturazione. La Rubentus conta di avviarli alla fine del campionato, in modo da cominciare la nuova stagione nel nuovo Delle Alpi, senza pista d' atletica e con tribune più vicine al campo da gioco. In seguito darà il via ai lavori di riqualificazioni delle aree vicine dove insedierà attività commerciali. Il Torino proporrà il suo Comunale personalizzato entro la prossima primavera (a realizzarlo sarà la Recchi). Sarà uno stadio da 30 mila posti, con accanto un suggestivo palazzetto per il ghiaccio pensato per le Olimpiadi e utilizzabile, dopo i giochi, come impianto polifunzionale.
- GINO LI VELI

17-12-2002, IN SALA ROSSA Delle Alpi Via libera alla Rube

STAMPA, TORINO, pag.37

Passo avanti per il progetto che prevede di affidare lo STADIO Delle Alpi alla Rubentus, «in diritto di superficie» per 99 anni: ieri il Consiglio comunale ha approvato con il si' di tutto il centro-sinistra, l'astensione del centro-destra e un solo «no» di Rifondazione comunista, la variante urbanistica numero 56, che cambia la destinazione d'uso dell'area della Continassa da «pubblica» a «privata d'interesse pubblico». In tal modo il Comune offre alla Rubentus la possibilita' di utilizzare i 54 mila metri quadrati dell'impianto non solo per il calcio, ma anche per attivita' complementari alla struttura sportiva: palestre, spogliatoi, magazzini, sede sociale bianconera. Una parte, ossia circa 17 mila metri quadri della suddetta superficie, potra' contenere iniziative connesse alle attivita' pedatorie: fans shop, promozioni e gadget per i tifosi, museo bianconero, oltre ad imprese commerciali, con un'area di vendita rivolta al pubblico che, secondo la variante, non potra' comunque superare i 10 mila metri quadrati. Il documento, proposto dall'assessore all'Urbanistica Mario Viano, da' via libera alla firma del protocollo d'intesa fra Comune e societa' bianconera, che dovrebbe ricevere l'area della Continassa entro gennaio. Positivi i commenti degli assessori allo Sport, Renato Montabone, e alle Attivita' economiche, Paolo Peveraro. Spiega Montabone: «Si tratta di un atto importante che speriamo possa chiudere una vicenda in ballo ormai da quasi 10 anni». E Peveraro: «Con la Rubentus siamo a buon punto. Comunque penso che a firmare, oltre alla Rube, ci sia anche il Torino Calcio, con il quale stiamo perfezionando gli accordi». Intese che prevedono la cessione del Comunale di corso Sebastopoli alla societa' granata, previo passaggio dei terreni dove sorgeva il FILADELFIA, dall'attuale proprietario - il patron del Toro, Cimminnelli - al Torino-Calcio. A quel punto i costi per ristrutturare il Comunale verrebbero coperti con mutuo stipulato dallo stesso Club, con la garanzia di una fidejussione del Comune.

09-12-2002, IL PATRON: CREDO ANCORA IN QUESTA SQUADRA Cimminelli: «Nulla da rimproverarmi»

STAMPA, NAZIONALE, pag.32

TORINO LA domenica senza calcio per il luttuoso evento che ha colpito l'Atalanta e' servita al Toro per una pausa di riflessione e per un'approfondita analisi sulla crisi che ha portato la squadra in piena zona retrocessione scatenando la contestazione della tifoseria nei confronti dei giocatori e della societa', colpevole di non aver adeguatamente potenziato l'organico. Ma che cosa risponde il patron Francesco Cimminelli ai fan delusi e non ancora rassegnati? Quali messaggi puo' trasmettere ai fedelissimi radunati al vecchio Fila? C'e' chi gli chiede di passare subito la mano, e chi, non vedendo all'orizzonte valide alternative, rilancia l'idea di varare un azionariato popolare. Cimminelli non chiude le porte in faccia a nessuno: «Se qualcuno e' interessato ad acquistare il Toro venga a trattare. E non solo per farsi pubblicita' o prendere esclusivamente la parte che riguarda gli stadi, ma per rilevare tutto. Per ora, sento solo parole». Eppure, la Carrefour avrebbe offerto circa 26 milioni di euro, 50 miliardi di vecchie lire. Anche la Robe di Kappa, con il concorso della Benetton, sarebbe disposta a sborsare la stessa cifra. L'azionista del Toro conferma che la Carrefour ha fatto un discorso di tipo commerciale legato allo STADIO e che Boglione gli ha telefonato per dirgli di non dare retta alle voci: «Quanto alle cifre che circolano sanno di presa in giro considerando che ho speso 80 miliardi di lire per ingaggiare i giocatori. Se poi stanno rendendo al di sotto della loro valutazione e' un'altra storia. Vero che la societa' e' colpevole di tutto ma non va in campo. Riteniamo di poterci guardare allo specchio senza vergognarci. Non ho nulla da rimproverarmi e pago di tasca mia gli errori». Domani, Cimminelli si rechera' alla Circoscrizione 9 per spiegare i suoi piani sulla ricostruzione del piccolo FILADELFIA e dello STADIO Comunale. Mercoledi', ci sara' l'incontro in Comune. E se un giorno dovra' lasciare, Cimminelli sogna di farlo all'apice, non al fondo della classifica. E' sempre convinto che il Toro si salvera': «Saro' un illuso ma ci credo». E ribadisce che a gennaio arriveranno due o tre rinforzi: «C'e' uno staff di tecnici che stanno guardando in Italia e all'estero per trovarli. Non dobbiamo seguire l'onda emotiva ne' nomi altisonanti e cercare elementi che rispondano ai nostri requisiti. Guai fare un passo indietro. Nella disgraziata ipotesi si retrocedesse allestirei una squadra in grado di risalire subito in A».

09-12-2002, Sit-in dei tifosi: «Non ci ruberanno anche i ricordi» Dai capi popolo torinisti un decalogo contro giocatori e societa'

STAMPA, NAZIONALE, pag.32

RADUNO MATTUTINO AL FILADELFIA TRA PROTESTE, INSULTI, PROCLAMI E LACRIME DI COMMOZIONE

TORINO «Riprendiamoci il Toro». Cosi' l'enorme striscione che ha accolto ieri mattina piu' di settecento irriducibili alle rovine del vecchio FILADELFIA, trascinati da una fede incrollabile e dalla convinzione che il Toro appartenga in primis ai tifosi. I cancelli dello STADIO «dei sogni e della gloria» granata si sono aperti con un leggero ritardo sulla tabella di marcia, che prevedeva per le 9 l'inizio del sit-in di protesta. Attimi di profonda commozione quando i tifosi sono potuti entrare nell'antiSTADIO, completamente ripulito dagli ultra' che hanno organizzato la lunga giornata granata. Volti rigati dalle lacrime, occhi arrossati dall'emozione di poter respirare nuovamente l'aria di quel tempio che rese invincibile e immortale la squadra italiana piu' forte di tutti i tempi. Qualcuno ha superato i cordoni che delimitavano l'antiSTADIO per recarsi in campo: letteralmente inghiottito dalle altissime sterpaglie quello che fu un terreno di gioco verdissimo. Gli onori di casa, ovviamente, spettavano agli ultra' che da una settimana, giorno e sera, hanno preparato l'appuntamento per dare voce al popolo torinista, il quale ha risposto con una presenza numerica al di sotto delle attese, ma assolutamente forte e dura nel trasmettere un decalogo comportamentale per tutti i club organizzati, della curva Maratona e non solo. Questi i nuovi comandamenti: 1. Sfilare ai giocatori il colore granata dalle maglie; 2. FILADELFIA al Torino Calcio; 3. No ad alberghi o centri commerciali; 4. Contestazione continua verso Cimminelli; 5. Se la classifica peggiorasse, avanti con la Primavera e Giacomo Ferri; 6. Ripulire anche senza permessi il FILADELFIA diventato un luogo di disperati; 7. Il Toro a Mazzola e Zaccarelli; 8. Basta invocare ancora Asta; 9. Contattare e invitare imprenditori di rovata fede granata ad intervenire subito; 10. Non andare piu' al «Delle Alpi» bensi' a Superga quando gioca questa squadra. Dictat durissimi. Ad aprire il dibattito, Paolo degli Ultras che ha subito spiegato il primo «comandamento»: «Tiferemo solo per le maglie e per il nome che portiamo, perche' il Toro e' e sara' sempre nostro. Nessun rispetto per quegli undici sacchi di m... che scendono in campo tutte le domeniche. Basta anche con il rievocare sempre Antonino Asta. Mica e' Paolo Pulici o Ciccio Graziani». Tocca poi a Renato (applauditissimo dai presenti): «Via immediatamente le maglie granata. Che si cerchino un altro colore, consiglierei un marroncino pallido, tanto per essere in tema, ma non piu' granata. Non sono degni di questa casacca, cosi' come l'attuale societa'. Sono venuti solo per prenderci per i fondelli. Aghemo ci disse che mai aveva visto un presidente con cosi' tanti soldi. E chi li ha visti sti soldi?». Una dolcissima signora ha provocato, con il suo intervento breve ma sincero e profondo, attimi di commozione: «Proporrei una forma di protesta civile e in sintonia con questo magnifico posto. Quando gioca questa squadra che non riconosciamo piu', non andiamo a seguirla allo STADIO ma tutti insieme rechiamoci a Superga: staremo 90' davanti alla lapide dei nostri eroi immortali, loro si' che meritano il nostro ricordo, non questi pseudogiocatori». Quindi tocca a Roby dei «Ragazzi della Maratona»: «Sara' contestazione durissima. Cimminelli e Romero se ne devono andare. Subito. Immediatamente. Sensibilizziamo gli imprenditori piemontesi, mobilitiamoci nei nostri limiti a cercare qualcuno che li sostituisca. Si', signori, preferisco la C2 che scomparire poco alla volta in questo modo. Meglio ripartire da zero ma da Toro. Via i ''gobbi''. Non li vogliamo in casa nostra». Il proscenio passa ad un anziano tifoso che al FILADELFIA ci andava per vedere Mazzola e Gabetto; adesso deve convivere con lo squallore che lo circonda: «Vorrei avere la vostra eta' per contestare. Cimminelli ci sta rubando anche i nostri ricordi. Mandiamolo via e rupuliamo tutti insieme questo tempio del calcio». Poi tutti a mangiare: carne alla brace e panini assortiti, bagnati da buon barbera. Infine il trasferimento al «Delle Alpi». Ai cancelli, pero', la notizia del rinvio: la tristezza aumenta, nella giornata dedicata ai ricordi.

