STAMPA, AOSTA, pag.32
Oggi, alle 11, al Circolo della Stampa, viene presentato alla Fondazione Campo di via FILADELFIA 17, il contratto con il gruppo d'intervento di Aghemo che si e' impegnato a ricostruire lo STADIO con un intervento di 70 miliardi di lire.
Oggi, alle 11, al Circolo della Stampa, viene presentato alla Fondazione Campo di via FILADELFIA 17, il contratto con il gruppo d'intervento di Aghemo che si e' impegnato a ricostruire lo STADIO con un intervento di 70 miliardi di lire.
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17-10-1999, Filadelfia, Aghemo entra in campo Ricostruzione piu' vicina
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17-10-1999, Filadelfia, Aghemo entra in campo Ricostruzione piu' vicina
STAMPA, TORINO, pag.34
Oggi presentazione ufficiale del contratto con il «gruppo d'intervento»
Questa mattina alle 11, presso il Circolo della Stampa-Sporting di Torino, in quel club che un tempo la citta' chiamava "la Rubentus" perche' il presidente, Dusio, era anche presidente bianconero, viene presentato alla Fondazione Campo di via FILADELFIA (17 persone: Berrino, Bo, P. Bonetto, G.M. Calleri, Caselli, Castellani, Cottino, Dardanello, Defilippis, Ferreri, Novelli, Ormezzano, Pacifico, Perucca, Rabino, Re, Rossignolo) il contratto con il gruppo d'intervento di Aghemo e C. , che si e' impegnato per ricostruire lo STADIO con annessi e connessi. Sara' lo stesso presidente della Fondazione, Diego Novelli, a illustrare l'accordo, che domani verra' discusso dal consiglio d'amministrazione, dove ci sono, con lui, Ferreri, Rabino e Re per la Fondazione, Castellani e Zanetti per la citta', Palazzetti e Vidulich per il Torino Calcio. Dice Novelli: «La ratifica mi pare fuori di dubbio. Verra' dato mandato della costruzione, con i 70 miliardi messi a disposizione dal gruppo d'intervento, ad una societa' fiduciaria espresso dal gruppo stesso: la Fondazione trasferira' la proprieta' al gruppo d'intervento quando questa fiduciaria dara' il nuovo FILADELFIA, da 32 mila posti, finito, pronto, chiavi in mano». C'e' una condizione sospensiva, pero'. Novelli: «Il Torino Calcio ha tre mesi di tempo, sino al 15 gennaio del 2000, per subentrare al gruppo Aghemo, offrendo le stesse condizioni, cioe' gli stessi soldi ora a nostra disposizione presso la Crt e ritenuti bastanti per STADIO e primi servizi, restando comunque apertissima la finestra del credito sportivo per altri costi». Se la societa' granata, il cui ruolo dunque rispettiamo in pieno, non si fara' avanti, il programma diventera' subito azione concreta, e una commissione paritetica - un esponente del Torino, uno del gruppo Aghemo ed un terzo scelto di comune accordo - fissera' i parametri, indicizzati e assortiti, per determinare il costo dell'affitto che il Torino dovra' pagare per l'impianto: in ogni caso la cifra annuale non dovra' superare, indicizzata, i 3 miliardi e mezzo pagati ora per lo STADIO delle Alpi». Cosa fara' il Torino Calcio di questi tre mesi? Lo abbiamo chiesto al presidente granata Massimo Vidulich: «Speriamo di poter finalmente vedere bene progetto e contratto d'affitto, per decidere se intervenire nella costruzione o affittarla. Non intendiamo toglierci di mezzo, anzi, benche' ci sia in giro gente che ferisce noi e i tifosi parlando di crisi, e grave». Novelli pare ad un altro traguardo di una durissima corsa a tappe: «Abbiamo dovuto demolire il FILADELFIA, due anni fa, cioe' circa tre anni dopo averlo rilevato dal Torino di Calleri, perche' ormai l'impianto, scelto come ricovero da tanta gente in difficolta', era vicino al crollo: potevano anche scapparci dei morti. Le dure giuste notifiche del Comune erano piu' che