venerdì 24 aprile 2009

25/04/09 - «Indagate sul caso Fiat-Comune»


TS - pag. 13

DOPO LE DICHIARAZIONI DELL’ASSESSORE VIANO

I soldi per il Filadelfia continuano a diminuire: nuove denunce alla Corte dei Conti

In ballo le ipoteche per il campo. «Il Municipio tratta con la Fiat che rivendica quel denaro: 4,3 milioni. La città non patisce danni ingiusti?»

MARCO BONETTO

TORINO. Lo invocano cittadini, professionisti, tifosi: «Eccellentissimi magistrati della Corte dei Conti, vi chiediamo di puntare i riflettori anche sulle trattative tra il Comune e la Fiat, relativamente alle ipoteche di Cimminelli da 4,3 milioni destinate alla ricostruzione del Filadelfia».
Un altro giorno è trascorso, il Fila di Chiamparino è sempre la discarica comunale a cielo aperto più gloriosa d’Italia e un ennesimo fatto incontrovertibile viene a galla: i sei cittadini, tifosi del Torino, che l’8 aprile depositarono un esposto alla Corte dei Conti invitando i magistrati ad «accertare» eventuali «responsabilità dei pubblici amministratori e dei dirigenti comunali interessati» quanto alla mancata escussione delle ipoteche rilasciate da Cimminelli al Comune per il Fila, sono tornati a mettere piede nella sede torinese dell’organo di controllo della pubblica amministrazione.
Dopo i nuovi incredibili aspetti venuti fuori in questi giorni, è stata depositata alla Corte dei Conti un’integrazione dell’esposto. Il tutto, mentre secondo il sindaco la cifra complessiva destinata a suo tempo al Fila e comprendente anche i contributi Bennet continua a diminuire con la velocità della luce: dai 6,6 milioni originari, Chiamparino è sceso prima a 3,5 e ora a 1,8 o giù di lì.

«QUALCOSINA...» Nell’integrazione si riportano le clamorose dichiarazioni rilasciate giovedì a Tuttosport da Viano, assessore comunale al Patrimonio: «La Fiat ci sta creando ostacoli. Le ipoteche da 4,3 milioni della Ergom di Cimminelli per il Fila? E’ una situazione imbarazzante. C’è di mezzo la Fiat, che dopo il fallimento del Toro ha acquistato la Ergom con un euro e ora rivendica quei soldi: cioè i diritti su quelle ipoteche, visto che i loro legali sostengono che quelle ipoteche non erano state incluse nel fallimento del Torino. Sono in azione anche i nostri avvocati, si spera di non finire in guerra. Noi speriamo di trovare un accordo con la Fiat, una transazione. E di recuperare almeno qualcosina (presumibilmente 500 mila euro, secondo il sindaco; ndr). D’altra parte ai nostri stessi legali pare che alcune motivazioni della Fiat abbiano un fondamento...».
I firmatari dell’esposto sostengono che «i diritti reali di garanzia non hanno perso efficacia con il fallimento del Torino e non sono revocabili in quanto la concedente Ergom, pur venduta alla Fiat, non è mai stata dichiarata fallita».
Si ritiene «inattuabile, foss’anche a livello teorico, una revocatoria delle garanzie concesse». E «le rivendicazioni della Fiat appaiono, nonostante il diverso parere dell’avvocatura comunale, pretestuose quanto infondate».
Ma non è finita qui. «La diffusione di una siffatta notizia suscita diversi dubbi»: preannuncia «un accordo transattivo tra la Città di Torino e la Fiat, che, fondandosi su pretese astratte e pretestuose invocate da quest’ultima, potrebbe risultare pregiudizievole (in sostanza: dannosa; ndr) per gli interessi economici della Città di Torino.
Addirittura, l’infondatezza delle pretese avverse (cioè della Fiat, ndr) configurerebbe, in caso di stipula di una transazione pregiudizievole per gli interessi economici della collettività, illecito di rilevanza penalistica ».
Di conseguenza i firmatari si rivolgono «rispettosamente » alla Corte dei Conti affinché «eserciti con urgenza la propria attività istruttoria, anche al fine di scongiurare il verificarsi di pregiudizi economici irreparabili in danno della Città di Torino».

«IMBARAZZO» Nell’esposto, i firmatari facevano già riferimento a una «non ben identificata trattativa con la Fiat», come da dichiarazioni sempre di Viano alla 5ª Commissione comunale (5 dicembre 2008).
In caso di «inadempimento» da parte del Comune, di «danni» per la Città e di eventuali «responsabilità » dei «pubblici amministratori e dirigenti comunali interessati», i tifosi chiedono alla Corte di «condannare i responsabili alla refusione, in favore della Città di Torino, degli accertandi danni patiti e patendi ».
L’obiettivo è innanzi tutto salvaguardare la totalità del denaro da destinare al Fila attraverso l’escussione di quelle ipoteche da 4,3 milioni. Come già ribadito, fino a prova contraria è doveroso presumere la correttezza, l’innocenza nel senso più ampio, dei «pubblici amministratori e dirigenti comunali interessati». Ma un fatto è comunque sconcertante, per non dire inquietante: il Comune aveva chiesto a Cimminelli quelle garanzie proprio per mettersi al riparo da brutte sorprese e avere i soldi necessari, sempre e comunque, per finanziare i lavori al Fila.
Ma finora come unico risultato è riuscito a farsi scoppiare in mano uno scontro legale anche con la Fiat, oltreché con l’Agenzia delle Entrate per quelle altre due ipoteche poste sul Fila e sull’Olimpico: qualcosina, evidentemente, non deve aver funzionato alla perfezione, nei piani del sindaco... Difatti si può dare ragione a Viano almeno su un aspetto: la trattativa con la Fiat e lo scandaloso stato in cui versa dal ’97 il Fila, di proprietà del Comune, sono assolutamente « imbarazzanti » per la Giunta Chiamparino.


25/04/09 TUTTOSPORT "Indagate sul caso Fiat-Comune" - Bonetto Marco
http://rassegnastampa.comune.torino.it/orazionet/Rassegne/COMUNE%20TORINO/04/93344601.pdf

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