Aurelio Benigno

08-12-2002, Tam tam ultra': «Tutti al Filadelfia». Parte dall'ex stadio della leggenda la marcia della speranza sul Delle Alpi

STAMPA, NAZIONALE, pag.31

TORINO Tutti al «Fila». Come una volta. Questa mattina (ore 9 spaccate) si riapre il mitico FILADELFIA, lo STADIO dei sogni rimasto intatto nei cuori granata. Perche' in quel campo continuano a giocare gli eroi di Superga, quell'eterna ultima partita contro il Benfica, per rimontare e ribaltare quel 4-3 che segno' il destino del popolo granata. Non e' un caso che questa mattina si spalanchino quei cancelli, perche' il FILADELFIA e' e rimarra' la «casa» del Toro. Sara' una vera e propria adunata di tutti i tifosi granata: quelli della Maratona ovvio, ma anche i club sparsi per tutta la penisola come Roma, Melfi, Pesaro, Faenza, Jesi, Milano, Pontremoli, La Spezia, Barberino del Mugello, Versilia e quelli del Centro-Sud rappresentati dai loro maggiori esponenti. Sono stati gli ultras a organizzare tutto, Danilo, Fausto e Tiziana in testa. Nomi che spesso vengono citati a causa di intemperanze da STADIO nelle cronache di tafferugli, spesso pero' sbagliando, perche' alla fine, come dall'ultima sentenza del Tribunale, vengono sempre «assolti per non aver commesso il reato». Per loro esiste solo la fede granata e infatti e' da una settimana che stanno lavorando al loro sogno, quello di riaprire le porte del FILADELFIA. Hanno ripulito il piazzale per ospitare oggi il popolo granata al gran completo. Hanno organizzato tutto nei minimi particolari, grigliata e pranzo compresi, che distribuiranno dopo il dibattito, cosi' come dolcetto e barbera, per scaldarsi un po' prima di trasferirsi al Delle Alpi, per «l'altra partita» contro un'Atalanta altrettanto disperata, e dunque fondamentale per i cuori granata. Ed e' proprio uno dei leader della curva, Danilo, a spiegare il motivo di questa grande giornata granata: «Subito dopo aver aperto il cancello leggeremo il comunicato e apriremo il dibattito sul tema: salviamo il salvabile. Vogliamo chiarezza sul FILADELFIA, la nostra casa che nessuno ci potra' toglierci. Tutti insieme daremo voce ai nostri cuori. Perche' il Toro non e' un cruscotto di plastica, il Toro e' una fede e guai a chi ce la tocca. Questa mattina dovra' partire, proprio dal FILADELFIA, il nostro grido di allarme, non solo sullo STADIO ma sul futuro di questa societa'. Lasceremo spazio a tutti, tifosi organizzati e non, perche' da oggi la nostra voce non smettera' mai piu' di farsi sentire». Anche Roby, il responsabile dei «Ragazzi della Maratona», si unisce al coro. Per lui la giornata di oggi e' storica: «Perche' il FILADELFIA deve tornare al Toro. Questa e' la nostra casa e oggi dimostreremo che da qui, da questo STADIO della storia, si sono moltiplicati i cuori granata che rivogliono soprattutto una societa', una sede e una squadra vere».
Aurelio Benigno

08/12/02 - I tifosi a raduno sulle rovine del Fila grigliata e vino contro Cimminelli

Repubblica — pagina 13

Memoria storica e protesta pacifica contro l' attuale gestione della società. Sotto questo segno i tifosi granata di tutta Italia si ritrovano questa mattina alle 9 al vecchio e ferito a morte stadio Filadelfia, il campo di gloria del Grande Torino, per difendere il «Fila» dalle speculazioni edilizio-commerciali e per cercare di salvare il Toro dal baratro in cui sta sprofondando. I club organizzati della Curva Maratona, che ieri hanno tagliato l' erba tra i ruderi dello stadio e collocato un palco, oltre a dare voce a chi vorrà dire la sua, assicurano grigliata e vino. Hanno aderito anche i quarantacinque club del Toro che, nei giorni scorsi, avevano sottoscritto e diffuso un appello contro il patron Cimminelli e soci.

03/12/02 - Nuova idea Azionariato popolare

Repubblica — 03 dicembre 2002 - pagina 9

Siccome di alternative a Cimminelli non ce ne sono, i tifosi ne stanno preparando una per conto loro: un gruppo di appassionati granata, infatti, ha studiato con molta attenzione la possibilità di acquistare il Torino attraverso lo strumento dell' azionariato popolare. Alcuni tifosi sono stati anche in Spagna per approfondire le conoscenze su Real Madrid e Barcellona, rette entrambe da un' assemblea che comprende circa centomila persone. Il progetto granata è stato presentato ufficialmente ieri sera. In passato, erano già stato tentate iniziative analoghe che però non avevano riscosso molto successo, tipo «Azione granata» di Goveani e «Un mattone per il Filadelfia» di Diego Novelli. Mai, però, lo spunto era venuto proprio dai tifosi. Si attendono sviluppi.

19-11-2002, Gli stadi ai privati, primo «si'» della Sala Rossa Ma e' polemica sulla variante dell'ex Filadelfia: «Un favore a Cimminelli»

STAMPA, TORINO, pag.39

DELLE ALPI E COMUNALE SUBIRANNO PROFONDI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE

«Votavevi voi la variante Cimminelli!». Esibendo questo polemico cartello ieri sera, in una Sala Rossa ristretta dai lavori in corso, i consiglieri di Forza Italia hanno abbandonato l'aula al momento di approvare le due maxi-delibere sul futuro degli stadi sotto la Mole. Dopo aver premesso che l'operazione FILADELFIA «e' qualcosa di inaccettabile, soprattutto da una giunta di sinistra, perche' quello era l'unico polmone verde della zona», il capogruppo degli azzurri in Sala Rossa ha scatenato una levata di 11 scudi (i cartelli, appunto, corrispondenti ai consiglieri presenti) contro «un regalo a base di cementificazione selvaggia al patron del Toro». Il capogruppo di An Ferdinando Ventriglia, il secondo partito di minoranza ha invece commentato: «Non siamo contrari a costruire, ma devono essere offerte le stesse opportunita' a tutti». La maggioranza ha subito risposto, attraverso i capigruppo dei ds Borgogno e della Margherita Borgione che l'area FILADELFIA «e' privata, per cui sarebbe stato possibile anche un intervento edificatorio di tre volte superiore a quello previsto in variante». Secondo la delibera passata ieri in Consiglio fra le vie Tunisi, Giovanni Spano, Giordano Bruno e FILADELFIA (dove un tempo giocavano i granata) nasceranno, insieme con il «nuovo FILADELFIA» nuovi negozi e condomini, ma anche parcheggi interrati, aree verdi e percorsi ciclabili. E' stato dunque targato Forza Italia l'unico colpo di scena di un'affaire-stadi che ieri e' stato licenziato in Consiglio comunale. Le due maxi-delibere (presentate dagli assessori all'Urbanistica Mario Viano e al Patrimonio Paolo Peveraro) per la variante al piano regolatore dell'ex-STADIO FILADELFIA e del Comunale sono state approvate. La prima, con 30 voti favorevoli (An, Rifondazione e Lega non hanno partecipato), la seconda con altrettanti voti favorevoli (Fi, Lega e Rifondazione non hanno partecipato e An si e' astenuta). Scongiurato il mancato appoggio dei Comunisti italiani (fino all'ultimo temuto dal sindaco Chiamparino) ieri la maggioranza si e' ritrovata compatta sul via libera agli stadi. Un «si'» che la citta' attendeva da almeno sei anni. Il capogruppo Gianguido Passoni ieri ha colto l'occasione per ripetere che le sue perplessita' non riguardavano l'aspetto «olimpico» degli stadi, ma la risistemazione del verde di piazza d'Armi. «Bisogna fare in modo - ha detto Passoni - che la gente possa sul serio viverlo questo parco». Apparivano invece profondamente lieti di aver superato una tappa importante della questione-stadi, i ds: «Abbiamo deliberato due documenti fondamentali - ha dichiarato Borgogno - con un accordo sul Comunale ''blindato'': se il Torino non dovesse rispettare quanto previsto, il Comune rientrerebbe nel pieno possesso dello STADIO». Soddisfatto anche il Verde Nigro che ha insistito «sulla necessita' di garantire, la massima fruibilita' dei 300 mila metri quadri di verde di piazza d'Armi». Intanto, mentre i consiglieri discutevano alla bouvette di indici e cubature, l'assessore Viano anticipava, nei corridoi, qualche dettaglio del progetto (fatto realizzare dal Toro) sul Comunale: «A coprire gli spalti ci sara' una tenso-struttura sostenuta da tralicci molto leggeri che permettera' di apprezzare l'architettura del vecchio STADIO». E anche se ieri sera non si e' parlato del «Delle Alpi» (quella variante era gia' stata approvata) vale la pena ricordare gli aspetti salienti dello storico «contratto» firmato il 18 giugno scorso a Palazzo civico. Per i prossimi 99 anni, la societa' bianconera giochera' in uno STADIO «Delle Alpi» di proprieta', da 45 mila posti, (costo 24 milioni di euro), mentre il Torino disputera' le sue partite in un «proprio Comunale» (spesa di 3 milioni e mezzo euro) che coincidera' con il cuore della citta' olimpica. La Rube si impegna a ospitare gli antagonisti sino al luglio 2006, quando il Comunale potra' essere inaugurato. La societa' bianconera avra' a disposizione l'impianto del «Delle Alpi» piu' di 25 mila metri quadri utilizzabili per attivita' commerciali, ricreative e sportive come prevede la variante al Prg gia' approvata in Consiglio. Di qui all'evento olimpico la societa' bianconera potra' realizzare alcuni lavori «senza personalizzare lo STADIO, mentre la curva Maratona del derby continuera' a essere a disposizione del Toro». Passiamo al Torino. Lo STADIO sociale granata sara' il Comunale. Per ristrutturarlo la societa' chiedera' un prestito di 20 milioni di euro (l'investimento sara' certamente superiore) al Credito sportivo. Ci sara' la garanzia di una fidejussione del Comune: nel caso in cui non venissero rispettati i termini dell'accordo lo STADIO tornerebbe a Palazzo civico. La capienza dell'impianto verra' ridotta a 26 mila posti entro il 31 gennaio 2005. Il Torino potra' realizzare un albergo, e rivitalizzare 4.700 metri quadri con un taglio «commercial-ricettivo».