allarmanti, divennero vincolanti. Non abbiamo mai fatto passi indietro, in cinque anni, mai». E' l'ennesimo impegno della sua vita, gli sta a cuore come forse nessun altro prima. Tutto adesso sembrerebbe bello, bene lubrificato, scorrevole, solare, elementare. Gli avvocati Franzo Grande Stevens e Moreno Martini, per la Fondazione e per il gruppo Aghemo, hanno messo a punto i dettagli. Il progetto dei fratelli Renacco e' quello diciamo «antico», ritoccabile, per uno STADIO all'inglese. Ma c'e' quell'eterno caro tremendo problema che si chiama Torino Calcio, con i suoi guai, le sue dolenzie, i suoi affanni, che finiscono anche per riverberarsi sulla situazione del FILADELFIA: cosi' e', anche se non vi pare. E' quasi impossibile,in effetti, separare freddamente le due situazioni. Voci e non solo voci dicono infatti che il Toro - «nelle cui vicende non voglio assolutamente entrare», fa Novelli, che pure e' socio del club - e' in forti difficolta' economiche, o quanto meno finanziarie: le prime di solito sono assolute, le seconde relative al momento. Il 29, all'assemblea dei soci granata, si parlera' di abbattimento del capitale sociale. Gli stessi tifosi piu' accesi sono divisi nel modo di ardere, di consumarsi. Nostro parere giornalistico personale: se si fosse mosso diversamente, forse Aghemo sarebbe gia' presidente del Torino; se si fosse mosso diversamente, Vidulich sarebbe uscito dal Torino con pochi danni. Adesso Aghemo per comprare e assumersi la responsabilita' del Torino deve esporsi di piu', se davvero la situazione debitoria del club si e' fatta assai pesante. Adesso Vidulich rischia di dover vendere con l'acqua alla gola. Sarebbe una normale o comunque fisiologica situazione del mondo degli affari, se non ci fosse di mezzo quella entita' autenticamente spirituale che si chiama Torino Calcio, e se non ci fosse una squadra che deve scendere in campo senza conoscere cosa sia la tranquillita' sociale. Paradossalmente, piu' e' forte il coinvolgimento sentimentale di Mondonico e dei suoi giocatori, piu' ogni crepa nella serenita' sociale diventa un abisso in cui puo' sprofondare un atleta, una squadra, una partita, una situazione di classifica.
Giampaolo Ormezzano
Oggi presentazione ufficiale del contratto con il «gruppo d'intervento»
Questa mattina alle 11, presso il Circolo della Stampa-Sporting di Torino, in quel club che un tempo la citta' chiamava "la Rubentus" perche' il presidente, Dusio, era anche presidente bianconero, viene presentato alla Fondazione Campo di via FILADELFIA (17 persone: Berrino, Bo, P. Bonetto, G.M. Calleri, Caselli, Castellani, Cottino, Dardanello, Defilippis, Ferreri, Novelli, Ormezzano, Pacifico, Perucca, Rabino, Re, Rossignolo) il contratto con il gruppo d'intervento di Aghemo e C. , che si e' impegnato per ricostruire lo STADIO con annessi e connessi. Sara' lo stesso presidente della Fondazione, Diego Novelli, a illustrare l'accordo, che domani verra' discusso dal consiglio d'amministrazione, dove ci sono, con lui, Ferreri, Rabino e Re per la Fondazione, Castellani e Zanetti per la citta', Palazzetti e Vidulich per il Torino Calcio. Dice Novelli: «La ratifica mi pare fuori di dubbio. Verra' dato mandato della costruzione, con i 70 miliardi messi a disposizione dal gruppo d'intervento, ad una societa' fiduciaria espresso dal gruppo stesso: la Fondazione trasferira' la proprieta' al gruppo d'intervento quando questa fiduciaria dara' il nuovo FILADELFIA, da 32 mila posti, finito, pronto, chiavi in mano». C'e' una condizione sospensiva, pero'. Novelli: «Il Torino Calcio ha tre mesi di tempo, sino al 15 gennaio del 2000, per subentrare al gruppo Aghemo, offrendo le stesse condizioni, cioe' gli