domenica 5 aprile 2009

19-07-1997, Si abbatte lo stadio del Grande Toro, il nuovo rinascera' nel '99.. Filadelfia, addio a un mito

STAMPA, TORINO, pag.1

TORINO. HANNO confezionato la demolizione del FILADELFIA, che e' cominciata simbolicamente ieri mattina e prendera' vigore con l'autunno, come se fosse l'anteprima della ricostruzione inevitabile e non l'addio allo STADIO che piu' di ogni altro si e' fasciato di leggenda. Quella del Grande Torino. Quando la palla di ferro, piu' devastante di ogni pallone calciato da Valentino Mazzola, si e' abbattuta sui gradini di un cemento sgretolato dagli anni e dall'incuria, sono scoppiati i fuochi d'artificio; in un angolo, su un tavolo, bottiglie e bicchieri di carta per un pudico brindisi. Torino che si guarda sempre alle spalle ha puntato sul futuro nell'addio al monumento del suo passato piu' epico. Al suo posto crescera', assicurano, un nuovo STADIO. E poi forse un albergo e il centro commerciale dove c'era il campetto d'allenamento, e questa e' un'altra storia ma in fondo la conferma che qualunque cosa si faccia e qualunque aspetto avra' il nuovo FILADELFIA ieri e' finita un'epoca. Il vecchio "Fila", la sua atmosfera speciale e agrodolce, si sono persi sotto un colpo di maglio sparato da una gru alta e lucente. La gente si e' chinata. Furtivamente ha raccolto una reliquia: un ciottolo di cemento o un pezzo di ferro rugginoso per raccontare un giorno che c'era uno STADIO favoloso dove il pubblico sfiorava i giocatori e li toccava, parlava con loro, li amava e insultava come non era possibile che accadesse altrove. Ed erano tutt'uno i giocatori e il pubblico che arrivava anche nei giorni di lavoro, le tute erano appena state smesse e gia' nello spiazzo le voci si arrochivano nelle discussioni. Piu' che uno STADIO, una casa. L'hanno presentato come un punto di partenza. Ma a chi ha conosciuto il FILADELFIA prima che il degrado lo rendesse inagibile e' sembrato il funerale di una persona cara. La tromba che caricava Valentin e il Grande Torino avrebbe suonato il silenzio, mentre la gente sfollava con in tasca la malinconia.
Marco Ansaldo


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19/07/97 - Il Torino riparte dal cuore di Lentini

Corriere della Sera - Pagina 35

LA FESTA / In mille per la rinascita del " Filadelfia "

TORINO - Il presente pare conti poco per il Torino, sospeso fra un passato glorioso (il vecchio "Filadelfia", il giovane Lentini) e un futuro che nei progetti dovrebbe essere molto piu' roseo (un nuovo "Filadelfia", Lentini ritrovato, il ritorno in A). Cosi' il giorno del raduno regala momenti quasi commoventi, come l'inizio della demolizione del mitico stadio in cui si esibiva il Grande Torino. Davanti a mille persone (qualcuno sventola la bandiera del Borussia Dortmund, nel ricordo della finale di Coppa campioni vinta contro la Juve), c'e' il sindaco Castellani, c'e' il presidente della fondazione "Filadelfia", Diego Novelli, il quale illustra un'idea che pare un sogno: "Vorremmo inaugurare lo stadio ricostruito il 4 maggio '99, a cinquant'anni dalla tragedia di Superga, con un torneo cui dovrebbero partecipare pure Juve, River Plate, Benfica e Inter". La struttura attuale del "Filadelfia" sara' interamente demolita, ma la ristrutturazione dovra' tener conto dei vincoli imposti dalle Belle Arti. La squadra attuale, che in serata ha fatto passerella al "Delle Alpi" davanti a tifosi che stanno recuperando entusiasmo, ruota inevitabilmente tutta intorno a Lentini, tornato a Torino dopo cinque anni di Milan e gia' protagonista da giovanissimo di una promozione, nella primavera del '90: "In effetti mi pare che qui si respiri un clima simile a quello di otto anni fa, quando, con Fascetti, vincemmo il campionato. E d'altra parte non possiamo nasconderci: anche stavolta deve finire cosi". Lentini definisce il Milan "una societa' di signori: me ne sono accorto in queste ultime vicende". Attorno a lui per cercare la promozione, dopo un nono posto in B che e' il peggior risultato della storia granata, si muovono gli stranieri: il tecnico scozzese Graeme Souness, ma anche il centrocampista ungherese Sandor, annunciato come un talento, che pero' non potra' essere tesserato se prima non verranno ceduti gli altri extracomunitari Karic e Florjancic.
Agresti Stefano

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