Emanuela Minucci

18-11-2002, IL FUTURO DEGLI IMPIANTI SPORTIVI TORINESI

STAMPA, TORINO, pag.47

Le delibere sugli stadi all'esame del Consiglio Oggi, all'esame della Sala Rossa, vanno le due maxi-delibere sugli stadi, o meglio quelle varianti urbanistiche - presentate dagli assessori Viano e Peveraro - che consentiranno all'area dell'ex-STADIO FILADELFIA e al comprensorio di piazza d'Armi di modificarsi in funzione dell'evento olimpico. Un passo decisivo che segue due incontri avvenuti sabato mattina: il primo fra l'assessore al Patrimonio Paolo Peveraro e la direzione del Torino Calcio (il patron Franco Cimminelli e il presidente Tilli Romero) e il secondo dell'assessore al Verde pubblico Tricarico con i vertici militari per definire il futuro verde della piazza. «Con l'approvazione del Consiglio - spiega l'assessore Peveraro - saremo nelle condizioni di stilare il protocollo definitivo anche con il Torino Calcio per quanto riguarda l'area del Comunale. Un atto che permettera' all'amministrazione di portare in Sala Rossa i due contratti per la cessione dei diritti di superficie per lo STADIO delle Alpi alla Rubentus e quello Comunale al Torino Calcio». E aggiunge: «L'iter si potra' cosi' concludere entro la pausa natalizia». Come tutte le grandi operazioni amministrative, pero', questa degli stadi porta con se' - anche nel suo atto finale - un piccolo retroscena di polemica. Fino a ieri, nei corridoi di Palazzo civico (o meglio, in quelli della maggioranza) circolava la voce che i Comunisti Italiani avrebbero votato «no» alla mozione sull'ambito di piazza d'Armi. La voce, nata in seguito a una riunione di giovedi' scorso piuttosto accesa, e' giunta all'orecchio del sindaco Chiamparino sabato pomeriggio. A quel punto il primo cittadino - cui sta cara un'operazione costata anni di trattative e gia' piu' di una volta ha chiesto agli uomini di Cossutta di non remare contro - ha fatto sapere (tramite i ds) al capogruppo Passoni che il voto negativo avrebbe significato automaticamente la loro uscita dalla maggioranza. Senonche', interpellato dai cronisti il capogruppo Passoni e' sembrato cadere dalle nuvole: «Noi contrari a quella mozione? Assolutamente no. Non abbiamo nulla da eccepire sulla questione-stadi, quel che ci preoccupa e' un fatto completamente disgiunto, vale a dire il destino verde di piazza d'Armi che a nostro parere deve rimanere il piu' possibile agli abitanti del quartiere». Mercoledi' prossimo ci sara' un'assemblea di quartiere sull'argomento.

16-11-2002, FILM SUL GRANDE TORINO. Il Moccagatta sara' «truccato» da Filadelfia

STAMPA, ALESSANDRIA, pag.33

ALESSANDRIA. NELLE giornate di gelo e nebbia tipiche dell'inverno alessandrino, lo STADIO Moccagatta verra' truccato a immagine e somiglianza del «mitico» FILADELFIA. Lo STADIO di spalto Rovereto sara' infatti teatro di alcune riprese del film «Ora e sempre» che narrera' la storia del Grande Torino, scomparso nella tragedia di Superga il 4 maggio 1949. La pellicola verra' girata in gran parte nel capoluogo piemontese, ma per rendere piu' efficaci gli allenamenti e le partite di quella straordinaria formazione granata il regista Vincenzo Verdecchi ha scelto l'impianto di Alessandria, che venne inaugurato nel 1935 e che da allora e' rimasto pressoche' inalterato. Con qualche ritocco al computer e altri piccoli accorgimenti, il Moccagatta diventera' cosi' il «vecchio FILADELFIA», il campo piu' amato dai tifosi del Toro. «Per noi e' un onore ospitare un simile evento» commenta il presidente dei grigi, Antonio Boiardi. E i supporters alessandrini piu' attenti ricordano che «milito' per un anno nella squadra cittadina anche uno dei calciatori morti a Superga, cioe' il terzino Maroso». In effetti il difensore era militare ad Alessandria e fu ceduto per la stagione 1943-44 in prestito ai grigi allenati da Baloncieri. Nella squadra mandrogna colleziono' 12 presenze, fra cui quelle contro il Torino che s'impose all'andata per 4-0 e al ritorno con un piu' netto 7-0. Il film «Ora e sempre» con il Moccagatta come scenario dovrebbe addirittura partecipare alla mostra del cinema di Venezia. Non sara' un documentario e nemmeno un film monografico: la squadra sara' il fulcro attorno a cui agiranno i personaggi. Nella pellicola verranno anche inserite alcune rarissime immagini dell'epoca. Ma come e' nata l'idea del film? «Si usciva dalla Seconda Guerra mondiale e l'Italia era un Paese povero - ha commentato il regista Verdecchi -. C'erano problemi di sopravvivenza e di ricostruzione, ma la gente di Torino trovava la voglia di sorridere e il motivo di esaltarsi andando al FILADELFIA la domenica per vedere quegli undici eroi in pantaloncini corti che battevano a suon di reti tutte le avversarie».

15-11-2002, La storia ruotera' attorno al tifoso che suonava per spronare la squadra di Valentino Mazzola Titolo: «Ora e per sempre»

STAMPA, TORINO, pag.49

IL PROGETTO DEL FILM DI VINCENZO VERDECCHI. Mario, trombettiere del Grande Torino

Il film si aprira' sul vecchio campo dello STADIO FILADELFIA, perfettamente ricostruito e completamente vuoto. In sottofondo la radiocronaca di una delle partite leggendarie del Grande Torino, di cui il regista Vincenzo Verdecchi fara' percepire come le ombre che ridiscendono sul terreno di gioco. Verdecchi abbassa gli occhi su un foglio, e legge poche righe. E' una dedica al FILADELFIA: «Qui si celebra la durata, la continuazione. Quello che non passa mai, e ci rende immortali. Quello che ci fa sentire per sempre parte della nostra memoria. Qui, amico mio, il tempo quando entra si ferma un attimo, e si toglie il cappello». Ha un budget gia' finanziato di quasi 5 milioni di euro, il suo film: il progetto, presentato al Torino Film Festival, ha ottenuto il riconoscimento di interesse culturale nazionale della Commissione cinema. Il film sara' distribuito nelle sale con il titolo «Ora e per sempre» e sara' interamente girato a Torino: nove settimane di riprese in primavera, quando interi angoli di citta' torneranno ad avere il volto del 1949. Sara' «un dramma sentimentale, o meglio una favola». Avra' una trama di finzione, e raccontera' la leggenda granata. Nato da un'idea dello sceneggiatore Carmelo Pennisi (siciliano trapiantato a Roma, ma granata da quando aveva 5 anni) «Il film - dice Verdecchi - e' per meta' ambientato ai giorni nostri, e per meta' nel '49. Raccontera' la storia di Mario, il trombettiere che suonava la carica al FILADELFIA quando la squadra sembrava scendere di tono. Allora capitan Mazzola si rimboccava le maniche della maglietta: da quel momento sembrava che le maglie granata si moltiplicassero in campo, e fioccavano i goal. Il giorno dopo la tragedia di Superga, la tromba suono' un'ultima volta, prima di tacere per sempre». Ad incontrare Mario sara' un funzionario della Federcalcio inglese, Michael Satten: «In quel momento - dice Pennisi, che firma la sceneggiatura con Massimiliano Durante - la nazionale inglese era e si sentiva tanto forte che non voleva giocare incontri ufficiali con nessuna squadra del mondo. Troppi articoli sulla stampa internazionale pero' decantavano in quei giorni, nell'aprile del '49, le gesta del Torino». Gli elogi, alla fine, mettono in dubbio la superiorita' degli inglesi, che, irritati, inviano Satten in citta', per organizzare una sfida e ristabilire la loro posizione di forza. «Raccontiamo - riprende il regista - in realta' anche il disprezzo, il senso di superiorita' degli inglesi di fronte a un popolo fascista e straccione, ancora in ginocchio dopo la guerra. Hanno in mente soldati italiani che scappavano come conigli, per di piu' figli d'una nazione alleata ai nazisti. Mario rappresenta l'orgoglio di una gente che non vuole piu' piegare la testa, che vuole rinascere: sembra quasi che gli inglesi, dopo aver vinto la guerra, vogliano infliggere l'ultima umiliazione rubando la gloria del Torino». Il filo della storia conduce all'appuntamento con il destino, quando la squadra ritorna dal Portogallo, e s'intreccia con un'altra trama, ambientata ai giorni nostri: «Valentino, manager di una casa editrice, si mette a cercare la tromba del FILADELFIA, per esaudire un desiderio del padre morto». Tra i rottami dell'aereo schiantatosi a Superga, trovera' la lettera di uno dei giocatori: «A volte ho l'impressione che per la gente abbiamo fatto qualcosa di importante, che restera' nel tempo». Il regista: «Ci preme raccontare soprattutto cio' che il Torino e' stato per i tifosi e per l'Italia. Non abbiamo voluto ritrarre direttamente quei campioni, che tanti hanno gia' narrato, anche se aleggiano su tutto il film ed anche se a loro e' dedicato il nostro lavoro. Raccontiamo le emozioni che hanno regalato, e cio' che ancora oggi significano le gesta di quegli eroi». Coproduzione inglese, cast d'attori ancora top-secret, il film e' prodotto dalla stessa sigla dell'«Educazione di Giulio» di Claudio Bondi' e di «Tosca> > di Benoit Jacquot, la «Verdecchifilm».

GIOVANNA FAVRO

19-06-2002, Nel giorno della Corea arriva l'accordo sugli stadi Al «Delle Alpi» giochera' la Rubentus, il vecchio «Comunale» sara' granata

