giovedì 16 aprile 2009

04-05-1999, A cinquant'anni dalla tragedia di Superga la simbolica prima pietra del nuovo Filadelfia

Torino ricorda i suoi Invincibili Per un giorno diventa granata

STAMPA, TORINO, pag.39

Oggi la citta' si dipingera' di granata. Tra le iniziative per celebrare il cinquantenario della sciagura di Superga la piu' semplice, immediata e toccante e' appunto questa: chiunque ama il Toro ricordi la leggendaria squadra di Invincibili rapita dalla morte il 4 maggio 1949 esponendo sul balcone, alla finestra una bandiera, un drappo, un fazzoletto. Purche' sia del colore delle maglie dei campioni che gli dei avevano cosi' cari da chiamarli a se' nel momento della maggior gloria. Pero', non solo su balconi e finestre fiorira' il granata. Molti commercianti, in ogni quartiere, hanno promesso di mettere "qualcosa di Toro" in vetrina. Il dottor Roberto Steffanone e' stato il primo, ha allestito un piccolo sacrario torinista nella sua farmacia di corso Unione Sovietica 397, il Gruppo Abele lo fara' da oggi al 18 maggio nella libreria di via Pietro Micca 17. Dire Grande Torino e pensare al FILADELFIA e' tutt'uno. Cancellati dal destino gli Invincibili, cancellato dal tempo e dall'incuria il mitico STADIO. Adesso e' una radura. Sulla quale, nel pomeriggio, tornera' a echeggiare il clamore della folla. La piccola folla invitata alla posa del monumento ai giocatori del Toro: l'opera e' stata finanziata dalla Fondazione proprietaria del terreno, e' figlia dell'arte dello scultore Pippo Tarantino, un cuore granata. Pero', ci sara' anche un'altra cerimonia: simbolicamente, Giuseppe Aghemo, l'imprenditore che ha messo insieme i 70 miliardi per la resurrezione del Fila, posera' la prima pietra della nuova arena. Domenica, Aghemo aveva annunciato: "Non se ne fa nulla" e sparso la voce ai suoi 5 mila invitati di non presentarsi sulle macerie della mitica arena. Motivo dell'annullamento: le parole di Diego Novelli, presidente della Fondazione "Non si puo' mettere la prima pietra se non c'e' gia' aperto il cantiere". Ieri, nel corso di un'animatissima conferenza stampa all'Ambasciatori hotel, Aghemo e Novelli hanno fatto pace e dunque, contrordine invitati, la festa si fa. Con tanto di banda, maxischermo sul quale verra' raccontata l'epopea del Grande Torino, buffet. E, chissa' se " Richelieu" Aghemo sara' altrettanto scatenato. Nella conferenza stampa ha ribadito "Fosse anche l'ultima cosa che faccio in vita mia, io il "Fila" lo faccio. Da 33 mila posti... Costituiro' il "Frc", il comitato ricostruzione FILADELFIA. Vi aderiranno migliaia di persone. E dunque, chi vuole mettermi i bastoni tra le ruote sappia che ho con me tanta gente e che dovra' fare i conti con questa moltitudine". Aghemo ha rivelato che nel mondo degli affari lo chiamano "Richelieu" per l'abilita' di tessitore di trame imprenditoriale e ha garantito, sostenuto da Novelli, che "non c'e' bisogno di un accordo con la societa' granata per cominciare i lavori di ricostruzione. Io a Vidulich (presidente del club, ndr) non intendo fare la carita', se vorra' lo STADIO nuovo o lo compra o l'affitta, a prezzo di mercato". Gia', pero' Vidulich non intende affatto pagare un affitto. "Vabbe', puo' dire qualunque cosa, tanto non e' un problema: il Fila sara' pronto tra due anni e a quell'epoca lui, Vidulich, non sara' piu' padrone del Toro". La conclusione del "Richelieu" del Fila, anche se ha parlato da Marc'Antonio, da tribuno romano piuttosto che da Richelieu, il cardinale pilota della politica francese del primo Seicento, la conclusione di Aghemo, dicevamo, e' stata drastica: "Vidulich la pianti di contare storie, se vuole fare lui lo STADIO dimostri subito di avere i soldi necessari, io mi ritirero' all'istante. Senno', lo facciamo noi e la Fondazione: se l'impresa non dovesse andare in porto la colpa sara' solo sua, del presidente del Torino". Insomma, la FILADELFIA story continua ad alimentare sorprese e polemiche, com'e' disorientato il popolo granata. Per il quale la sofferenza, la disillusione sono una regola di vita: speriamo che almeno ora, nel cinquantenario della sciagura di Superga, tale regola sia infranta e che dal quadrilatero Fondazione-Aghemo-Vidulich-Comune venga la lieta novella che l'arena risorgera', che dalle parole s'e' passati ai fatti: cioe', che s'apre il cantiere. E, a proposito di Superga, stamane al Colle, come tutti i 4 maggio da quello maledetto del 1949, saliranno tanti tifosi per rendere omaggio alla lapide degli Invincibili. Molti l'hanno gia' fatto ieri lasciando fiori, lettere e tazebao accanto alla lapide con tutti i nomi: una commovente, popolare rimembranza dei Campionissimi che solo il destino riusci' a battere.
(c. giac.)

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