domenica 22 novembre 2009

28/03/02 - Torino per un anno senza calcio

Repubblica - pagina 1

Questa volta non è una minaccia, ma una scelta quasi inevitabile: Torino resterà senza calcio per un anno intero, senza Rube e senza Toro. E nell' attesa che nascano i nuovi stadi il Delle Alpi bianconero, il Filadelfia granata a squadre e tifosi toccherà di emigrare, fuori città e fuori regione. Tutto dipende da quanto tempo passerà prima che il Comune metta all' asta la concessione di 99 anni sull' impianto della Continassa: i tecnici del municipio aspettano soltanto che venga completata la perizia sullo stadio, dopodiché verrà fissato il prezzo e indetto il bando pubblico, che dovrebbe avere un solo concorrente. Cioè la Rube, visto che il Toro si è decisamente indirizzato verso il Filadelfia (per il quale permangono comunque moltissimi problemi, dall' impatto urbanistico sul quartiere alla difficoltà di concedere quelle aree per attività commerciali che richiede Cimminelli). Il progetto bianconero è abbastanza chiaro: una volta ottenuto il Delle Alpi cosa che potrebbe accadere prima dell' estate sarà smontato completamente, eliminando la pista di atletica, riservando il primo anello a negozi e supermercati e riducendo la capienza a 40-45 mila spettatori. Lavori di ristrutturazione che, secondo la Rube, dureranno un anno, cioè un campionato intero. Dove giocare, allora, nel frattempo? I bianconeri si stanno attrezzando: l' altro ieri un gruppo di dirigenti e tecnici (il responsabile commerciale Romy Gai, lo stadium manager Renato Opezzi, il tecnico progettista Fiorilli, due agronomi e un impenditore edile torinese) ha effettuato un sopralluogo allo stadio di Monza, che era già stato visitato da Giraudo il 19 marzo. Il Brianteo ha una capienza di 18.568 spettatori, ma c' è un già progetto per ampliarlo di un terzo attraverso tribune provvisorie. Nelle settimane scorse, i bianconeri avevano visitato anche il Garilli di Piacenza e il Giglio di Reggio Emilia, altre due destinazioni possibili. Il fatto che la Rube stia già cercando le soluzioni, significa che il problema è molto più di un' ipotesi, ma una prospettiva concreta. Il Torino è invece ancora fermo, e rischierà di pagare questo ritardo. «Non ci muoviamo fino a quando non ci sarà una notizia ufficiale», dice il presidente Romero, ma per i granata il trasloco promette di essere molto più complicato: se la Rube può infatti permettersi di lasciare il Piemonte senza ricevere contraccolpi pesanti sul piano degli incassi e del seguito popolare, per il Toro allontanarsi dalla città potrebbe essere drammatico. Ma in Piemonte non c' è un solo impianto, a parte il Delle Alpi, degno della serie A: il più moderno e il più capiente è il Silvio Piola di Novara, che però ha appena avuto problemi enormi, e a causa del crollo di una tribuna è adesso agibile per appena ottomila spettatori. Un' altra soluzione porta invece in Liguria, a Savona, dove per altro il Torino ha uno zoccolo duro di tifosi. Esiste poi la terza via, quella politica. In Comune, infatti, l' anno sabbatico preoccupa parecchio: sindaco e assessori preferirebbero una soluzione più soft, magari invitando la Rube a rifarsi il Delle Alpi un poco per volta, in modo da poterlo utilizzare anche a lavori in corso come era successo, ad esempio, prima dei Mondiali '90 a Marassi e al Franchi di Firenze, ristrutturati ma non chiusi del tutto. È un compromesso che la Rube non sembra intenzionata ad accettare, anche perché prolungherebbe i restauri per un altro campionato. Quindi, si finirà per giocare un anno in casa d' altri.
- EMANUELE GAMBA

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