STAMPA, TORINO, pag.37

Nel giorno piu' nero del calcio azzurro quello torinese si aggiudica un gol che aspettava da otto anni: ieri alle 12 nella Sala congregazioni di Palazzo Civico, Comune, Rubentus e Torino hanno finalmente siglato l'accordo per il futuro degli stadi sotto la Mole. Per i prossimi 99 anni, i tifosi di entrambi i club possono stare tranquilli: la societa' bianconera giochera' in uno STADIO «Delle Alpi» di proprieta', ridimensionato a 50 mila posti, in linea con i tempi della pay-tv, (costo del diritto di superficie 24 milioni di euro), mentre il Torino disputera' le sue partite in un «proprio Comunale» (con una spesa di 3 milioni e mezzo euro) che coincidera' con il cuore della citta' olimpica. Dal 1— luglio di quest'anno la Rubentus diventera' la padrona di casa della Continassa, ma si impegna ad ospitare gli antagonisti granata sino al luglio 2006, quando il nuovo Comunale, dopo un lungo restauro, potra' essere inaugurato. «E' davvero una giornata storica per la citta'» ha dichiarato ieri il sindaco Chiamparino in una delle conferenze stampa piu' affollate e accaldate degli ultimi tempi. Di fronte a lui i rappresentanti delle due societa' sportive: il presidente Vittorio Chiusano e l'amministratore delegato della Rube Antonio Giraudo, e il presidente del Torino Calcio Attilio Romero con l'azionista Franco Cimminelli. A fianco del primo cittadino gli assessori che nell'ultimo mese hanno inanellato riunioni fiume per chiudere la telenovela degli stadi: Paolo Peveraro, Renato Montabone, Mario Viano. A completare il vertice, l'assessore alle Olimpiadi Elda Tessore e i direttori Ferrari e Quirico: «uno granata e uno Rubentino per ''par condicio''» ha scherzato Chiamparino, subito ripreso da Chiusano che gli ha, altrettanto scherzosamente, fatto notare che «invece la giunta era sbilanciata» dal momento che sia il sindaco sia Peveraro sia Montabone sono quasi degli ultra' granata. «E' la prima volta che una grande citta' italiana cede gli stadi a due societa' sportive: e' un atto che valorizza le risorse dello sport e contribuira' alla crescita e alla qualificazione della citta'». Grazie all'accordo firmato ieri, la societa' bianconera avra' a disposizione l'impianto del «Delle Alpi» piu' 25 mila metri quadri utilizzabili per attivita' commerciali, ricreative e sportive come prevede la variante al piano regolatore approvata qualche settimana fa in Consiglio. «In cambio - ha spiegato ieri l'assessore al Patrimonio Paolo Peveraro - versera' 24 milioni di euro in varie tranche: il 25 per cento della somma subito, il resto in 9 rate annuali». Fino al 2006 - o meglio, sino a quando non saranno conclusi i lavori di riqualificazione del Comunale, la Rube si impegna a ospitare il Torino, che paghera' un canone di un milione e mezzo di euro l'anno, al «Delle Alpi». Di qui all'evento olimpico la societa' bianconera potra' realizzare alcuni lavori «senza pero' personalizzare lo STADIO,mentre la curva Maratona del derby continuera' a essere a disposizione del Toro» aggiunge Peveraro. L'inaugurazione dei Giochi non si terra' alla Continassa, ma al Comunale. E passiamo al Torino. Lo STADIO sociale granata sara' il Comunale. Per ristrutturarlo la societa' chiedera' un prestito di 20 milioni di euro (l'investimento sara' certamente superiore) al Credito sportivo. Ci sara' la garanzia di una fidejussione del Comune: nel caso in cui non venissero rispettati i termini dell'accordo lo STADIO tornerebbe a Palazzo civico. La capienza dell'impianto verra' ridotta dai 28 mila posti entro il 31 gennaio 2005. Per quanto riguarda la parte commerciale il Torino potra' realizzare un albergo, e rivitalizzare 5 mila metri quadri nell'area del Comunale con un taglio «commercial-ricettivo». Infine c'e' l'impegno di realizzare nello spazio dell'ex FILADELFIA anche un «campo della memoria»: 2 mila posti accanto alla sede sociale e il museo della Storia del Torino.
LA METROPOLI DEL PALLONE - Emanuela Minucci

19-06-2002, Giraudo: un sogno inseguito da anni. Romero: un quartiere tutto per noi

STAMPA, TORINO, pag.37

DIRIGENTI RUBENTINI E GRANATA DOPO LA SIGLA DELL'INTESA IN MUNICIPIO «E' stata la vittoria di tutta la Torino calcistica»

Una grande vittoria prima di una grande sconfitta. Mancava un'ora scarsa all'inizio della discesa degli azzurri verso l'inferno, quando Rubentus e Torino sono entrate pure loro nella storia mettendo la parola fine all'interminabile vicenda dello STADIO. Tutti contenti nell'opprimente calura di un mezzogiorno da ricordare. Una battaglia lunga otto anni quella sostenuta dalla Rube per avere uno proprio STADIO e alla fine la soddisfazione e' quasi pari a quella di uno scudetto. «Ha vinto Torino e non solo la Torino bianconera» ha poi detto Umberto Agnelli dopo la firma del protocollo di intesa fra Comune e le due societa'. Il presidente onorario della Rube ha aggiunto: «Credo si debbano ringraziare il sindaco e i suoi collaboratori per l'impegno e la dirigenza Rubentina per la tenacia. E' un risultato importante che premia la citta'». Stop a minacce di fuga. La Rube non abbandonera' Torino e con uno STADIO di proprieta' si potra' allineare ai maggiori club europei che da tempo hanno un proprio impianto. Manchester United, Bayer Leverkusen: ecco da dove viene l'esempio tanto per citare due societa' che hanno fatto scuola anche fuori dal campo di gioco. Quasi emozionato Antonio Giraudo, amministratore delegato della Rube, l'uomo che fin dal giorno del suo insediamento ai vertici della societa' si e' sempre battuto per raggiungere questo obiettivo. Fra l'altro diventato poi di primaria importanza dopo la quotazione in Borsa del gennaio scorso. Rispondendo al sindaco granata Chiamparino ha detto: «E' una giornata storica per la Rube e per i suoi tifosi, questo e' un grande progetto per noi, ma anche per la citta'». Diventera' anche un grande business dopo che il Delle Alpi sara' ridisegnato e poco alla volta assumera' le sembianze di polo del divertimento. Giraudo ha confermato che nel frattempo non ci sara' trasloco in altre citta' e che presto verra' presentato nei dettagli il progetto per la trasformazione del Delle Alpi, mentre a fine estate s'inizieranno i lavori per la costruzione del centro sportivo di Vinovo che Del Piero e compagni dovrebbero utilizzare dall'estate 2003. Il presidente Chiusano, presente con il direttore marketing Romy Gai, ha sottolineato: «Abbiamo avuto cio' che volevamo dopo otto anni di sofferenze e polemiche. C'e' stata anche asprezza nel dialogo fra le parti, ma sempre grande lealta' reciproca». L'altra meta' della Torino calcistica era altrettanto contenta. L'aggettivo «storico» e' stato il piu' gettonato anche dai dirigenti granata che fino al 2006 saranno ospiti di quelli Rubentini alla Continassa. Franco Cimminelli, azionista di maggioranza del Toro, ha posto l'accento su un primato cittadino: «Siamo i primi in Europa ad avere due squadre proprietarie del loro impianto. Noi recuperiamo il Comunale e il FILADELFIA e questo oltre ad essere un motivo di orgoglio per la nostra gente e' il primo passo per quotarci in Borsa». Lungo via FILADELFIA correra' la passione granata. Il presidente Attilio Romero ha sottolineato questo aspetto: «Nasce un quartiere del Toro. I tifosi devono essere contenti, recuperiamo le nostre case storiche».

Fabio Vergnano

19/06/02 - Un quartiere targato granata

Repubblica — pagina 2

Cimminelli sorride soddisfatto: "E' stato un confronto aspro - dice il proprietario del Toro - che si è chiuso nel migliore dei modi. Torino è la prima città in Europa ad avere due stadi sociali". Anche lui mette l' accento sui risvolti economici dell' intesa: "Avremo delle attività commerciali che garantiranno l' autofinanziamento e di conseguenza il futuro del Toro". Futuro che significa uno stadio da ventiduemila spettatori con la vicina area dove una volta c' era il Filadelfia, sulla quale sorgerà un piccolo impianto da duemila posti e il museo storico: "Possiamo dire - gongola il presidente Romero - che è nato un quartiere granata, i nostri tifosi saranno soddisfatti come lo siamo noi per avere recuperato lo stadio dove abbiamo vinto l' ultimo scudetto e il glorioso Fila". Ancora Cimminelli, che prima di avventurarsi fra le dolenti note della campagna acquisti e cessioni, vuole godersi un importante obiettivo conquistato: "Avremo - esulta uno stadio nostro, inoltre il centro sportivo di Borgaro sarà dalla prossima primavera la casa del Toro e presto entreremo in Borsa".
(d.m.)

16/05/02 - Romero cauto 'Favorevoli ma aspettiamo l' ufficialità'

Repubblica — pagina 5

«SIAMO aperti a tutte le possibilità. Ma per noi lo stadio deve anche essere una risorsa economica». Attilio Romero, presidente del Torino, evita di sbilanciarsi sulla soluzione concordata nell' incontro di ieri tra il sindaco e i capigruppo della sua maggioranza e che con un' intesa a tre ra Comune, Rubentus e Torino, ufficializzerebbe la cessione del Delle Alpi ai bianconeri e la consegna del Comunale ristrutturato al Torino. Un' ipotesi, dicono a Palazzo Civico, che tiene conto delle diverse esigenze delle due società. «Non posso esprimermi - commenta Romero - Lo farò dopo che la proposta sarà ufficializzata. Noi abbiamo sempre dato la nostra massima disponibilità per individuare una soluzione che sappia tenere conto delle varie necessità. Non abbiamo mai abbandonato neppure l' ipotesi della ricostruzione del Filadelfia. Ultimamente il sindaco ha mostrato gradimento per un' assegnazione alla Rubentus del Delle Alpi e a noi del Comunale. In linea di massima siamo favorevoli. Naturalmente dipende dalla proposta che l' amministrazione presenterà. Negli ultimi tempi ci sono state troppe voci, troppe ipotesi che poi non si sono concretizzate. A questo punto la cautela è quanto meno d' obbligo». Ma l' impressione è che il club granata, con l' utilizzo del vecchio impianto, potrebbe avere un indubbio vantaggio economico rispetto alla riedificazione del Filadelfia. Per il recupero dell' area del Comunale sono previsti anche contributi pubblici. «Vedremo - si limita a dire Romero - Attendiamo l' incontro con il sindaco e gli assessori e poi valuteremo».
(g.l.v.)=LI VELI Gino

07-05-2002, La Rubentus: entro fine maggio ci serve una risposta sullo stadio

STAMPA, TORINO, pag.39

DOPO LO SCUDETTO LA SOCIETA' VUOLE CHIUDERE UN'ALTRA PARTITA Il presidente Chiusano: «E' la data entro cui dobbiamo sapere se potremo lavorare sull'impianto della Continassa, altrimenti dovremo puntare su soluzioni alternative»

