STAMPA, TORINO, pag.33
Delibera approvata ieri dalla giunta.
L'Acqua Marcia rinuncia alla concessione fino al 2020
Il Delle Alpi torna alla Citta'. L'impianto sara' gestito dall'attuale sub-concessionario alla Pubbligest fino al duemila. Poi, Rubentus e Torino o avranno riattivato il Comunale e il FILADELFIA oppure prorogheranno il contratto con l'amministrazione per continuare a disputare i campionati alla Continassa. L'Acqua Marcia rinuncia alla concessione fino al 2020 e a suo carico resteranno eventuali pendenze del passato. Le societa' di calcio pagheranno un canone annuo di 7 miliardi. Gli enti locali contribuiranno per un altro miliardo e mezzo: 1 miliardo della Regione e 250 milioni della Provincia per servizi pubblicitari, 250 milioni del Comune per assicurare l'immobile. La delibera e' stata approvata ieri dalla giunta. La prossima settimana ci saranno le firme delle convenzioni con tutte le parti interessate. Terminera' cosi' la lunga querelle sull'impianto nato per i Mondiali del '90. I club bianconero e granata protestarono, nel '94, di fronte alla richiesta di un aumento dell'affitto dello STADIO, ritenuto gia' eccessivo, e chiesero l'intervento del Comune. Di li' parti' un complesso negoziato. Ci furono fratture. La Rubentus gioco' fuori sede alcune partite di livello internazionale e contatto' altre citta' dove giocare i futuri campionati. Intervenne il neovicepresidente del governo Walter Veltroni. Per sua iniziativa fu coinvolta anche la prefettura. Il Consiglio comunale autorizzo' la giunta ad assumere i provvedimenti necessari, senza oneri a carico della Citta'. Il 20 giugno la firma dell'accordo in Prefettura, che ieri e' stato recepito nella delibera comunale. Una soluzione, dunque, trovata con lo sforzo di tutti, e tra questi dell'Acqua Marcia che rinuncia al Delle Alpi e a ogni contenzioso senza contropartite. Nell'87 si era aggiudicata la concessione trentennale per progettare, costruire e gestire l'impianto prevedendo una spesa di 60 miliardi. A conti fatti l'opera costo' molto di piu', si parlo' di 180 miliardi. L'Istituto bancario San Paolo, principale creditore dell'Acqua Marcia, ha convinto la concessionaria ad abbandonare un'avventura che si e' rilevata sempre in salita. Sotto la regia dell'allora vicesindaco Guido Brosio e infine dell'assessore all'Urbanistica Franco Corsico, il Comune, con l'aiuto di Regione e Provincia, ha portato a termine il negoziato per il Delle Alpi. Ma non e' finita. Il capogruppo di An, Agostino Ghiglia, accusa Castellani di voler distruggere il Delle Alpi e lamenta che i soldi versati dalla Regione per partecipare al canone da pagare alla Pubbligest "rappresenterebbero un finanziamento surrettizio a squadre che possono spendere decine di miliardi per un solo giocatore". Per di piu', la giunta dovra' affrontare un'altra complessa partita, quella degli stadi e rispettivi centri sportivi per i club calcistici. Ha gia' espresso parere favorevole a concedere il vecchio Comunale alla Rubentus, che lo potra' acquistare e ristrutturare, mentre il FILADELFIA, in parte gia' abbattuto, sara' ricostruito per diventare la casa dei granata. Entrambe le societa' chiedono aree attigue per i rispettivi settori giovanili. E il Delle Alpi? Per il 2000, la giunta intende indire una gara internazionale per trovare un gruppo capace di farlo diventare un punto di ritrovo per i giovani e il tempo libero, per avvenimenti di rilievo. "Ma io spero che nel frattempo - dice l'amministratore della Pubbligest, Giovanni Brasso, soddisfatto della soluzione sin qui trovata - Rube e Toro si accorgano che il Delle Alpi e' un bell'impianto". La Pubbligest non partecipera' a bandi per gestire uno STADIO senza i gol di Del Piero e di Lentini.
