domenica 5 aprile 2009

17-07-1997, Colpo di piccone sul Filadelfia. Rinasce il campo del vecchio Torino

STAMPA, TORINO, pag.35

Domani il via all'abbattimento dell'impianto per la ricostruzione

Piu' nostalgie (di amicizie, atmosfere, vecchi muri) che sogni, pensando a domani. Quando, alle 11,30, un pezzo di FILADELFIA crollera' sotto il colpo del maglio sganciato da una gru. L'avvio di un abbattimento quasi totale, poi la ricostruzione. A centro campo, sotto un grande gazebo, un plastico spieghera' il futuro. "Credo nel programma della Fondazione, voglio morire qui". Si commuove, Carla Marchetto. Dopo otto anni a stipendio, dedicati al vestiario del settore giovanile, nel giugno '94 (FILADELFIA chiuso, Toro a Orbassano) licenziamento e liquidazione. "Che ho gia' speso negli ultimi tre anni passati nel vuoto, a sorvegliare marocchini e albanesi che si infilavano saltando il muro. Pero' avevano i documenti. Il FILADELFIA piaceva anche e loro...". Alla signora Marchetto hanno fatto compagnia i figli Marco e Stefania, quindici gatti, e i due cani che ha sguinzagliato ogni notte a far da guardia. "La speranza e' che i lavori siano rapidi. Ci terrei a far ancora da guardiana, adesso che comincia ad arrivare gente a lavorare". Ricordi di gente del FILADELFIA che cade? "I tanti giovani che sono nati qui: dico soltanto Lentini, perche' in granata e' tornato. Tra gli stranieri, l'educazione di Martin Vazquez". "Fra venire, andar via e tornare al Toro ho passato qui dentro quasi vent'anni". Giorgio Puia guarda le crepe del FILADELFIA e sospira. Arrivo' come mezz'ala e deluse. Nereo Rocco, l'allenatore-mito, gli spiego': "Puoi migliorare, basta giocare come Valentino Mazzola". Cosa accadeva, Puia, al FILADELFIA negli Anni Sessanta? "Si stava qui dalle dieci a tardi. Al mattino si leggevano i giornali, come fossimo al bar. Poi l'allenamento. A mezzogiorno pochi andavano via. Nel pomeriggio altro lavoro, palestra, parole". In uno dei cameroni, Rocco teneva un barbera da sballo. Giocatori e giornalisti invitati, quando veniva sera. Puia e Roberto Salvadori hanno provato ieri l'emozione di salire l'ultima volta sul prato dalla vecchia scala dello spogliatoio. Salvadori parla autorizzato da dieci anni e 264 presenze in granata: "Non l'ho piu' vissuto come STADIO da gara domenicale. Sempre negli altri sei giorni. Mi commossi quando Arpino lo defini' una culla. Lo era, il FILADELFIA. Sentivamo il contatto continuo con i tifosi, accettavamo le loro critiche, nascevano amicizie destinate a durare a lungo". Dal '62 tuttofare della societa', dagli Anni 80 l'uomo dell'erba e delle attrezzature. Mario Lorenzelli sogna di rifare al FILADELFIA il fondo verde e soffice che ora prepara, in altra sede, per le squadre giovanili. "Per tanti di noi il FILADELFIA e' stato una seconda casa. Per qualcuno la prima. Che dire. So bene che l'abbatterlo e' indispensabile, per farlo risorgere. Ma sara' duro, domani, quel primo colpo di maglio".
(b. p.)









by Route66 - Luglio 1997

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