Dopo la conquista dello scudetto la Rubentus vuole conquistarsi anche uno STADIO tutto per se'. Cosi', Umberto Agnelli ha dichiarato: «Mi auguro di avere presto un impianto in cui si possano fare affluire le famiglie torinesi e quelle Rubentine provenienti dalle altre parti d'Italia. Bisogna realizzare l'obiettivo per cui siamo andati in Borsa: dare ai nostri tifosi il loro STADIO». La chiusa del Dottore: «O il Comune ci da' lo STADIO o andremo via da Torino». L'offensiva per lo STADIO e' stata portata avanti da Vittorio Chiusano, presidente del club bianconero. Chiusano e' anche il difensore dell'amministratore delegato, Antonio Giraudo, e del capo dello staff medico della squadra, Riccardo Agricola, imputati nel processo contro la Rube per il doping. Ieri s'e' svolta una nuova udienza, sono stati interrogati come testi alcuni responsabili dei laboratori del Coni. Durante una pausa, i giornalisti gli hanno chiesto di commentare le frasi pronunciate sabato da Chiamparino a Superga, subito dopo aver inaugurato il museo del Grande Torino: «Se dovessi scommettere su come andra' a finire questa storia, punterei qualche euro sul Toro che giochera' nel vecchio Comunale e sulla Rube al Delle Alpi». Il commento di Chiusano: «E' ora che l'affare stadi si risolva una volta per tutte. Non siamo disposti a nuove attese, a nuovi rinvii, entro il 31 maggio aspettiamo una parola definitiva dal Comune. Devono dirci se ci danno, nel senso che ci vendono, il Delle Alpi o no». Avvocato, e' cosi' sicuro che non ci saranno altri slittamenti? E' da anni che si va avanti a passettini e poi punto a capo, si ricomincia tutto da principio. «Eh no, basta, per noi non ci saranno altre proroghe, altre dilazioni. Anzi, presto mandero' una lettera al Comune, in modo che carta canta, che non ci vengano poi a dire che nella prima decade di giugno ci sara' una risposta. La nostra pazienza finisce il 31 maggio». Insomma, e' una sorta di ultimatum. Chiusano annuisce: «E' la data entro cui dobbiamo sapere se potremo lavorare sul Delle Alpi. Intendo dire: vogliamo che l'impianto ci sia ceduto senza vincoli, che non ci siano clausole tipo che non si puo' toccare sino al 2006, sino alle cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi. No, sul Delle Alpi, una volta che e' nostro, dovremo essere liberi di farci cio' che vogliamo». Nel caso lo STADIO non venisse venduto, la Rubentus chiede un'area sulla quale edificarne uno tutto suo. «Insomma, le alternative sono chiare: o il Delle Alpi oppure che il Comune ci venda un terreno dove sorgera' la nostra nuova casa. In questo caso, affitteremo lo STADIO per due anni, il tempo necessario per la costruzione. Ripeto, vogliamo sapere entro il 31 maggio». E, il Torino? Nella risposta di Chiusano, un'accusa alla societa' granata. «Si va avanti da anni senza una soluzione anche per via dell'ostruzionismo del Torino che non ha i mezzi finanziari per por mano a un suo impianto e continua a insistere sull'ipotesi FILADELFIA. Gli stessi dirigenti granata sanno che e' una via impraticabile, pero' continuano a insistervi con il risultato di bloccare anche noi».

Claudio Giacchino

07-05-2002, IL PRESIDENTE DEL TORINO «Non facciamo ostruzionismo». Romero: il progetto del Filadelfia va avanti

STAMPA, TORINO, pag.39

AD Attilio Romero, presidente del Torino, le parole di Chiusano sulla strategia-stadi tenuta dalla societa' granata non sono piaciute affatto. «Il presidente della Rubentus, l'avvocato Chiusano, e' titolato a parlare della sua societa', non di quella granata. Mi stupisce abbia fatto certe dichiarazioni». Allora, Romero, e' falso che voi facciate ostruzionismo, che insistendo sul FILADELFIA bloccate la Rubentus? «Certo che e' falso. Non abbiamo mai avuto un comportamento ostruzionistico. Anzi e' l'esatto contrario, abbiamo dato sempre la nostra completa disponibilita' perche' la vicenda stadi si risolva una volta per tutte con soddisfazione reciproca, nostra e della Rubentus». Insistete ancora per ricostruire il FILADELFIA? «Verissimo, il progetto Fila ci interessa sempre moltissimo. C'e' un progetto specifico che sta facendo il suo iter, se ne sta valutando la fattibilita'». E' una novita'. Dunque, volete costruire lo STADIO sulla radura dove sorgeva l'impianto reso mitico dalle gesta del Grande Torino? «No, il progetto, per un'arena da 22 mila posti, riguarda l'area del Demanio. Sulle ceneri del vecchio Fila si fara' altro». Che cosa? «Quello di cui abbiamo gia' parlato a lungo: l'intenzione e' di edificare uno STADIO della memoria, per diciamo 3-4 mila spettatori e la struttura ospitera' il museo del Torino, la sede sociale piu' un centro commerciale». Le attivita' di cui ha parlato ancora domenica, dopo la partita contro la Roma, Francesco Cimminelli, il padrone della societa', sostenendo che senza ricavi non esiste possibilita' di gestire un proprio impianto. «Certamente, e' necessario avere una fonte di reddito senno' come sarebbe possibile mantenere uno STADIO? Vorrei ancora dire una cosa, e' possibile? Prego. «Mi auguro che davvero entro il 31 maggio si risolva la questione degli stadi: per quanto ci riguarda, se non questa, la prossima settimana avremo un incontro con le autorita' del Comune in cui ribadiremo la nostra apertura a un ventaglio di soluzioni comprendenti, oltre l'eventualita' di rifare il Fila, anche l'uso del Comunale o del Delle Alpi».

05-05-2002, Chiamparino scommette: Toro al Comunale. Il sindaco all'inaugurazione del museo della memoria granata

STAMPA, TORINO, pag.39

I CIMELI DI MAZZOLA E COMPAGNI SONO TORNATI DA IERI A SUPERGA

«Se dovessi scommettere qualche euro sulla questione stadi scommetterei sulla Rube al Delle Alpi e il Toro al Comunale». Dunque, sindaco, lei non punterebbe nemmeno un picco su un nuovo impianto costruito dalla Rube? «Cosa, un terzo STADIO in citta'? No, non esiste, ipotesi assurda». Ancora una cosa: se il Toro andasse al Comunale, come la prenderebbero i residenti della zona? «Non lo so, ma spero bene. Tanto piu' che tutta l'area di piazza d'Armi verrebbe ristrutturata, abbellita e dunque riqualificata e i parcheggi sarebbero sotterranei». Il botta e risposta con Chiamparino dentro la Basilica di Superga: dopo che il primo cittadino ha appena inaugurato il museo del Grande Torino. Museo splendido, come splendida e' stata l'idea di collocarlo la' dove, con la tragedia del 4 maggio 1949, e' nata la leggenda dello Squadrone invincibile, vinto solo dal destino, dalla morte. Idea portata avanti negli anni con la costanza dei puri di cuore, di chi e' animato da una passione e non ha alcun tornaconto economico: parliamo dei soci dell'associazione Memoria storica granata, in primis Franco Ossola e Domenico Beccaria. L'idea s'e' realizzata anche grazie all'interessamento di Renzo Rossino, socio dell'associazione, e alla disponibilita' del priore della Basilica, Simeone Benedetto Marenco. Cosi', ieri alle 15, sotto il solito cielo di ogni 4 maggio che regala pioggia a secchiate, ecco don Aldo Rabino, padre spirituale del Toro, benedire il museo e Chiamparino tagliare il nastro inaugurale, ovviamente granata, come granata e' la cravatta del sindaco, tifoso torinista. Accompagnato dalle signore Maroso e Gabetto, vedove di due degli Invincibli, il sindaco ha preceduto, nella visita ai cimeli che raccontano l'epopea del Grande Torino, una piccola folla. Tra cui spiccavano una gloria dell'ultimo scudetto torinista del 1976, Eraldo Pecci, e un ex presidente, Beppe Aghemo, appena giunto da Crevalcore (provincia di Modena) dove in mattinata era stata scoperta una lapide in memoria dello Squadrone voluta dal locale club di tifosi. Aghemo e' consigliere della societa' i cui vertici, Cimminelli e Romero, sono saliti a Superga soltanto un'ora dopo, per la messa. Una piccola pinacoteca di quadri e disegni del Grande Torino introduce al museo vero e proprio, alla scarpiera con le scarpe da gioco di Gabetto e compagni, scarponi verrebbe da chiamarle, se paragonate a quelle che calzano oggi campioni e gregari della serie A. Davanti alla scarpiera, la divisa da gioco di Ossola, a fianco la valigia da trasferta di capitan Valentino Mazzola, la valigetta recuperata tra i rottami dell'aereo del massaggiatore Cortina. Le teche di legno e vetro sono scrigni di curiosita': c'e' il libriccino sul quale il presidente Ferruccio Novo annotava i costi degli Invincibili, e' aperto alla pagina dedicata a Menti, la grafia piccola, tonda di Novo riporta l'ingaggio per l'anno 1946, 500 mila lire, l'arrotondamento di 50 mila lire, il premio di rendimento di 100 mila e la precisazione: «In caso di vittoria del campionato e' previsto il premio scudetto». Sotto, la firma di Menti. Piu' avanti, autografi dei campioni, loro lettere, la tromba che suonava la carica al FILADELFIA. Il trombettiere era Oreste Bolmida, ferroviere, grande somiglianza, almeno a giudicare dalla foto accanto alla tromba, con il mitico Nereo Rocco, il Paron, che allenera' il Toro dal 1963 al '67. La tromba, che Oreste Bolmida usava sul lavoro per far partire i treni, e' stata donata dal figlio del trombettiere, Carlo, medico dentista. In un angolo, la ruota del carrello dell'aereo: sopra, appese alla parete, le targhette con i prezzi (100 e 250 lire) delle gradinate e del rettilineo di tribuna del Fila ai tempi degli Invincibili, gigantografie della gloria e dell'imponente funerale. Una di queste gigantografie reca l'epitaffio piu' bello che sia stato composto in memoria del Grande Torino, e' di Indro Montanelli: «Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede e cosi' i ragazzi crederanno che il Torino non e' morto: e' soltanto in trasferta». Il museo e' visitabile tutti i giorni dalle 16,30 alle 19,30, rimarra' qui sino a quando, forse, sulla radura del FILADELFIA sorgera' il tempio alla memoria del Torino con un piccolo STADIO e la sede sociale. Possibilista, quasi ottimista, Chiamparino: «Il Comune sarebbe disposto a dare un piccolo aiuto> >.

