STAMPA, TORINO, pag.31
La Torino granata adesso spera
Novelli: la nuova societa' si ricordi della nostra tradizione
Direttore generale il figlio di Bodi, che gioco' al Filadelfia
L'idea la da' subito con una battuta Bruno Gambarotta: "E' come se il Toro l'avesse comperato Cuccia". La citta' granata ha appreso con piacere la notizia della scesa in campo della Merrill Lynch, banca mondiale. "E' buffo - continua Gambarotta -, e' strano che un colosso di quel genere si leghi alla mia squadra del cuore. Chissa' che non ridia vita al nostro STADIO all'inglese". Il regista-presentatore, tra il serio e il faceto, puo' dire la verita'. "Mi auguro che sia una soluzione buona per il Torino. E' un gruppo solido" commenta Diego Novelli, ex sindaco, e soprattutto promotore di quella Fondazione FILADELFIA che ha la proprieta' dell'impianto e che ha ottenuto in regalo dal presidente uscente Gian Marco Calleri il 2,78 per cento delle azioni. Vengono resi noti i nomi dei titolari della societa' Hsl, operante nel settore della comunicazione, che detiene la maggioranza della "Bullfin", la finanziaria che ha acquistato il Torino. L'amministratore delegato e' Davide Palazzetti, il direttore generale e' Renato Bodi. Bodi? E' il figlio di un ex calciatore del Toro, Gigi Bodi, attualmente allenatore della Sestrese. Novelli lo ricorda con affetto. Istriano, immigrato a Torino, cresciuto in borgo San Paolo, passato per le giovanili del Barcanova, Bodi arrivo' al FILADELFIA nel '55, gioco' 22 partite al fianco di Jeppson, Fogli, Castelletti. Una stagione sola. Poi, al suo posto arrivo' nientepopodimenoche' Enzo Bearzot. Bodi e' rimasto legato alla maglia, al vecchio cuore granata. In occasione del novantesimo anniversario della nascita del Torino, nell'autunno scorso, era in prima fila, al Piccolo Regio. Ma la notizia-regina e' che dietro Hsl, dietro Bullfin, dietro Bodi, dietro tutti, c'e' la banca d'affari piu' importante del mondo, la Merrill Lynch. L'impero finanziario e' nato in Usa, e si e' allargato in tutto il mondo. Ha la sede europea a Londra, e in Italia (per ora) a Milano. Per simbolo ha il Toro rampante, sinonimo di Borsa al rialzo. Si dice che nell'ufficio del presidente a Wall Street ci sia una preziosa raccolta di centinaia di tori, grintosi ovviamente. La Merrill Lynch al calcio professionistico guarda con attenzione. Alla Borsa inglese e' esploso il boom delle azioni delle societa' di calcio. Sono ipotizzabili sviluppi in Italia, Germania e Spagna. Toro internazionale, dunque. Un'idea che piace. "Della Merrill Lynch - aggiunge Gambarotta - ho letto molto sulle pagine economiche, non sapevo di queste attitudini sportive. Speriamo". E' finita ormai da oltre un decennio la dinastia dei presidenti-industriali, degli Orfeo Pianelli, dei Sergio Rossi. Inutilmente il Toro ha cercato il condottiero subalpino, ha trovato, purtroppo, solo avventurieri (Borsano e Goveani), che l'hanno spremuto. Ma non domato. I tifosi granata, quelli storici, fanno appello al nuovo gruppo perche' sappia dare ancora spazio alla torinesita', a quella autentica, sanguigna. "Con la presenza della Fondazione nella nuova societa' - sostiene Novelli - cercheremo di rappresentare questo legame con la citta', con la tradizione". Si respira aria di rilancio nella sede di piazza San Carlo. Arriva un toro anche di borsa nella Torino del cavallo (di bronzo), e della zebra. Una bella gara. "Ansioso" di conoscere tutti i protagonisti del futuro e' un altro granata doc, lo scrittore Alessandro Baricco. "E auguriamoci - sorride Baricco - che la Rube non se ne vada altrove, cosi' almeno, con il ritorno in serie A, potremo riassaporare il gusto delle vittorie dei derby". Gia', il "derby della Mole" rischia di cambiare nome se non si risolve la questione-STADIO. Anche il giorno dopo la delibera approvata dal consiglio comunale, la Rubentus tace. Si sa di contatti con altre citta', della proposta di Reggio Emilia a ospitare le partite dei bianconeri per 500 milioni l'anno, lasciando al club Rubentino la gestione degli spazi pubblicitari. Proprio nel giorno in cui il Toro si accasa, Peruzzi e compagni potrebbero dare l'addio al Delle Alpi.
