giovedì 23 aprile 2009

19/12/00 - Filadelfia, la rinascita

Repubblica — pagina 13

Polemiche, parole e promesse fanno parte del passato: ieri mattina è iniziato il periodo più concreto. Nella sede granata di piazza San Carlo è stato compiuto il primo passo di un cammino importante. Quello che, nel giro di tre anni, dovrebbe regalare al popolo della Maratona una specie di sogno, da molti ormai abbandonato: la rinascita della storica casa del Grande Torino; la nuova vita del mitico Filadelfia. Non proprio dello stadio che fu, visto che di quello sono rimasti solo due spicchi di curva e un muro pericolante, ma comunque di qualcosa di simile, in grado di ricreare la magica atmosfera dei bei tempi andati. La prima mossa concreta di un progetto che fino a due giorni fa poteva sembrare un'utopia, è stata la firma del protocollo preliminare di intesa per l'acquisto, da parte della Sis (la società di Cimminelli proprietaria del Torino), delle aree demaniali su cui l'impianto sarà costruito. Si tratta della zona che si affaccia su via Giordano Bruno, esattamente di fronte al luogo in cui sorgeva il vecchio Filadelfia, quello vero. Lo spostamento dall'altra parte della strada è stato necessario per ovviare ad altrimenti irrisolvibili problemi di spazio: «La lunghezza dello stadio utilizzato da una squadra professionistica - ha spiegato Alberto Rolla, l'architetto che ha curato il progetto - è fissata in duecento metri. Dove ci sono i resti del vecchio campo, quello nuovo non ci sarebbe stato». Le trattative per il passaggio delle aree dal demanio alla Sis (e quindi a Cimminelli, ma non al Torino) sono state portate avanti su tre fronti. Si è dovuto infatti discutere anche con la dogana, principale fruitrice dei terreni. Per risolvere la questione, in una sorta di baratto, il padrone del club granata farà costruire, per gli sfrattati di lusso, un nuovo edificio. Per la buona riuscita di queste prime operazioni, ha svolto un ruolo fondamentale la Fondazione Filadelfia di Diego Novelli. Protagonista delle prossime diventa il Comune, a cui spetterà concedere le necessarie licenze: «Se questo accadrà entro il prossimo 28 febbraio - sono state parole di Cimminelli - nel 2004 il Filadelfia sarà funzionale. Altrimenti i tempi si allungheranno». Anche perché il progetto non prevede l'edificazione di un semplice stadio da 25 mila posti finalmente senza pista di atletica, bensì un impianto polifunzionale studiato «prendendo ad esempio la forma del Comunale e la funzionalità dell'Amsterdam Arena, dove gioca l'Ajax». Ci saranno tre manti sovrapposti: uno in erba, uno per le gare di hockey di Torino di 2006 e un parquet. La copertura sarà mobile e verrà aperta solo in occasione degli incontri di calcio. In totale l'opera occuperà quasi 84 mila metri quadrati, comprendenti negozi, un albergo, parcheggi e il «Parco». Quest'ultimo sorgerà dove c'era una volta il Filadelfia: ai pochi e storici ricordi rimasti intatti, saranno aggiunti ampi spazi verdi e una costruzione nella quale saranno ospitati il museo e la sede del Torino. L'intera zona andrà incontro a un positivo processo di riqualificazione.
- ALESSANDRO ALCIATO

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