Claudio Giacchino

01/05/02 - Quella partita giocata a parole

Repubblica — pagina 3

Cominciò tutto otto anni fa, il pioniere di chiamava Gian Marco Calleri, quello che piombò sul Toro come una ruspa: un giorno decise che non bastava vendere calciatori, così cominciò a cedere uno stadio (il Filadelfia, che poi si sa che fine ha fatto) e a stufarsi dell' altro: «Troppo caro. Io me ne vado». Non fece in tempo ad attuare il progetto, perché fui lui ad andarsene dal Toro e non il Toro ad andarsene dal Delle Alpi, però suggerì l' idea a Giraudo, che da allora ha, nell' ordine: 1) minacciato di andare a giocare per un anno a Bologna; 2) minacciato di giocare per tutta la vita a Reggio Emilia; 3) progettato di cambiare città ogni domenica; 4) chiesto o progettato di costruire stadi ovunque (Vinovo, Settimo, Moncalieri, corso Marche, Pellerina, Borgaro, Leinì); 5) pensato di ristrutturare il Comunale; 6) deciso di smontare e rimontare il Delle Alpi; 7) organizzato brevi fughe per coppe e coppette varie; 8) alternato giudizi di ammirazione e di disprezzo per quel medesimo stadio; 9) lanciato la provocazione: il Filadelfia datelo a noi; 10) litigato e fatto pace con sindaci, assessori, gestori, presidenti del Torino. Nell' ultimo anno, la faccenda ha preso una piega decisa, ma assolutamente non decisiva. Conviene ricordare le puntate recenti: chi ne ha persa qualcuna non faticherà a ritrovare il filo della storia, che s' arrotola sempre attorno a se stessa. 6 febbraio 2001. Rube e Toro trovano un accordo per affittare il Delle Alpi per cinque anni. Un mese dopo, il patto salta: questione di cavilli. 28 marzo 2001. Dopo una maratona in consiglio comunale, e oltre cinquecento emendamenti di Silvio Viale, salta la possibilità per il Torino di ricostruire il Filadelfia. Cimminelli urla: «Mi hanno rotto. Con trentasei miliardi mi compro il Delle Alpi». 11 aprile 2001. Annuncio di Giraudo: «Prima di Natale compreremo il Delle Alpi insieme al Torino. Ormai siamo d' accordo». 15 giugno 2001. Dopo altri litigi e minacce di fuga, Chiamparino e Giraudo trovano un accordo sul rinnovo del contratto d' affitto, in scadenza al 30 giugno. Cimminelli ripensa al Filadelfia, ma chiede ventimila metri quadrati di attività commerciale. 10 luglio 2001. Fissato il prezzo dell' affitto: 4 miliardi per un anno. Rube e Toro accettano. 2 ottobre 2001. Rube e Toro si accordano per acquistare il Delle Alpi insieme, purché, come dice Giraudo, «ci sia pari dignità nei costi e nei ricavi». I bianconeri ottengono anche 20 mila metri quadrati per attività commerciali. 12 novembre 2001. Ultimatum del Comune alle due società, che nel frattempo hanno cominciato a litigare: «Dovete darci una risposta entro fine mese». 16 novembre 2001. Il Torino non paga da un anno l' affitto dello stadio, il Comune minaccia un' ingiunzione per recuperare il credito. 15 dicembre 2001. Cimminelli cambia idea, e chiede il permesso per costruire un Filadelfia da 25 mila posti. 17 dicembre 2001. Tramonta il progetto di vendere il Delle Alpi a Toro e Rube insieme, perché le due società litigano sulla divisione di oneri e onori. L' assessore Montabone, stizzito: «Siamo tornati indietro di sei mesi». 27 marzo 2002. La Rube comincia a cercare uno stadio per la prossima stagione e effettua sopralluoghi a Monza, Cesena, Piacenza e Reggio Emilia: «Compriamo il Delle Alpi e lo ricostruiamo in un anno». Rientra invece la minaccia di giocare a Milano la finale di Coppa Italia con il Parma. 8 aprile 2002. La Rube lancia un referendum ai suoi tifosi: dove volete giocare l' anno prossimo? 9 aprile 2002. Il Toro protesta: «Se la Rube ricostruisce il Delle Alpi, dove andremo a giocare?». Anche il Comune è indispettito con la Rube: «Giraudo ci ha sempre garantito che i lavori per la ricostruzione dello stadio sarebbero durati tre mesi». I rapporti tra le tre parti in causa sono tesissimi. 10 aprile 2002. Chiamparino rilancia e offre alla Rubentus la possibilità di costruire un nuovo stadio. Giraudo: «Per noi va bene». Due offerte per il Torino: il Comunale o il Delle Alpi. 13 aprile 2002. Contrordine: il nuovo progetto prevede Delle Alpi alla Rube e Comunale al Toro. 26 aprile. La Rube ricambia idea: preferiamo uno stadio privato completamente nuovo, il Delle Alpi non ci interessa più.
EMANUELE GAMBA

27/04/02 - Dal sindaco uno stop definitivo al progetto Filadelfia. E non entro nelle scelte dei privati

Repubblica — pagina 2

Signor sindaco, Torino ha oggi due stadi (il Delle Alpi e il Comunale). In queste settimane si discute di farne uno nuovo (a seconda delle ipotesi il nuovo Filadelfia o il nuovo stadio Rube). È una situazione paradossale, come ha scritto "Repubblica" ieri in un commento. «Credo che sarebbe paradossale averne quattro di stadi». Scusi? «Quel che vogliamo assolutamente evitare è che Torino e Rubentus abbandonino sia il Delle Alpi sia il Comunale e realizzino ognuno una nuova struttura. Questo non lo consentiremo». Ma anche averne tre non sarebbe una soluzione razionale. A Barcellona, con un numero di abitanti doppio di Torino, gli stadi erano tre e uno è stato abbattuto. Qui rischiamo di costruirlo~ «Anche Torino avrebbe uno stadio da abbattere, il Comunale. Ma c' è un vincolo della Sovrintendenza e non si può. Allora tanto vale ristrutturarlo. Personalmente ritengo che la soluzione più razionale sarebbe quella di ristrutturare il Comunale per il Torino e lasciare il Delle Alpi alla Rubentus». Il progetto Filadelfia verrebbe così abbandonato. Eppure recentemente avete ricevuto in Comune una delegazione del Torino che vi ha presentato il progetto. Che cosa ne avete fatto? «Io dico quale sarebbe, a mio parere la soluzione più logica. Non entro nelle scelte private delle società. Per fare uno stadio da 40 mila posti sono necessari circa 45 milioni di euro. E che per liberare l' area demaniale su cui si costruirebbe il nuovo Filadelfia, sarebbero necessari anni di procedure burocratiche. La ristrutturazione del Comunale invece sarebbe più veloce e verrebbe realizzata nell' ambito delle opere olimpiche. In ogni caso risponderemo nei prossimi giorni al Torino con le nostre controdeduzioni sul progetto Filadelfia». Così però insorgerebbero gli abitanti della zona di Santa Rita, nuovamente assediati dalle auto la domenica. Come risponde a loro? «Rispetto agli anni ' 80 la situazione è cambiata. Il progetto per l' area prevede la costruzione di parcheggi sotto l' attuale campo Combi e il sottopasso da corso Spezia a corso Sebastopoli che consentirebbe di collegare l' area verde di piazza D' Armi allo stadio. Credo che il problema degli accessi allo stadio Comunale si possa risolvere». A proposito di aree verdi. Una delle ipotesi, nel caso in cui la Rube non occupasse il Delle Alpi, sarebbe quella di realizzare un nuovo impianto alla Pellerina, in una zona vincolata a verde pubblico. «L' area su cui sorgerebbe l' impianto non c' entra con il parco della Pellerina. Si tratta di un terreno oltre via Pietro Cossa, verso la tangenziale, che è destinato sia ad aree verdi sia a impianti sportivi». Altre ipotesi prevedono che la Rubentus costruisca il nuovo stadio dietro gli stabilimenti Iveco. La giudica credibile? «Pellerina e Iveco sono le due alternative se la Rube rinunciasse al Delle Alpi. La prossima settimana ci incontreremo con i dirigenti della Rubentus per discuterne». Insomma, quando finirà il gioco dei tre stadi? «Stiamo aspettando l' esito di una perizia sul valore del Delle Alpi per sapere se la cifra di 36 miliardi già indicata è congrua. Poi, all' inizio di maggio, partiranno le procedure per la messa all' asta dell' impianto. Assegnata la destinazione del Delle Alpi, il resto si risolverà da sé». Il presidente della circoscrizione delle Vallette ha un timore: se l' impianto andasse al Torino, non verrebbe utilizzata per attività ricreative l' area circostante. Come risponde alle sue preoccupazioni? «Che nelle scorse settimane, parlando con Cimminelli, si ipotizzava di chiudere il terzo anello del Delle Alpi per adibirlo a centro commerciale e ricreativo. Certo nessuno rileverebbe quello stadio senza utilizzarlo anche in senso commerciale». Chi vincerà l' asta sul Delle Alpi? «In teoria potrebbe vincerla chiunque, anche il Manchester United o qualche società che con il calcio non ha nulla a che fare e che intende poi affittare l' impianto alle squadre di calcio. Sa come si dice? Articolo quinto, chi ha la borsa ha vinto».
PAOLO GRISERI

21/04/02 - Stadi fantasma e sinistra quante risse...

Repubblica — pagina 1

Inceneritore, Rivalta, festival gay: estrarre un argomento a caso, il risultato sarà sempre lo stesso. C' è una sinistra inutilmente rissosa, votata al masochismo. Tre esempi in cui Ds e Margherita hanno posizioni differenti: a Rivalta addirittura un candidato ciascuno. Del resto, non è da meno la destra. Cresce il numero delle correnti di Forza Italia, che a sua volta ha rapporti molto tesi con An per via di Leo, con il Ccd per via dei ticket. A Vercelli quelli di Fi cambiano le chiavi della sede. Il vero partito unico? Il trio Ghigo-Chiamparino-Bresso. *** A proposito degli ultimi arresti, torna un dibattito che anche nel nostro piccolo andrebbe sviluppato: gli imprenditori che diventano politici. Oppure, i politici che diventano imprenditori. Con tutte le complicazioni del caso. *** L' eroe della settimana è comunque il forzista Marengo: ha presentato un rapporto antiToroc, che il ministro Frattini ha trasformato in una lettera-ultimatum, rispedita al mittente dallo stesso Ghigo. Proponiamo di riutilizzare Marengo per emergenze varie, conoscere così bene un ministro può essere un bel vantaggio. *** Sullo stadio s' avanza una strana domanda. E se avesse ragione Giraudo? Contestatissimo per i modi e per i tempi, l' amministratore delegato ha almeno il pregio di essere chiaro. E in questa storia, è tutta la città a invocare chiarezza. La Rubentus vuole lo stadio Delle Alpi, ha due progetti pronti, di cui uno molto lodato dallo stesso sindaco. E il Toro? Cimminelli un mese sì e uno no riparla del Filadelfia, che la Fondazione però vuol riprendersi. Ritiene il Comunale troppo piccolo rispetto alle esigenze della sua società. (magari solo per il derby: e non dimentichiamo che il vecchio cuore granata ha scritto puntate indimenticabili anche al Comunale). In ogni caso, per i programmi del Torino, ripassare fra qualche mese. A meno che Giraudo... *** E a proposito di stadio: che fine ha fatto quella famosa fidejussione da ottanta miliardi per la ricostruzione del Filadelfia che venne orgogliosamente sventolata un sabato mattina di due anni fa allo Sporting? C' erano personaggi eccellenti della città. Fu mostrato un documento della Crt in cui si garantiva quella somma, sembrava un momento storico, occhi lucidi e pellegrinaggi a Superga. Di quei soldi, non se n' è più saputo nulla. Qualcuno dice anche che la fidejussione sia scaduta. Quelli che allora pensarono male, oggi rilanciano: era soltanto una mossa "elettorale" per scalzare Vidulich dal Toro (certo, non un grande presidente), e dal rilancio del Filadelfia. Che oggi è un ammasso di ruderi.

