sabato 21 novembre 2009

21/11/09 - Il Fila? Io sono ottimista

TS - pag. 18

Il Comune ha finalmente formulato un’offerta per la cancellazione delle ipoteche

«Il Fila? Io sono ottimista»

Il sindaco Chiamparino “benedice” la trattativa in corso con l’Agenzia delle Entrate

L'INCHIESTA

Ormai in Municipio sono convinti che il denaro proposto (quasi 500 mila euro) sia sufficiente: anche l’Agenzia ha interesse a chiudere la partita. Se no...

MARCO BONETTO

TORINO. Qualcosa si muove per il Filadelfia, si scriveva sul giornale di ieri: dopo anni di rinvii, la Giunta Chiampari­no si è finalmente decisa a pre­sentare un’offerta (la prima of­ferta ufficiale scritta) all’Agen­zia delle Entrate, con l’obietti­vo di estinguere le due ipote­che iscritte nel 2005 sull’area del Grande Torino. Ipoteche ri­salenti al tempo di Cimminel­li, che impediscono di muovere qualsiasi passo concreto per la riqualificazione del quadrilate­ro della leggenda, diventato della vergogna dal 1997, cioè da quando lo stadio fu raso al suolo, lasciando una discarica a cielo aperto. Mai dimentica­re da dove si è partiti e dove si è (non) arrivati, almeno ad og­gi. Mai dimenticare, ma sem­pre seguire anche la stella co­metaper cui si battono da oltre due lustri tifosi e cittadini, in­sieme con Tuttosport: la realiz­zazione di un centro sportivo per gli allenamenti del Toro e le partite della Primavera, co­me ripetutamente promesso dal sindaco Chiamparino, dai suoi assessori e pure da Cairo, una volta entrato in scena.

PERIZIE. Sotto la supervisio­ne del sindaco e dopo lunghe analisi dei tecnici comunali e dell’avvocatura municipale, l’assessore all’Urbanistica e Patrimonio ( Viano) e il suo col­lega allo Sport ( Sbriglio) han­no steso la lettera spedita al­l’Agenzia. Bocche cucite sulla cifra offerta. Ma, come annun­ciato ieri, già si sa che in ballo vi è poco meno di 500 mila eu­ro. E 500 mila euro sono anche i soldi accantonati fin dal 2006 dal curatore fallimentare del vecchio Torino, Cerri, giust’ap­punto per cancellare quelle ipoteche. La coincidenza non è casuale: innanzi tutto è oppor­tuno ribadire che per ora il Co­mune non offre denaro pro­prio, ma altrui; in secondo luo­go va sottolineato come già tre anni fa le indicazioni lascias­sero intendere che, per l’estin­zione di quei vincoli, non ser­vissero cifre plurimilionarie. Evidentemente, nell’ottica del Comune, la situazione non è cambiata nemmeno da questo punto di vista. La discarica del Fila, ora che non presenta più supermercati e palazzi da co­struire, vale ben poco (volendo, anche solo 10 euro, è arrivata a sancire una perizia in mano al Comune, controbilanciata da un’altra da 1,5 milioni, che però considera tutto il quadri­latero e non solo le parti ipote­cate, ovvero circa tre quarti dell’intera area). Come è pras­si, l’Agenzia iscrisse le due ipo­teche (una delle quali contem­pla anche l’Olimpico) per un importo pari al doppio dei de­biti del Toro, riconosciuti nel 2005, l’anno del fallimento. Il club aveva in mano quei beni immobili, in diritto di superfi­cie e gestione: ecco perché l’A­genzia vincolò “solo” i ruderi del Fila e lo stadio, appiccican­dogli quell’etichetta ecceziona­le da 76 milioni, riconducibile non al valore in sé dei beni, ma al credito vantato nei confron­ti del vecchio Torino.

«TUTTI A ROMA!». Si può de­sumere che in Comune siano convinti che per bonificare il Fila dalle ipoteche (esclusiva­mente il Fila, almeno per ora) sia più che sufficiente una cifra non superiore a quella stanzia­ta dal curatore fallimentare. E questo, al di là delle perizie, an­che perché, presumibilmente, la stessa Agenzia delle Entra­te avrebbe ora tutto l’interesse di incassare quel cumulo di de­naro, per quanto non enorme: sempre meglio che il niente di questi anni. Il Comune è pron­to pure ad affrontare un con­tenzioso, in caso di mancato ac­cordo, che potrebbe anche ri­solversi, dopo altri anni infiniti, in una bocciatura per l’Agenzia («Sono disposto an­che ad andare a Roma al Mini­stero per far sentire le nostre ragioni», ha già preannunciato, d’altra parte, l’assessore Via­no). Dopo tutte le polemiche che hanno investito pure l’A­genzia e con il rischio che non passi di mano neanche un eu­ro, converrebbe davvero a tut­ti, a questo punto, trovare un accordo e chiudere una buona volta la partita: così ragionano in Comune, speranzosi.

L’ACCELERATA. «Stiamo trattando e ho ragioni per esse­re moderatamente ottimista», ha già dichiarato Chiampari­no. «Quel che manca», però, «è sempre uno o più privati dispo­sti a investire almeno 10 mi­lioni di euro» per realizzare il centro sportivo, ha aggiunto il sindaco di Torino. Ma questo è un altro discorso: ovviamente fondamentale, ma pur sempre successivo alla cancellazione delle ipoteche da parte del Co­mune, proprietario del Fila e dell’Olimpico. In attesa della risposta dell’Agenzia e dello sviluppo delle trattative (un ul­teriore tira e molla non è certo escluso), si può infine sottoli­neare come l’ingresso in Giun­ta dell’assessore Sbriglio, avve­nuto in estate al posto di Mon­tabone, abbia sicuramente da­to un’accelerata: è stato infatti Sbriglio, in questi mesi, a rian­nodare i fili, a riaprire il dialo­go e a esercitare pressioni af­finché il Comune sfornasse, una buona volta, almeno una prima offerta ufficiale all’A­genzia. Ma per i complimenti c’è tempo: nel caso, a posterio­ri, cioè solo dopo l’avvenuta cancellazione delle ipoteche. Perché ora servono fatti, non le solite promesse, le solite paro­le, le solite buone intenzioni.


QUANTE CONTRADDIZIONI

La Fondazione non esiste ancora

TORINO. Giorni fa, durante il sopralluogo nel cantiere del Delle Alpi juventino, Chiamparino disse anche: «Sinceramente... per essere onesto... non credo che la prima pietra del Filadelfia verrà messa prima della scadenza del mio mandato (estate 2011, ndr). Noi non mettiamo prime pietre. Noi abbiamo predisposto tutti gli strumenti perché un privato possa investire, se lo vuole». E quello per il Fila «è un investimento che nel modo più assoluto non può essere retto solo sulle spalle pubbliche. Lo strumento per intervenire, cioè la Fondazione, è predisposto: è lì pronta a ricevere gli investimenti di quei privati che vogliano essere protagonisti della ricostruzione del Filadelfia»: Chiamparino dixit. Ma non è così: finora il Comune ha approvato solo lo statuto di una futura Fondazione, che per adesso non potrebbe ricevere proprio un bel niente, visto che non esiste ancora...

M.BON.

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