stessi soldi ora a nostra disposizione presso la Crt e ritenuti bastanti per STADIO e primi servizi, restando comunque apertissima la finestra del credito sportivo per altri costi». Se la societa' granata, il cui ruolo dunque rispettiamo in pieno, non si fara' avanti, il programma diventera' subito azione concreta, e una commissione paritetica - un esponente del Torino, uno del gruppo Aghemo ed un terzo scelto di comune accordo - fissera' i parametri, indicizzati e assortiti, per determinare il costo dell'affitto che il Torino dovra' pagare per l'impianto: in ogni caso la cifra annuale non dovra' superare, indicizzata, i 3 miliardi e mezzo pagati ora per lo STADIO delle Alpi». Cosa fara' il Torino Calcio di questi tre mesi? Lo abbiamo chiesto al presidente granata Massimo Vidulich: «Speriamo di poter finalmente vedere bene progetto e contratto d'affitto, per decidere se intervenire nella costruzione o affittarla. Non intendiamo toglierci di mezzo, anzi, benche' ci sia in giro gente che ferisce noi e i tifosi parlando di crisi, e grave». Novelli pare ad un altro traguardo di una durissima corsa a tappe: «Abbiamo dovuto demolire il FILADELFIA, due anni fa, cioe' circa tre anni dopo averlo rilevato dal Torino di Calleri, perche' ormai l'impianto, scelto come ricovero da tanta gente in difficolta', era vicino al crollo: potevano anche scapparci dei morti. Le dure giuste notifiche del Comune erano piu' che allarmanti, divennero vincolanti. Non abbiamo mai fatto passi indietro, in cinque anni, mai». E' l'ennesimo impegno della sua vita, gli sta a cuore come forse nessun altro prima. Tutto adesso sembrerebbe bello, bene lubrificato, scorrevole, solare, elementare. Gli avvocati Franzo Grande Stevens e Moreno Martini, per la Fondazione e per il gruppo Aghemo, hanno messo a punto i dettagli. Il progetto dei fratelli Renacco e' quello diciamo «antico», ritoccabile, per uno STADIO all'inglese. Ma c'e' quell'eterno caro tremendo problema che si chiama Torino Calcio, con i suoi guai, le sue dolenzie, i suoi affanni, che finiscono anche per riverberarsi sulla situazione del FILADELFIA: cosi' e', anche se non vi pare. E' quasi impossibile,in effetti, separare freddamente le due situazioni. Voci e non solo voci dicono infatti che il Toro - «nelle cui vicende non voglio assolutamente entrare», fa Novelli, che pure e' socio del club - e' in forti difficolta' economiche, o quanto meno finanziarie: le prime di solito sono assolute, le seconde relative al momento. Il 29, all'assemblea dei soci granata, si parlera' di abbattimento del capitale sociale. Gli stessi tifosi piu' accesi sono divisi nel modo di ardere, di consumarsi. Nostro parere giornalistico personale: se si fosse mosso diversamente, forse Aghemo sarebbe gia' presidente del Torino; se si fosse mosso diversamente, Vidulich sarebbe uscito dal Torino con pochi danni. Adesso Aghemo per comprare e assumersi la responsabilita' del Torino deve esporsi di piu', se davvero la situazione debitoria del club si e' fatta assai pesante. Adesso Vidulich rischia di dover vendere con l'acqua alla gola. Sarebbe una normale o comunque fisiologica situazione del mondo degli affari, se non ci fosse di mezzo quella entita' autenticamente spirituale che si chiama Torino Calcio, e se non ci fosse una squadra che deve scendere in campo senza conoscere cosa sia la tranquillita' sociale. Paradossalmente, piu' e' forte il coinvolgimento sentimentale di Mondonico e dei suoi giocatori, piu' ogni crepa nella serenita' sociale diventa un abisso in cui puo' sprofondare un atleta, una squadra, una partita, una situazione di classifica.
Giampaolo Ormezzano
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