17-04-2002, GRANATA DA LEGARE - Siamo all'ultimo stadio: piuttosto che il Delle Alpi preferisco piazza Zara

STAMPA, INTERNAZIONALE, pag.26

QUANDO nell'aprile 2000 Cimminelli compro' il Toro, disse che lo faceva per una speculazione immobiliare. Borgaro e FILADELFIA erano le uniche parole che riuscivi a cavargli dalla bocca. Il resto - la squadra, il vivaio, Superga: il Toro, insomma - per lui era solo un doloroso contorno. In due anni, la situazione si e' rovesciata. Il «contorno» non va poi cosi' male. Eravamo senza soldi, con una societa' a pezzi e la prima squadra divisa e ingovernabile che sprofondava verso la B. Adesso non abbiamo piu' i creditori alla porta, il vivaio ha ripreso a camminare, la Primavera e' arrivata alla finale del Viareggio e il Torello compatto e disciplinato di Camolese finira' fra l'ottavo e il decimo posto in serie A. Certo, continuiamo a non avere denaro, ma e' un problema comune a tutto il calcio e alla lunga la catastrofe livellatoria non puo' che avvantaggiarci. Quanto al futuro prossimo, compreremo una manciata di altri Franco, sperando che almeno uno si riveli buono come e piu' dell'originale. E poi chi ha visto il Siena nel posticipo-tv mi canta le lodi di un Pinga rigenerato e fosforico, che studia da Rui Costa. Mentre col Semioli dirompente della Ternana persino capitan Asta rischierebbe la panchina. La morale e' che finora Cimmy ha fallito solo nella cosa a cui teneva di piu': gli impianti. Di Borgaro, la Milanello granata, si sono perse le paludose tracce da mesi. Quanto allo STADIO, non si sa piu' che pensare. Ancora sabato scorso un autorevole cimminologo mi diceva che c'erano buone possibilita' di rifare il FILADELFIA sulle ceneri ristrutturate del Comunale. Essendo luogo olimpico, ci pagherebbero una parte dei lavori, limitando l'esposizione del Cimmy a una dozzina di miliardi. Peccato che la domenica il patron abbia smentito questa possibilita'. Eppure e' assurdo riempire di stadi una citta' da 1 milione di abitanti, quando c'e' un Comunale che langue e che e' gia' considerato il Nuovo FILADELFIA da molte generazioni di tifosi, che li' hanno visto giocare Meroni e Pulici, li' hanno conquistato l'unico scudetto di cui hanno memoria, li' ritroverebbero la vera Maratona, situata sotto la torre che le ha dato il nome. Seguitemi nel sogno: laddove sorgeva il «Fila» uno STADIO di 3000 posti per le partite della Primavera, la sede, il museo e tutti gli esercizi commerciali che servono al Cimmy per tirare su denaro. Qualche centinaio di metri piu' in la', il nuovo Comunale-FILADELFIA da 30 mila posti, collegato alla sede da un lungo viale che potrebbe chiamarsi «del FILADELFIA» o direttamente «Grande Torino». Praticamente un mega-isolato tutto nostro: il Quartiere Toro! Ma anche questo ennesimo sogno sembra abortito. Restano in ballo il vecchio «Fila» e l'odioso fungo «Delle Alpi». Lo ha detto Cimminelli, subordinando la sua scelta a quella che fara' la Rube. Un attestato di sudditanza che ci saremmo risparmiati volentieri. Non resta che prendere una decisione realistica e dignitosa: andiamo a giocare sul campetto amatoriale di piazza Zara. Li' le spese di ristrutturazione sarebbero minime: giusto una rete di recinzione piu' alta, altrimenti i traversoni di Castellini finiranno tutti nel Po.
Massimo Gramellini

14/04/02 - 'Cimminelli, ci riprendiamo il Filadelfia'

Repubblica — pagina 3

È stato sindaco di Torino ed è tifoso granata di lungo corso. Ma, soprattutto, in questo caso, è alla guida di quella Fondazione Filadelfia nata con lo scopo di restituire ai tifosi e alla città il campo glorioso del Grande Torino. La querelle sugli stadi, a partire dal Delle Alpi, pertanto non può lasciare indifferente Diego Novelli. Anzi. Tanto che, se il patron del Toro Franco Cimminelli non realizzerà il nuovo Filadelfia, Novelli chiederà che l' area in questione ritorni alla Fondazione. Lei come si muoverebbe in questa partita un po' grottesca e surreale, data l' abbondanza di stadi, veri e virtuali, di cui gode la città? «La Rubentus vuole comprare realmente il Delle Alpi? Si decida una volta per tutte, senza minacciare di andare a giocare altrove. I lavori di risistemazione possono essere fatti a lotti, con lo stadio funzionante. Figuriamoci se non si può mettere in piedi a Torino un cantiere iperprotetto ai fini della sicurezza! E, per favore, non tiriamo in ballo Raffaele Guariniello, magistrato serio e scrupoloso: basta rispettare le leggi e i regolamenti». Si parla pure di uno stadio nuovo di zecca. «Trovo legittima, ma balzana, l' idea di costruire un altro stadio con il placet del Comune. Il buon senso lo vieterebbe». E il Toro aspetta le mosse della Rubentus? «Cimminelli ha più volte detto di volere ricostruire il Filadelfia su aree di sua proprietà: ne ha tutti i diritti. Per cortesia, lo faccia. Ma i maligni sostengono che non ci sono i quattrini. Se così fosse, però, che cosa c' entra l' ultima dichiarazione della società granata secondo cui il Torino potrebbe comprare il Delle Alpi? Se ha i soldi per lo stadio della Continassa, non vedo perché non debba investirli nel Filadelfia. In ogni caso, se il Toro non dovesse fare un Filadelfia per la prima squadra, riconsegni allora l' area alla Fondazione, che realizzerà il progetto di cinque anni fa, ricostruendo l' antica tribuna, con gradinate capaci». Il Torino, magari, potrebbe finire al vecchio Comunale. «Dato che, con i fondi per le Olimpiadi, dovrà essere rimesso in ordine, rimane sempre l' ipotesi di cederlo in concessione al Torino, mentre la Rube si compra il Delle Alpi. Sembra tutto facile, certo, ma non lo è. Sono convinto, a ogni modo, che per il 2006 il Delle Alpi dovrà essere comunque pronto per l' apertura dei Giochi, mentre non può restare il buco nero del Filadelfia nel cuore del comprensorio olimpico nella zona degli ex mercati generali».
MASSIMO NOVELLI

12-04-2002, Cimminelli: ecco il Toro del futuro «Largo ai nostri giovani con un paio di rinforzi»

STAMPA, NAZIONALE, pag.36

IL REBUS DELLO STADIO, IL CASO GALANTE, L'ATALANTA, LA SNAI CHE HA TOLTO LA PARTITA DALLE SCOMMESSE: UN'ANALISI A TUTTO CAMPO DEL PATRON GRANATA
......
Sulla questione STADIO, Cimminelli e' altrettanto esplicito: «Ci hanno chiamato in Comune per dirci che quattro stadi sono troppi e due, uno per squadra, sarebbero piu' che sufficenti. Oltre un anno fa avevamo dato ampia disponibilita' alla priorita' della Rube ad acquistare il Delle Alpi. Se l'avesse fatto, noi avremmo ricostruito il FILADELFIA. Se i bianconeri, invece, decideranno di edificare un loro STADIO, il Delle Alpi lo prenderemo noi, lo ristruttureremo e lo chiameremo Nuovo FILADELFIA. In tutti i discorsi, pero', c'e' un punto fermo: il Toro ha i suoi tifosi a Torino e resta in questa citta'. La Rube e' un club di livello mondiale e, ovunque va, gioca sempre in casa». A Bergamo, il Toro recupera Ferrante, Comotto e, almeno per la panchina, Asta. Camolese aspetta l'ultimo allenamento di domani per decidere l'impiego di Lucarelli, dolorante ad un tendine della coscia destra. Franco, che ha smaltito il leggero attacco febbrile, e' pronto sia a disputare la sua terza partita da titolare che a fare staffetta con Lucarelli: «Mi trovo bene sia con Marco, la cui tecnica e' impressionante, sia con Cristiano. Sono due tra i piu' forti attaccanti italiani». In questo finale di stagione, Franco sogna altri due o tre gol non tanto per convincere Pua, ct uruguayno, a convocarlo per i prossimi mondiali (punta a quelli del 2006), ma per ripagare la fiducia del Toro nel quale vuole rimanerci. E per molti anni.

Bruno Bernardi

11-04-2002, QUI TORINO «E' fondamentale non dover emigrare»

STAMPA, TORINO, pag.39

Il sindaco Sergio Chiamparino, nel pomeriggio, ha riferito l'esito dell'incontro con i vertici bianconeri, al presidente del Torino-Calcio, Attilio Romero. Sollecitandolo, fra l'altro, a presentare ufficialmente i progetti per l'eventuale rinascita del FILADELFIA. Romero ha assicurato che gli studi di fattibilita' stanno procedendo e che a giorni gli uffici tecnici della societa' granata prenderanno contatto con quelli comunali per avviare un primo confronto utile all'avvio delle procedure per far rinascere lo STADIO dove gioco' e vinse tanti scudetti il mitico Toro, prima della tragedia di Superga. Ma, oltre a cio', il Club di Cimminelli, si e' detto interessato ad un'eventuale partecipazione alla gara per acquistare il «Delle Alpi», nel caso la Rubentus scelga di costruirsi un proprio impianto altrove. Senza togliere nulla alla Rube, che - ha detto Romero - se vorra' procedere alla ristrutturazione del manufatto costruito alla Continassa 12 anni fa, per i mondiali di «Italia '90», il Toro andra' avanti per la propria strada, che vorra' appunto dire: ricostruzione del FILADELFIA. Il presidente Romero ha posto una condizione: poter giocare le partite interne, sempre in citta', anche se il Delle Alpi sara' investito da lavori di ristrutturazione.

11/04/02 - Rube, impianto nuovo?