Luciano Borghesan
La Torino granata adesso spera
Novelli: la nuova societa' si ricordi della nostra tradizione
Direttore generale il figlio di Bodi, che gioco' al Filadelfia
L'idea la da' subito con una battuta Bruno Gambarotta: "E' come se il Toro l'avesse comperato Cuccia". La citta' granata ha appreso con piacere la notizia della scesa in campo della Merrill Lynch, banca mondiale. "E' buffo - continua Gambarotta -, e' strano che un colosso di quel genere si leghi alla mia squadra del cuore. Chissa' che non ridia vita al nostro STADIO all'inglese". Il regista-presentatore, tra il serio e il faceto, puo' dire la verita'. "Mi auguro che sia una soluzione buona per il Torino. E' un gruppo solido" commenta Diego Novelli, ex sindaco, e soprattutto promotore di quella Fondazione FILADELFIA che ha la proprieta' dell'impianto e che ha ottenuto in regalo dal presidente uscente Gian Marco Calleri il 2,78 per cento delle azioni. Vengono resi noti i nomi dei titolari della societa' Hsl, operante nel settore della comunicazione, che detiene la maggioranza della "Bullfin", la finanziaria che ha acquistato il Torino. L'amministratore delegato e' Davide Palazzetti, il direttore generale e' Renato Bodi. Bodi? E' il figlio di un ex calciatore del Toro, Gigi Bodi, attualmente allenatore della Sestrese. Novelli lo ricorda con affetto. Istriano, immigrato a Torino, cresciuto in borgo San Paolo, passato per le giovanili del Barcanova, Bodi arrivo' al FILADELFIA nel '55, gioco' 22 partite al fianco di Jeppson, Fogli, Castelletti. Una stagione sola. Poi, al suo posto arrivo' nientepopodimenoche' Enzo Bearzot. Bodi e' rimasto legato alla maglia, al vecchio cuore granata. In occasione del novantesimo anniversario della nascita del Torino, nell'autunno scorso, era in prima fila, al Piccolo Regio. Ma la notizia-regina e' che dietro Hsl, dietro Bullfin, dietro Bodi, dietro tutti, c'e' la banca d'affari piu' importante del mondo, la Merrill Lynch. L'impero finanziario e' nato in Usa, e si e' allargato in tutto il mondo. Ha la sede europea a Londra, e in Italia (per ora) a Milano. Per simbolo ha il Toro rampante, sinonimo di Borsa al rialzo. Si dice che nell'ufficio del presidente a Wall Street ci sia una preziosa raccolta di centinaia di tori, grintosi ovviamente. La Merrill Lynch al calcio professionistico guarda con attenzione. Alla Borsa inglese e' esploso il boom delle azioni delle societa' di calcio. Sono ipotizzabili sviluppi in Italia, Germania e Spagna. Toro internazionale, dunque. Un'idea che piace. "Della Merrill Lynch - aggiunge Gambarotta - ho letto molto sulle pagine economiche, non sapevo di queste attitudini sportive. Speriamo". E' finita ormai da oltre un decennio la dinastia dei presidenti-industriali, degli Orfeo Pianelli, dei Sergio Rossi. Inutilmente il Toro ha cercato il condottiero subalpino, ha trovato, purtroppo, solo avventurieri (Borsano e Goveani), che l'hanno spremuto. Ma non domato. I tifosi granata, quelli storici, fanno appello al nuovo gruppo perche' sappia dare ancora spazio alla torinesita', a quella autentica, sanguigna. "Con la presenza della Fondazione nella nuova societa' - sostiene Novelli - cercheremo di rappresentare questo legame con la citta', con la tradizione". Si respira aria di rilancio nella sede di piazza San Carlo. Arriva un toro anche di borsa nella Torino del cavallo (di bronzo), e della zebra. Una bella gara. "Ansioso" di conoscere tutti i protagonisti del futuro e' un altro granata doc, lo scrittore Alessandro Baricco. "E auguriamoci - sorride Baricco - che la Rube non se ne vada altrove, cosi' almeno, con il ritorno in serie A, potremo riassaporare il gusto delle vittorie dei derby". Gia', il "derby della Mole" rischia di cambiare nome se non si risolve la questione-STADIO. Anche il giorno dopo la delibera approvata dal consiglio comunale, la Rubentus tace. Si sa di contatti con altre citta', della proposta di Reggio Emilia a ospitare le partite dei bianconeri per 500 milioni l'anno, lasciando al club Rubentino la gestione degli spazi pubblicitari. Proprio nel giorno in cui il Toro si accasa, Peruzzi e compagni potrebbero dare l'addio al Delle Alpi.
Luciano Borghesan
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