Luciano Borghesan
Delibera approvata ieri dalla giunta.
L'Acqua Marcia rinuncia alla concessione fino al 2020
Il Delle Alpi torna alla Citta'. L'impianto sara' gestito dall'attuale sub-concessionario alla Pubbligest fino al duemila. Poi, Rubentus e Torino o avranno riattivato il Comunale e il FILADELFIA oppure prorogheranno il contratto con l'amministrazione per continuare a disputare i campionati alla Continassa. L'Acqua Marcia rinuncia alla concessione fino al 2020 e a suo carico resteranno eventuali pendenze del passato. Le societa' di calcio pagheranno un canone annuo di 7 miliardi. Gli enti locali contribuiranno per un altro miliardo e mezzo: 1 miliardo della Regione e 250 milioni della Provincia per servizi pubblicitari, 250 milioni del Comune per assicurare l'immobile. La delibera e' stata approvata ieri dalla giunta. La prossima settimana ci saranno le firme delle convenzioni con tutte le parti interessate. Terminera' cosi' la lunga querelle sull'impianto nato per i Mondiali del '90. I club bianconero e granata protestarono, nel '94, di fronte alla richiesta di un aumento dell'affitto dello STADIO, ritenuto gia' eccessivo, e chiesero l'intervento del Comune. Di li' parti' un complesso negoziato. Ci furono fratture. La Rubentus gioco' fuori sede alcune partite di livello internazionale e contatto' altre citta' dove giocare i futuri campionati. Intervenne il neovicepresidente del governo Walter Veltroni. Per sua iniziativa fu coinvolta anche la prefettura. Il Consiglio comunale autorizzo' la giunta ad assumere i provvedimenti necessari, senza oneri a carico della Citta'. Il 20 giugno la firma dell'accordo in Prefettura, che ieri e' stato recepito nella delibera comunale. Una soluzione, dunque, trovata con lo sforzo di tutti, e tra questi dell'Acqua Marcia che rinuncia al Delle Alpi e a ogni contenzioso senza contropartite. Nell'87 si era aggiudicata la concessione trentennale per progettare, costruire e gestire l'impianto prevedendo una spesa di 60 miliardi. A conti fatti l'opera costo' molto di piu', si parlo' di 180 miliardi. L'Istituto bancario San Paolo, principale creditore dell'Acqua Marcia, ha convinto la concessionaria ad abbandonare un'avventura che si e' rilevata sempre in salita. Sotto la regia dell'allora vicesindaco Guido Brosio e infine dell'assessore all'Urbanistica Franco Corsico, il Comune, con l'aiuto di Regione e Provincia, ha portato a termine il negoziato per il Delle Alpi. Ma non e' finita. Il capogruppo di An, Agostino Ghiglia, accusa Castellani di voler distruggere il Delle Alpi e lamenta che i soldi versati dalla Regione per partecipare al canone da pagare alla Pubbligest "rappresenterebbero un finanziamento surrettizio a squadre che possono spendere decine di miliardi per un solo giocatore". Per di piu', la giunta dovra' affrontare un'altra complessa partita, quella degli stadi e rispettivi centri sportivi per i club calcistici. Ha gia' espresso parere favorevole a concedere il vecchio Comunale alla Rubentus, che lo potra' acquistare e ristrutturare, mentre il FILADELFIA, in parte gia' abbattuto, sara' ricostruito per diventare la casa dei granata. Entrambe le societa' chiedono aree attigue per i rispettivi settori giovanili. E il Delle Alpi? Per il 2000, la giunta intende indire una gara internazionale per trovare un gruppo capace di farlo diventare un punto di ritrovo per i giovani e il tempo libero, per avvenimenti di rilievo. "Ma io spero che nel frattempo - dice l'amministratore della Pubbligest, Giovanni Brasso, soddisfatto della soluzione sin qui trovata - Rube e Toro si accorgano che il Delle Alpi e' un bell'impianto". La Pubbligest non partecipera' a bandi per gestire uno STADIO senza i gol di Del Piero e di Lentini.
Luciano Borghesan
Nessun commento:
Posta un commento