giovedì 16 aprile 2009

19-10-1999, E Aghemo ieri ha avuto il via libera dalla Fondazione per ricostruire la mitica arena granata

In Comune vertice sugli stadi Delle Alpi e Filadelfia sotto esame

STAMPA, TORINO, pag.38

FILADELFIA e Delle Alpi. Ovvero, gli enigmi in perenne attesa di soluzione. Talvolta sembra un poco piu' vicina, ma se guardi bene e' sempre avvolta dall'incertezza, sfumata da mille ombre, garbugli. Prendiamo, ad esempio, la questione «Torino e rinascita del suo mitico STADIO oggi ridotto a desolata radura». Ieri, allo Sporting, s'e' riunito il consiglio d'amministrazione della Fondazione proprietaria del terreno sul quale sorgeva l'arena: con 5 si' e 1 astenuto ha deciso di trasferire al gruppo d'intervento capeggiato da Giuseppe Aghemo l'impegno di ricostruire l'impianto in cui gioco' lo squadrone di Valentino Mazzola. Dunque, un passo decisivo verso la ricostruzione? Si'. Anzi, forse si'. O, forse no. Della Fondazione fa parte anche il sindaco. Non ha partecipato alla riunione, era occupato da altri impegni. In Comune i capigruppo, prima del Consiglio, gli hanno chiesto di spiegare che cosa era accaduto, Castellani non ha risposto. O meglio, ha risposto di non essere informato «perche' ero altrove: festeggiamenti di Bobbio, conferenza sull'acqua». Il verde Viale ha di nuovo osservato «che il primo cittadino non puo' continuare a stare nella Fondazione, non puo' essere arbitro e giudice al tempo stesso» e Ventriglia, di An, ha ripetuto che «Castellani deve uscire da una posizione ambigua». Rifondazione comunista ha presentato l'interpellanza: «Il progetto del nuovo FILADELFIA risponde ai criteri normativi? Cioe', disporra' dell'area di parcheggi prevista dalla legge?» Il sindaco, su tutto e a tutti, rispondera' venerdi'. Nell'attesa, i capigruppo ricordano che e' sempre valida la mozione «due stadi per due squadre»: che, dunque, Fila e nuovo STADIO per la Rube alla Continassa sono strettamente legati. Questa mozione, dunque, diminuisce l'importanza della decisione presa allo Sporting dalla Fondazione. Insomma, siamo sempre all'enigma e alla soluzione vicina-lontana di cui sopra. Dicendo si' ad Aghemo, la Fondazione ha investito l'uomo che ha forti ambizioni di diventare presidente del Torino della reponsabilita' di far rinascere il FILADELFIA facendone uno STADIO da 32 mila posti, all'inglese, sul modello del londinese Highbury, la stupenda casa dell'Arsenal. Aghemo potrebbe forse (ovviamente, il condizionale e' d'obbligo) cominciare a chiedere licenze e concessioni edilizie solo dopo il 18 gennaio. Sino a questa data, il Torino ha tempo per subentrargli, tirando fuori subito i 70 miliardi che lo stesso Aghemo, con mossa clamorosa, annuncio' di aver trovato il 27 marzo. Allo stato attuale, e' improbabile che il club granata possa sborsare, sull'unghia, 70 miliardi. Tant'e' che il presidente Vidulich da due anni parla di «un nostro progetto per il Fila» ma alle parole non ha mai fatto seguire un atto concreto che e' uno. Per incominciare a costruire, ad Aghemo sara' necessario l'impegno che il Toro giochera' nel nuovo impianto, pagando un affitto. Al riguardo Novelli, presidente della Fondazione, allo Sporting ha detto che «non e' un problema, l'accordo si trovera'». Mormorio d'assenso da parte di Palazzetti, l'amministratore del Torino che rappresenta la societa' nella Fondazione. Non a caso, e' lui l'astenuto nella votazione pro Aghemo. «Posizione logica la mia. Entro il 18 gennaio vedremo il da farsi, abbiamo sempre un nostro progetto edilizio». Insomma, l'enigma-Fila continua.
Claudio Giacchino

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