STAMPA, TORINO, pag.38
Cantava giusto Achille Togliani buonanima in «Addio sogni di gloria»? Citiamo: «Meglio scordar le memorie, vecchio cuor mio». Cuore granata, in questo caso. Pare proprio che ai giovani tifosi del Toro, anche a quelli della curva Maratona, soprattutto ai piu' accesi di loro, ultras e affini, della ricostruzione dello storico caro FILADELFIA non importi assolutamente nulla. Lo hanno anche fatto sapere, in termini nudi e crudi, ad Aghemo che ha trovato per la bisogna 70 miliardi. Quei soldi li vedrebbero meglio spesi in un giocatore di nome: mettiamo un Anelka, l'ultimo fenomeno mediatico, l'ultimo attaccante virtuale. Anelka al posto del FILADELFIA, i 70 miliardi di Aghemo potrebbero bastare per cartellino e ingaggio biennale. Ennesima e percio' ormai classica frattura generazionale? Possibile. C'e' una Torino - e andando in giro per la citta' ne collezioniamo ogni giorno le domande, le speranze, le invocazioni, i sospiri - che sogna il quando e il come potra' tornare in quello STADIO, non importa se di architettura duemillesca: bastera' respirare una certa aria, sostare con gli occhi su un muro di allora, conservato come reperto. Qualcuno, vecchio, ha vissuto il FILADELFIA negli anni del Grande Torino. Qualcuno e' debitore alla tradizione orale ed a quella scritta (c'e' poco, pochissimo quanto a immagini), giornalistica, paraletteraria. Qualcuno ha addirittura «ereditato» il FILADELFIA del padre, dal nonno. E dunque ci sono anche dei giovani, fra quelli che sospirano. Ma tutti giovani sono sicuramente quelli ai quali del FILADELFIA non importa niente, e non sopportano piu' il modo di tifare, di essere granata degli anziani, dei vecchi: li rinnegano, quando non li insultano. Non c'e' niente da fare, e' la storia, anzi e' il divenire della storia. O meglio, c'e' da fare il FILADELFIA. Perche' anche chi gli dice di no ha bisogno di una casa calda per il tifo. Al Delle Alpi i granata hanno inventato la casa Maratona, trasposta dal Comunale come la casa della Madonna a Loreto, i bianconeri la casa Scirea. Ma per andarli a trovare a fare festa da vicino dopo il gol, un loro calciatore deve beccarsi l'ammonizione. Diciamo agli ultras, cari sempre, per quanto vogliamo loro bene e per quanto ci costano in rapporti vari e difficili, di pensare a quando il trentaquattrenne Semioli, magari tornato al Toro con l'eta' di Silenzi dopo un bel vagabondare mercenario, segnera' un gol granata al FILADELFIA e sara' subito li', croccante da amare, diviso soltanto da una rete.
Gian Paolo Ormezzano
Cantava giusto Achille Togliani buonanima in «Addio sogni di gloria»? Citiamo: «Meglio scordar le memorie, vecchio cuor mio». Cuore granata, in questo caso. Pare proprio che ai giovani tifosi del Toro, anche a quelli della curva Maratona, soprattutto ai piu' accesi di loro, ultras e affini, della ricostruzione dello storico caro FILADELFIA non importi assolutamente nulla. Lo hanno anche fatto sapere, in termini nudi e crudi, ad Aghemo che ha trovato per la bisogna 70 miliardi. Quei soldi li vedrebbero meglio spesi in un giocatore di nome: mettiamo un Anelka, l'ultimo fenomeno mediatico, l'ultimo attaccante virtuale. Anelka al posto del FILADELFIA, i 70 miliardi di Aghemo potrebbero bastare per cartellino e ingaggio biennale. Ennesima e percio' ormai classica frattura generazionale? Possibile. C'e' una Torino - e andando in giro per la citta' ne collezioniamo ogni giorno le domande, le speranze, le invocazioni, i sospiri - che sogna il quando e il come potra' tornare in quello STADIO, non importa se di architettura duemillesca: bastera' respirare una certa aria, sostare con gli occhi su un muro di allora, conservato come reperto. Qualcuno, vecchio, ha vissuto il FILADELFIA negli anni del Grande Torino. Qualcuno e' debitore alla tradizione orale ed a quella scritta (c'e' poco, pochissimo quanto a immagini), giornalistica, paraletteraria. Qualcuno ha addirittura «ereditato» il FILADELFIA del padre, dal nonno. E dunque ci sono anche dei giovani, fra quelli che sospirano. Ma tutti giovani sono sicuramente quelli ai quali del FILADELFIA non importa niente, e non sopportano piu' il modo di tifare, di essere granata degli anziani, dei vecchi: li rinnegano, quando non li insultano. Non c'e' niente da fare, e' la storia, anzi e' il divenire della storia. O meglio, c'e' da fare il FILADELFIA. Perche' anche chi gli dice di no ha bisogno di una casa calda per il tifo. Al Delle Alpi i granata hanno inventato la casa Maratona, trasposta dal Comunale come la casa della Madonna a Loreto, i bianconeri la casa Scirea. Ma per andarli a trovare a fare festa da vicino dopo il gol, un loro calciatore deve beccarsi l'ammonizione. Diciamo agli ultras, cari sempre, per quanto vogliamo loro bene e per quanto ci costano in rapporti vari e difficili, di pensare a quando il trentaquattrenne Semioli, magari tornato al Toro con l'eta' di Silenzi dopo un bel vagabondare mercenario, segnera' un gol granata al FILADELFIA e sara' subito li', croccante da amare, diviso soltanto da una rete.
Gian Paolo Ormezzano
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