sabato 21 novembre 2009

20/11/09 - FILA: Ora c'è l'offerta

TS - pagina 1

Il Comune pronto a risolvere la grana delle ipoteche, proposti all’Agenzia delle Entrate quasi 500.000 euro

MARCO BONETTO
Qualcosa per il Filadelfia si muo­ve. Sono capitati due fatti. Il pri­mo potrebbe rivelarsi decisivo perché si compia un passo in avanti sulla stra­da della rinascita dell’area del Grande Torino, quale centro sportivo per gli allenamenti della squadra granata. Dopo tre anni di perdite di tempo e rin­vii continui, dal pozzo delle tante, trop­pe parole la Giunta Chiamparino ha finalmente e ufficialmente “pescato” (per la prima volta) un’offerta scritta per l’Agenzia delle Entrate, al fine di cancellare le ipoteche che gravano sul Fila e ne impediscono la rinascita.
_ SEGUE A PAGINA 19




Pag. 19

Trattative per la cancellazione delle ipoteche che bloccano la rinascita dell’area

Fila, ecco i soldi: era ora!

Dopo 3 anni di rinvii il Comune fa finalmente un’offerta al Fisco
Meno di 500 mila euro: e il denaro non è del Municipio ma del curatore fallimentare.

Adesso l’Agenzia delle Entrate dà ragione a Tuttosport...

Segue dalla prima

IL COMUNE DI TORINO, co­munque, non compie nessun particolare atto di “splendida generosità”: con un ritardo in­spiegabile e dannoso (fino a prova contraria) per le sorti dell’area, adesso mette sempli­cemente a disposizione dell’A­genzia tributaria soldi altrui: cioè la quasi totalità della cifra già accantonata e garantita dal curatore fallimentare Cer­ri (dal 2006, fino a un massimo di 500 mila euro) appunto per l’estinzione delle ipoteche di Cimminelli: del padrone del Toro devastato dai debiti e fal­lito nel 2005. Si attende, ora, la risposta dell’Agenzia delle En­trate al Comune.

FIDEJUSSIONE FALSA. Il secondo fatto vede invece l’A­genzia in qualità di scrivano. Ha preso carta e penna il di­rettore regionale piemontese Vincenzo Palitta. Palitta ha in­viato a Tuttosport una lettera, in cui conferma quanto ripor­tato nei giorni scorsi dal nostro giornale in merito all’incredibi­le vicenda delle ipoteche iscrit­te e cancellate a intermittenza tra il 2004 e il 2005. Ma quali erano i motivi di quelle decisio­ni in continuo e aperto contra­sto tra loro, inframmezzate an­che con stupefacente tempismo da delibere e atti notarili del Comune (sul Fila e, in connes­sione, sul supermercato Bennet e su due palazzi da costruire) altrimenti svuotati e irrealizza­bili? «Cause giustificate e docu­mentate », spiega l’Agenzia. Le cancellazioni furono concesse al Torino di Cimmi «poiché ven­nero presentate garanzie sosti­tutive, che successivi indagini hanno poi rivelato essere im­praticabili o inidonee. Ricordo in proposito il tentativo di tran­sazione fallito e la presentazio­ne di una polizza fidejussoria falsa», scrive il dirigente dell’A­genzia. A un incorreggibile plu­ridebitore per una cifra in asce­sa tra 18 e 19 milioni di euro (subito raddoppiata, dopo il fal­limento sportivo del Torino) l’A­genzia delle Entrate ha cancel­lato ipoteche pari al doppio del­l’importo dovuto con fantastica fiducia e comprensione, confi­dando ogni volta, evidentemen­te, in un’altrui conversione sul­la via di Damasco. Il risultato? Persino alle fidejussioni false si arrivò, quando ormai il Torino correva verso il crac con gli sti­vali delle sette leghe. Che pecca­to: le prime indagini dell’Agen­zia, a tutela di se stessa e degli interessi di tutti gli italiani, non erano state abbastanza incisi­ve, così da comprendere per tempo che le «garanzie sostitu­tive » erano «impraticabili o ini­donee... ».. Sì: che sfortuna. Cim­minelli non aveva già presenta­to garanzie adeguate in prece­denza, “tradendo” una prima volta l’Agenzia delle Entrate dopo aver evaso per anni tasse plurimilionarie, inducendola a sbagliare e facendo cancellare ingiustamente le ipoteche. Ep­pure nel giugno 2005, a un me­se e mezzo dalla sparizione del club granata, palesemente mo­ribondo, l’Agenzia commetteva un nuovo errore clamoroso (chiaramente in buona fede e senza dolo, puntualizza in so­stanza il direttore Palitta), prendendo per buona una fi­dejussione poi risultata falsa e tirando un secondo colpo di spugna sulle ipoteche di un evasore conclamato da anni: al Torino del signor Ergom, stori­co fornitore Fiat e per lungo tempo molto ben visto in Co­mune, le cancellavano di conti­nuo, le ipoteche. E poi quello stesso Comune correva subito dai notai per firmare atti di vendita del Fila. E si sbatteva pure per sfornare delibere ad hoc.

IL SINDACO RISPONDE?
Ringraziando l’Agenzia delle Entrate per la missiva, per quanto sia veramente troppo generica nelle spiegazioni quanto alle prime indagini compiute sulle garanzie sosti­tutive che produssero le ingiu­ste e ripetute cancellazioni del­le ipoteche, attendiamo sem­pre anche delle risposte dal sindaco Chiamparino e dagli assessori coinvolti ( in primis Viano e il suo ex collega Mon­tabone).
“Sfruttando” proprio la cancellazione delle ipoteche, ogni volta il Comune si affret­tava a varare atti fondamen­tali sul Fila, sul supermercato che la Bennet doveva costruire e per il quale aveva già investi­to 20 milioni, nonché sui due palazzi da erigere. Addirittura il 22 giugno 2005, nello stesso giorno della seconda cancella­zione delle ipoteche, ad appena un mese e mezzo dalla spari­zione del Torino, il Comune sti­pulava una convenzione edili­zia con il cub granata moribon­do, appunto la Bennet e i co­struttori dei palazzi. Non han­no perso neanche un minuto, in quel caso. Che sfortuna, però: perché dopo, in quattro anni, Il Comune non è più riu­scito a muovere nessun altro concreto e sostanziale passo in avanti, per il Fila. Scrive anco­ra l’Agenzia tributaria: «Da al­lora ad oggi», cioè da quando il Comune è diventato «l’interlo­cutore » dell’Agenzia, dopo il fallimento del Torino, «non ri­sultano pervenute formali of­ferte per liberare l’area dall’i­poteca ». Solo adesso una è in viaggio, con un ritardo censu­rabile.
Tutto è lecito, lo diciamo sempre: ma tutto è anche sta­to condotto nel migliore dei modi, già solo politicamente e strategicamente, per gli inte­ressi del Comune, della cittadi­nanza e di quell’area, il Fila­delfia, che da 12 anni è una di­scarica a cielo aperto? Di certo il supermercato Bennet è già stato costruito da molto tem­po.
E fa soldi a palate.

MARCO BONETTO

Nella fotografia, un bambino del Toro gioca tra i ruderi del Filadelfia, demolito sciaguratamente 12 anni fa.
Sulla sinistra, la lettera inviata a Tuttosport dall’Agenzia delle Entrate

Nessun commento:

Posta un commento