Repubblica — pagina 2

La giornata comincia e finisce nello stesso modo: la Rubentus vuole acquisire lo stadio delle Alpi per trasformarlo in un subalpino Old Trafford da 4045 mila posti, corredato da un albergo e varie attività di intrattenimento (negozi, ristoranti). A causa di questi lavori, i bianconeri vogliono giocare per un anno a Monza o Piacenza (hanno già l' autorizzazione delle Lega). Ma in mezzo ci sono tante varianti, più o meno probabili. La prima: il progetto Rubentino potrebbe concretizzarsi in un impianto nuovo di zecca, nella zona nord della città (Basse di Stura, Barriera di Milano). In questo modo l' impianto della Continassa potrebbe essere rilevato dal Torino (la perizia di un anno fa valuta la struttura 18 milioni di euro) che rinuncerebbe all' ipotesi di ricostruire il Filadelfia. Nemmeno l' immaginifico Feydaeu, quello delle spassose commedie scandite da una serie impressionante di colpi di scena, sarebbe riuscito ad offrire ai vari protagonisti un ventaglio così contradditorio di versioni. Risultato? Nessuna certezza, se non che, se la logica ha ancora diritto di cittadinanza, difficilmente il Delle Alpi, indipendentemente dal suo proprietario, nella prossima stagione sarà inagibile. Eppure qualche segnale significativo, nella massima confusione di ieri, è emerso. Ore 11. Puntualissimi arrivano in Comune l' amministratore delegato Rubentino Antonio Giraudo e Lodovico Passerin d' Entreves, direttore delle relazioni esterne IflIfi, ovvero la proprietà Rubentina. È la dimostrazione che tutto il vertice societario è impegnato in questa storia. Cinque minuti dopo giungono il vicepresidente Roberto Bettega, il direttore generale Luciano Moggi e lo «stadium manager» Renato Oppezzi. S' infilano tutti nello studio del sindaco Sergio Chiamparino, dove sono già in attesa gli assessori Renato Montabone (sport) e Paolo Peveraro (Patrimonio). Ore 12,30. Escono i dirigenti bianconeri. Nessuno ha voglia di parlare. Solo Giraudo non si sottrae: «Abbiamo illustrato il nostro progetto all' amministrazione comunale per uno stadio sociale. Ci rivedremo tra una settimana dieci giorni per gli approfondimenti». Il piano prevede un impianto senza pista d' atletica, l' avvicinamento verso la tribuna ovest del terreno di gioco, la costruzione di una più vicina tribuna est e negli spazi liberati la realizzazione di tante attività commerciali e sportive. Ore 12, 35. Ai cronisti si presentano Chiamparino e gli assessori: «Quello presentato dalla Rubentus - sottolinea il sindaco - è un progetto molto interessante. Abbiamo concordato di verificare se la collocazione migliore sia all' interno dello stadio Delle Alpi o in un' altra area, da individuare. Ci sono ampi spazi, soprattutto nella fascia più accessibile dall' anello tangenziale, che possono ospitare l' impianto eventuale. Ovviamente vorremmo evitare che Torino diventi una città di stadi. Per la società può essere interessante e conveniente pensare al Delle Alpi come stadio di proprietà. Noi abbiamo due obiettivi: salvaguardare il patrimonio dell' impianto della Continassa che vogliamo cedere con l' asta pubblica e garantire ad entrambe le società gli impianti». Ore 14,50. Nell' ufficio di Chiamparino arrivano il patron del Torino Franco Cimminelli e il presidente Tilli Romero. Escono mezz' ora dopo: «Concediamo la scelta prioritaria alla Rubentus - dice Romero - e andiamo avanti con lo studio di fattibilità per il nuovo Filadelfia. Abbiamo offerto la disponibilità ad acquisire il Delle Alpi nel caso in cui la Rubentus optasse per l' edificazione di un proprio impianto in un' area da individuarsi. Vogliamo però usufruire dello stadio cittadino per le partite interne». Chiamparino e gli assessori gongolano: è fatta, la soluzione c' è. Ore 15,30. Chiedono udienza al sindaco i capigruppo di maggioranza. Hanno sentito della novità di un' area da destinare per il nuovo stadio. Sono un po' seccati per non essere stati consultati. Il sindaco spiega che non c' è alcun colpo di mano, la discussione è aperta e l' obiettivo è l' utilizzo dello stadio di Italia '90. La trattativa si apre per capire se qualcuno bluffa e cerca pretesti per andare via da Torino. Quasi tutti sono soddisfatti, tranne Comunisti Italiani. Ore 16,30. Sul nuovo sito, la Rubentus puntualizza. «Questa mattina abbiamo presentato un progetto per la ristrutturazione del Delle Alpi. Di un nuovo stadio non si è parlato». Ore 17. «Puntualizza» anche Chiamparino: «Il progetto presentato dalla Rubentus riguarda la ristrutturazione del Delle Alpi, ma abbiamo deciso di sospendere la riunione e ci siamo dati 10 giorni di tempo per verificare se ci sono aree per costruire un nuovo stadio, più adatto del Delle Alpi alle esigenze della Rubentus. Che succederà per il prossimo campionato? Dipende dai progetti delle due società. Se le ritengono, le due squadre possono giocare al Delle Alpi». Ore 17,30. Interviene Diego Novelli, presidente della Fondazione per la rinascita del Filadelfia: «Se il Torino pensa di acquisire il Delle Alpi, tutta la titolarità sul Filadelfia torna alla Fondazione. Ma perché non si pensa a riutilizzare il vecchio Comunale?» . La telenovela continua.
- GINO LI VELI

10-04-2002, Chiamparino disposto a trovare una soluzione in tempi brevi «Dev'essere garantita anche l'attivita' dell'altra squadra della citta'»

VERTICE OGGI TRA IL SINDACO E IL MANAGER BIANCONERO GIRAUDO
Il Comune alla Rube «Non lasciare Torino» L'assessore allo Sport: «Possibile ultimare i lavori entro agosto»

STAMPA, TORINO, pag.35

Oggi l'incontro. Da una parte il Comune, dall'altra la Rubentus. Il sindaco Sergio Chiamparino e l'assessore allo Sport Renato Montabone sperano che sia un confronto costruttivo. Non un match. La vigilia, pero', e' davvero tesa: «Non vorrei che dietro l'atteggiamento della dirigenza bianconera - dice il sindaco - ci sia la solita minaccia nei confronti della citta', la stessa arte, non proprio raffinata, di contrattare». C'e' il timore di arenarsi sul valore del Delle Alpi, anche alla luce della perizia voluta dalla giunta per verificare se la valutazione di trenta miliardi di lire e' attuale. L'amministratore delegato della Rube, Antonio Giraudo, stamane, salira' lo scalone di Palazzo Civico forte del benestare della Lega Calcio al «trasloco» provvisorio da Torino in altra citta'. L'assessore e' preoccupato: «Torino non puo' stare un campionato senza Rubentus, una stagione senza Coppe internazionali. Il Delle Alpi puo' essere ristrutturato per fasi, e ci possono essere altre soluzioni». Montabone ricorda che «fino a due mesi fa la societa' bianconera ci faceva fretta per trovare un accordo, sostenendo che in tre mesi lo STADIO sarebbe stato adeguato alle sue esigenze, che a fine di agosto ci sarebbe stata di nuovo l'agibilita'». Le previsioni sono cambiate: «Improvvisamente - continua - il tempo necessario per i lavori e' diventato di 18 mesi. Secondo me, e' ancora possibile che in tre mesi si faccia tutto». I tecnici diranno se la ristrutturazione potra' essere effettuata senza creare problemi di sicurezza. Questa e' una citta' che ha conosciuto gravi tragedie su attivita' pubbliche, la sensibilita' di chi vigila e' intransigente. Sara' consentito lo svolgimento di partite di cartello con la presenza di un cantiere ben separato dal campo e dalle tribune, ma comunque vicino? Non potranno esserci sorprese in corso d'opera, un'attivita' che muove milioni di euro deve essere programmata, organizzata per tempo. A Palazzo Civico c'e' la convinzione che le garanzie possano essere date. Un cantiere estivo, durante l'interruzione del campionato, e, per tranquillita', una disponibilita' ad accettare un'eventuale separazione da Rube e Toro per tre mesi, non di piu'. Alternative? Attendere il 2004 per la trasformazione dello STADIO dei mondiali nel salotto del calcio (senza pista d'atletica), nel 2004 sara' pronto il Comunale, l'impianto di corso Sebastopoli infatti sara' risistemato per le Olimpiadi e potra' ospitare anche partite di calcio. La trattativa per la cessione del Delle Alpi alla Rubentus dovra' tenere conto di queste condizioni: «Cederemo lo STADIO - precisa il sindaco - con una procedura che avra' evidenza pubblica, sara' un'asta o una forma diversa, comunque alla luce del sole». Il Torino? I dirigenti granata hanno rilanciato il «progetto FILADELFIA» e hanno chiesto all'amministrazione comunale (ricevendone assicurazioni positive) che non dovranno migrare dal capoluogo piemontese: «Il contratto che faremo con la Rube - risponde Chiamparino - prevedera' la clausola che ogni soluzione presa possa garantire l'attivita' dell'altra squadra di Torino».

10/04/02 - 'Ma il sogno è il Filadelfia'

Repubblica — pagina 3

Va bene essere abituati storicamente, da Superga in poi, a soffrire e a subire. Ma il pensiero di andare a giocare il prossimo campionato al «Silvio Piola» di Novara, oppure a Livorno o a Reggio Emilia, o magari nell' ostile Piacenza (calcisticamente parlando), non piace per niente al Torino. Anche e soprattutto perché vorrebbe dire un salasso in termini di abbonati e di spettatori paganti. Così, in attesa degli eventi, è meglio professare in queste ore un classico ottimismo della volontà. È quello che mostra Attilio Romero, presidente del club granata: «Ho parlato ieri (martedì, ndr) con l' assessore Renato Montabone: ci ha garantito che il Torino giocherà comunque allo stadio delle Alpi. E anche il sindaco Sergio Chiamparino ha affermato che, al di là di come andrà a finire la trattativa con la Rubentus, vi sarà un vincolo per cui verrà garantito l' utilizzo dello stadio per chi voglia fruirne: in questo caso, il Torino». Senza dimenticare che - ma qui siamo nel regno dell' ipotetico o dei sogni - «in Comune si sta esaminando un piano di fattibilità per la realizzazione del nuovo stadio Filadelfia». Il Toro, dunque, aspetta e spera. E non vuole prendere in considerazione l' idea di traslocare per qualche mese o per un anno da Torino. Certo, se proprio non fosse possibile restare in un «Delle Alpi» sconvolto dai lavori di ristrutturazione, il romanticismo di Romero gli suggerirebbe un campo del cuore alternativo: il glorioso Moccagatta di Alessandria. «È chiaro dice - che mi starebbe benissimo, figuriamoci!». È lo stesso presidente, tuttavia, a scartare questa possibilità, dato «che lo stadio dei vecchi grigi ha una capienza del tutto insufficiente e presenterebbe, peraltro, insormontabili ostacoli per quanto riguarda l' ordine pubblico e i parcheggi». «Noi però siamo tranquilli» chiosa Romero, anche in un sussulto scaramantico, «visto che giocheremo a Torino». E il Filadelfia? È un' ipotesi tanto remota? «No. Però - conclude - è presto per pronunciarsi sui tempi, anche perché, ripeto, il progetto di fattibilità è ora all' esame dei tecnici».
- MASSIMO NOVELLI