domenica 22 novembre 2009

27/04/02 - Dal sindaco uno stop definitivo al progetto Filadelfia. E non entro nelle scelte dei privati

Repubblica — pagina 2

Signor sindaco, Torino ha oggi due stadi (il Delle Alpi e il Comunale). In queste settimane si discute di farne uno nuovo (a seconda delle ipotesi il nuovo Filadelfia o il nuovo stadio Rube). È una situazione paradossale, come ha scritto "Repubblica" ieri in un commento. «Credo che sarebbe paradossale averne quattro di stadi». Scusi? «Quel che vogliamo assolutamente evitare è che Torino e Rubentus abbandonino sia il Delle Alpi sia il Comunale e realizzino ognuno una nuova struttura. Questo non lo consentiremo». Ma anche averne tre non sarebbe una soluzione razionale. A Barcellona, con un numero di abitanti doppio di Torino, gli stadi erano tre e uno è stato abbattuto. Qui rischiamo di costruirlo~ «Anche Torino avrebbe uno stadio da abbattere, il Comunale. Ma c' è un vincolo della Sovrintendenza e non si può. Allora tanto vale ristrutturarlo. Personalmente ritengo che la soluzione più razionale sarebbe quella di ristrutturare il Comunale per il Torino e lasciare il Delle Alpi alla Rubentus». Il progetto Filadelfia verrebbe così abbandonato. Eppure recentemente avete ricevuto in Comune una delegazione del Torino che vi ha presentato il progetto. Che cosa ne avete fatto? «Io dico quale sarebbe, a mio parere la soluzione più logica. Non entro nelle scelte private delle società. Per fare uno stadio da 40 mila posti sono necessari circa 45 milioni di euro. E che per liberare l' area demaniale su cui si costruirebbe il nuovo Filadelfia, sarebbero necessari anni di procedure burocratiche. La ristrutturazione del Comunale invece sarebbe più veloce e verrebbe realizzata nell' ambito delle opere olimpiche. In ogni caso risponderemo nei prossimi giorni al Torino con le nostre controdeduzioni sul progetto Filadelfia». Così però insorgerebbero gli abitanti della zona di Santa Rita, nuovamente assediati dalle auto la domenica. Come risponde a loro? «Rispetto agli anni ' 80 la situazione è cambiata. Il progetto per l' area prevede la costruzione di parcheggi sotto l' attuale campo Combi e il sottopasso da corso Spezia a corso Sebastopoli che consentirebbe di collegare l' area verde di piazza D' Armi allo stadio. Credo che il problema degli accessi allo stadio Comunale si possa risolvere». A proposito di aree verdi. Una delle ipotesi, nel caso in cui la Rube non occupasse il Delle Alpi, sarebbe quella di realizzare un nuovo impianto alla Pellerina, in una zona vincolata a verde pubblico. «L' area su cui sorgerebbe l' impianto non c' entra con il parco della Pellerina. Si tratta di un terreno oltre via Pietro Cossa, verso la tangenziale, che è destinato sia ad aree verdi sia a impianti sportivi». Altre ipotesi prevedono che la Rubentus costruisca il nuovo stadio dietro gli stabilimenti Iveco. La giudica credibile? «Pellerina e Iveco sono le due alternative se la Rube rinunciasse al Delle Alpi. La prossima settimana ci incontreremo con i dirigenti della Rubentus per discuterne». Insomma, quando finirà il gioco dei tre stadi? «Stiamo aspettando l' esito di una perizia sul valore del Delle Alpi per sapere se la cifra di 36 miliardi già indicata è congrua. Poi, all' inizio di maggio, partiranno le procedure per la messa all' asta dell' impianto. Assegnata la destinazione del Delle Alpi, il resto si risolverà da sé». Il presidente della circoscrizione delle Vallette ha un timore: se l' impianto andasse al Torino, non verrebbe utilizzata per attività ricreative l' area circostante. Come risponde alle sue preoccupazioni? «Che nelle scorse settimane, parlando con Cimminelli, si ipotizzava di chiudere il terzo anello del Delle Alpi per adibirlo a centro commerciale e ricreativo. Certo nessuno rileverebbe quello stadio senza utilizzarlo anche in senso commerciale». Chi vincerà l' asta sul Delle Alpi? «In teoria potrebbe vincerla chiunque, anche il Manchester United o qualche società che con il calcio non ha nulla a che fare e che intende poi affittare l' impianto alle squadre di calcio. Sa come si dice? Articolo quinto, chi ha la borsa ha vinto».
PAOLO GRISERI

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