domenica 22 novembre 2009

31/10/08 - Un uomo all'angolo

LUCA MORINO

La scena l’ho vista, vera e cruda. Un orso di piccola taglia, grande come un vitello, adagiato sul pianale di un pick up, nel villaggio di Betsiamites, riserva di indiani autoctoni, in Quebec. Un filo di bava rossa a macchiare i denti, uno squarcio all’altezza della spalla provocato dal colpo di un fucile di grosso calibro. Vedo tutto, carne, ossa e pelo fulvo ridotti a poltiglia. Si aggirava per il paese, mi dicono, ed era diventato un pericolo per i bambini, anche a trasferirlo sarebbe tornato. Penso e ripenso all’orso violato mentre girovago intorno all’ex stadio Filadelfia. La scena è desolante. Attorno ai numerosi cassonetti hanno lasciato una poltrona divelta, un ex frigorifero, un materasso e ciarpame inutile di qualche appartamento svuotato. Brandelli di storia al capolinea. Lungo i muri si avverte una forte puzza di piscio e tra le sbarre di un cancelletto qualcuno (me la immagino, la vecchina solitaria e un po’ rintronata) ha messo del cibo per gatti in alcuni piatti di plastica. Lì la puzza cambia colore, è nauseante e attacca lo stomaco.

Il cancello principale esprime ancora una bella dignità, ma attraverso la fessura della buca delle lettere, al numero 36, si vede quel che si vede: erbacce incolte, alberelli, pezzi forse di lavandini divelti, gatti padroni. Da fuori invece, scavalcando con lo sguardo le recinzioni, si inseguono le sagome grigie dei vecchi spalti, dei mancorrenti interrotti. Triangoli di ghisa e cemento armato, geometrie d’abbandono. Sono passati solo 82 anni dall’inaugurazione e fa male assistere all’agonia di questo pezzo di storia ridotto a pezzi, schiantato nell’indifferenza come la carcassa di un animale inutile ferito a morte.

E in tutto questo il tifo non c’entra.

Via Tunisi angolo via Filadelfia

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