Repubblica — pagina 48
TORINO - Dopo tre anni di digiuno, la Torino del calcio si riaccende di passione e di rivalità per il ritrovato derby di domani sera. Al Delle Alpi sono attesi domani sera 60 mila spettatori, un numero quasi da record se si tiene presente che giovedì, per Rubentus-Levski, i paganti sono stati 2681. Il fascino della sfida fra il Torino e la Rube, che mancava dalla stagione ' 1995-' 96 per la permanenza dei granata in serie B, coinvolge naturalmente anche i giocatori-simbolo: da capitan Lentini ("Pur stimando Ancelotti, la Rube mi è antipatica anche ci fosse Gesù Cristo") a Del Piero, che ammette di essere emozionato. Toro-Rube, però, potrebbe essere l' ultimo derby, insieme a quello di ritorno, disputato al Delle Alpi, lo stadio costruito per i Mondiali del ' 90. Proprio il giorno dopo la partita, infatti, il consiglio comunale di Torino dovrà sciogliere gli interrogativi sull' utilizzo dell' impianto al termine della stagione. Il contratto stipulato dalle due società scade a fine giugno 2000 ed entrambe hanno manifestato l' intenzione di giocare in impianti di loro proprietà. Il Toro vorrebbe ricostruire il leggendario Filadelfia, mentre la società bianconera otterrebbe dal Comune il Delle Alpi, con mano libera per abbatterlo e farne uno nuovo, oppure per ridurne le dimensioni. Intorno allo stadio, Giraudo e soci vorrebbero poi realizzare campi di allenamento, il museo Rubentino e la sede della società. Il condizionale è d' obbligo, tuttavia, in quanto l' operazione potrebbe essere messa in discussione dalla volontà della Rubentus di ottenere anche 40 mila metri quadrati per edificare 20 sale cinematografiche multiplex, un albergo, ristoranti, un centro commerciale. Ma la risposta del Comune, che verrà discussa lunedì, è stata netta: le leggi non permettono la concessione ad un privato di spazi così elevati, pertanto bisogna fare una gara pubblica. La replica della Rube non si è fatta attendere. Da piazza Crimea, quartier generale bianconero, si è fatto sapere che verranno cercate altre soluzioni nei comuni dell' hinterland torinese. Su questo contrasto si è dunque scatenato un balletto di ipotesi. Tra tante voci, ha preso forza quella riguardante il comune di Borgaro, distante poco più di un chilometro dal Delle Alpi. I manager bianconeri si sono fatti avanti per acquistare dalla società "Borsetto", di proprietà tra gli altri della Lega della Cooperative e del costruttore Salvatore Ligresti, una parte dell' enorme area agricola alle porte di Torino. Sembrava quasi fatta. Ieri pomeriggio, invece, il consiglio d' amministrazione della Borsetto ha stoppato la richiesta Rubentina: "Non ci sono le condizioni per vendere". Si ritornerà allora al Delle Alpi? Pare di no. Giraudo continua ad ispezionare la cintura di Torino, alla ricerca di aree. E questo in una città che, oltre al Delle Alpi, ha uno stadio Comunale vuoto da nove anni e le rovine del glorioso Filadelfia.
- di GINO LI VELI e MASSIMO NOVELLI
TORINO - Dopo tre anni di digiuno, la Torino del calcio si riaccende di passione e di rivalità per il ritrovato derby di domani sera. Al Delle Alpi sono attesi domani sera 60 mila spettatori, un numero quasi da record se si tiene presente che giovedì, per Rubentus-Levski, i paganti sono stati 2681. Il fascino della sfida fra il Torino e la Rube, che mancava dalla stagione ' 1995-' 96 per la permanenza dei granata in serie B, coinvolge naturalmente anche i giocatori-simbolo: da capitan Lentini ("Pur stimando Ancelotti, la Rube mi è antipatica anche ci fosse Gesù Cristo") a Del Piero, che ammette di essere emozionato. Toro-Rube, però, potrebbe essere l' ultimo derby, insieme a quello di ritorno, disputato al Delle Alpi, lo stadio costruito per i Mondiali del ' 90. Proprio il giorno dopo la partita, infatti, il consiglio comunale di Torino dovrà sciogliere gli interrogativi sull' utilizzo dell' impianto al termine della stagione. Il contratto stipulato dalle due società scade a fine giugno 2000 ed entrambe hanno manifestato l' intenzione di giocare in impianti di loro proprietà. Il Toro vorrebbe ricostruire il leggendario Filadelfia, mentre la società bianconera otterrebbe dal Comune il Delle Alpi, con mano libera per abbatterlo e farne uno nuovo, oppure per ridurne le dimensioni. Intorno allo stadio, Giraudo e soci vorrebbero poi realizzare campi di allenamento, il museo Rubentino e la sede della società. Il condizionale è d' obbligo, tuttavia, in quanto l' operazione potrebbe essere messa in discussione dalla volontà della Rubentus di ottenere anche 40 mila metri quadrati per edificare 20 sale cinematografiche multiplex, un albergo, ristoranti, un centro commerciale. Ma la risposta del Comune, che verrà discussa lunedì, è stata netta: le leggi non permettono la concessione ad un privato di spazi così elevati, pertanto bisogna fare una gara pubblica. La replica della Rube non si è fatta attendere. Da piazza Crimea, quartier generale bianconero, si è fatto sapere che verranno cercate altre soluzioni nei comuni dell' hinterland torinese. Su questo contrasto si è dunque scatenato un balletto di ipotesi. Tra tante voci, ha preso forza quella riguardante il comune di Borgaro, distante poco più di un chilometro dal Delle Alpi. I manager bianconeri si sono fatti avanti per acquistare dalla società "Borsetto", di proprietà tra gli altri della Lega della Cooperative e del costruttore Salvatore Ligresti, una parte dell' enorme area agricola alle porte di Torino. Sembrava quasi fatta. Ieri pomeriggio, invece, il consiglio d' amministrazione della Borsetto ha stoppato la richiesta Rubentina: "Non ci sono le condizioni per vendere". Si ritornerà allora al Delle Alpi? Pare di no. Giraudo continua ad ispezionare la cintura di Torino, alla ricerca di aree. E questo in una città che, oltre al Delle Alpi, ha uno stadio Comunale vuoto da nove anni e le rovine del glorioso Filadelfia.
- di GINO LI VELI e MASSIMO NOVELLI
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