Il Comune pronto a risolvere la grana delle ipoteche, proposti all’Agenzia delle Entrate quasi 500.000 euro
MARCO BONETTO
Qualcosa per il Filadelfia si muove. Sono capitati due fatti. Il primo potrebbe rivelarsi decisivo perché si compia un passo in avanti sulla strada della rinascita dell’area del Grande Torino, quale centro sportivo per gli allenamenti della squadra granata. Dopo tre anni di perdite di tempo e rinvii continui, dal pozzo delle tante, troppe parole la Giunta Chiamparino ha finalmente e ufficialmente “pescato” (per la prima volta) un’offerta scritta per l’Agenzia delle Entrate, al fine di cancellare le ipoteche che gravano sul Fila e ne impediscono la rinascita.
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Trattative per la cancellazione delle ipoteche che bloccano la rinascita dell’area
Fila, ecco i soldi: era ora!
Dopo 3 anni di rinvii il Comune fa finalmente un’offerta al Fisco
Meno di 500 mila euro: e il denaro non è del Municipio ma del curatore fallimentare.
Adesso l’Agenzia delle Entrate dà ragione a Tuttosport...
Segue dalla prima
IL COMUNE DI TORINO, comunque, non compie nessun particolare atto di “splendida generosità”: con un ritardo inspiegabile e dannoso (fino a prova contraria) per le sorti dell’area, adesso mette semplicemente a disposizione dell’Agenzia tributaria soldi altrui: cioè la quasi totalità della cifra già accantonata e garantita dal curatore fallimentare Cerri (dal 2006, fino a un massimo di 500 mila euro) appunto per l’estinzione delle ipoteche di Cimminelli: del padrone del Toro devastato dai debiti e fallito nel 2005. Si attende, ora, la risposta dell’Agenzia delle Entrate al Comune.
FIDEJUSSIONE FALSA. Il secondo fatto vede invece l’Agenzia in qualità di scrivano. Ha preso carta e penna il direttore regionale piemontese Vincenzo Palitta. Palitta ha inviato a Tuttosport una lettera, in cui conferma quanto riportato nei giorni scorsi dal nostro giornale in merito all’incredibile vicenda delle ipoteche iscritte e cancellate a intermittenza tra il 2004 e il 2005. Ma quali erano i motivi di quelle decisioni in continuo e aperto contrasto tra loro, inframmezzate anche con stupefacente tempismo da delibere e atti notarili del Comune (sul Fila e, in connessione, sul supermercato Bennet e su due palazzi da costruire) altrimenti svuotati e irrealizzabili? «Cause giustificate e documentate », spiega l’Agenzia. Le cancellazioni furono concesse al Torino di Cimmi «poiché vennero presentate garanzie sostitutive, che successivi indagini hanno poi rivelato essere impraticabili o inidonee. Ricordo in proposito il tentativo di transazione fallito e la presentazione di una polizza fidejussoria falsa», scrive il dirigente dell’Agenzia. A un incorreggibile pluridebitore per una cifra in ascesa tra 18 e 19 milioni di euro (subito raddoppiata, dopo il fallimento sportivo del Torino) l’Agenzia delle Entrate ha cancellato ipoteche pari al doppio dell’importo dovuto con fantastica fiducia e comprensione, confidando ogni volta, evidentemente, in un’altrui conversione sulla via di Damasco. Il risultato? Persino alle fidejussioni false si arrivò, quando ormai il Torino correva verso il crac con gli stivali delle sette leghe. Che peccato: le prime indagini dell’Agenzia, a tutela di se stessa e degli interessi di tutti gli italiani, non erano state abbastanza incisive, così da comprendere per tempo che le «garanzie sostitutive » erano «impraticabili o inidonee... ».. Sì: che sfortuna. Cimminelli non aveva già presentato garanzie adeguate in precedenza, “tradendo” una prima volta l’Agenzia delle Entrate dopo aver evaso per anni tasse plurimilionarie, inducendola a sbagliare e facendo cancellare ingiustamente le ipoteche. Eppure nel giugno 2005, a un mese e mezzo dalla sparizione del club granata, palesemente moribondo, l’Agenzia commetteva un nuovo errore clamoroso (chiaramente in buona fede e senza dolo, puntualizza in sostanza il direttore Palitta), prendendo per buona una fidejussione poi risultata falsa e tirando un secondo colpo di spugna sulle ipoteche di un evasore conclamato da anni: al Torino del signor Ergom, storico fornitore Fiat e per lungo tempo molto ben visto in Comune, le cancellavano di continuo, le ipoteche. E poi quello stesso Comune correva subito dai notai per firmare atti di vendita del Fila. E si sbatteva pure per sfornare delibere ad hoc.
IL SINDACO RISPONDE?
Ringraziando l’Agenzia delle Entrate per la missiva, per quanto sia veramente troppo generica nelle spiegazioni quanto alle prime indagini compiute sulle garanzie sostitutive che produssero le ingiuste e ripetute cancellazioni delle ipoteche, attendiamo sempre anche delle risposte dal sindaco Chiamparino e dagli assessori coinvolti ( in primis Viano e il suo ex collega Montabone).
“Sfruttando” proprio la cancellazione delle ipoteche, ogni volta il Comune si affrettava a varare atti fondamentali sul Fila, sul supermercato che la Bennet doveva costruire e per il quale aveva già investito 20 milioni, nonché sui due palazzi da erigere. Addirittura il 22 giugno 2005, nello stesso giorno della seconda cancellazione delle ipoteche, ad appena un mese e mezzo dalla sparizione del Torino, il Comune stipulava una convenzione edilizia con il cub granata moribondo, appunto la Bennet e i costruttori dei palazzi. Non hanno perso neanche un minuto, in quel caso. Che sfortuna, però: perché dopo, in quattro anni, Il Comune non è più riuscito a muovere nessun altro concreto e sostanziale passo in avanti, per il Fila. Scrive ancora l’Agenzia tributaria: «Da allora ad oggi», cioè da quando il Comune è diventato «l’interlocutore » dell’Agenzia, dopo il fallimento del Torino, «non risultano pervenute formali offerte per liberare l’area dall’ipoteca ». Solo adesso una è in viaggio, con un ritardo censurabile.
Tutto è lecito, lo diciamo sempre: ma tutto è anche stato condotto nel migliore dei modi, già solo politicamente e strategicamente, per gli interessi del Comune, della cittadinanza e di quell’area, il Filadelfia, che da 12 anni è una discarica a cielo aperto? Di certo il supermercato Bennet è già stato costruito da molto tempo.
E fa soldi a palate.
MARCO BONETTO
Nella fotografia, un bambino del Toro gioca tra i ruderi del Filadelfia, demolito sciaguratamente 12 anni fa.
Sulla sinistra, la lettera inviata a Tuttosport dall’Agenzia delle Entrate
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