STAMPA, TORINO, pag.93
SCRIVERE IL GIORNALE
Sentir parlare di Grande Torino sembra quasi utopistico considerando l'odierna avventura calcistica che i granata stanno vivendo. Condannati alla serie B, continuamente in balia di cambi nelle file del direttivo come in quelle di allenatori ed atleti, i torinisti sembrano ancora rincorrere un grande sogno, una chimera forse, che li porta a rivolgere lo sguardo verso i tempi che furono e che nessuno ha saputo dimenticare. Mentre i piu' giovani vivono di "sentito dire", antiche memorie narrano storie e vicissitudini che rasentano la fantasia, che si mescolano con la storicita' dei fatti, ma soprattutto con l'amore e con la fede che ogni granata conserva nel profondo del proprio cuore. Per quanto la vita prosegua e "lo spettacolo debba continuare", il ricordo di quel Grande Torino non viene meno ed alimenta la speranza che tutto un giorno tornera' come a quei tempi. Mio nonno stesso, che ha vissuto l'epopea del Grande Torino in prima persona, guarda a quei lontani momenti con nostalgia, con lo sguardo vagante che sembra cercare dentro di se' ricordi remoti e, quasi volesse raccontare una fiaba, inizia a parlare: "Conoscevo un giocatore del Grande Torino, Eusebio Castigliano. Era un ragazzo che amava la compagnia, la buona cucina e il buon vino. C'e' un particolare di lui che non dimentichero' mai: Eusebio salutava sempre i suoi amici con un giochetto simpatico, lanciava in aria una monetina, la colpiva al volo con il tacco della scarpa e la faceva ricadere nel taschino della giacca". "A quel tempo - prosegue il nonno - i giocatori erano soliti conversare e giocherellare con i tifosi e con i ragazzini che li attendevano all'uscita dello STADIO di via FILADELFIA, dopo gli allenamenti". Sembra quasi incredibile, oggi, parlare di atleti di fama mondiale che si intrattengono cosi' con i loro fans.
Liceo europeo Vittoria, Ivrea
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Sentir parlare di Grande Torino sembra quasi utopistico considerando l'odierna avventura calcistica che i granata stanno vivendo. Condannati alla serie B, continuamente in balia di cambi nelle file del direttivo come in quelle di allenatori ed atleti, i torinisti sembrano ancora rincorrere un grande sogno, una chimera forse, che li porta a rivolgere lo sguardo verso i tempi che furono e che nessuno ha saputo dimenticare. Mentre i piu' giovani vivono di "sentito dire", antiche memorie narrano storie e vicissitudini che rasentano la fantasia, che si mescolano con la storicita' dei fatti, ma soprattutto con l'amore e con la fede che ogni granata conserva nel profondo del proprio cuore. Per quanto la vita prosegua e "lo spettacolo debba continuare", il ricordo di quel Grande Torino non viene meno ed alimenta la speranza che tutto un giorno tornera' come a quei tempi. Mio nonno stesso, che ha vissuto l'epopea del Grande Torino in prima persona, guarda a quei lontani momenti con nostalgia, con lo sguardo vagante che sembra cercare dentro di se' ricordi remoti e, quasi volesse raccontare una fiaba, inizia a parlare: "Conoscevo un giocatore del Grande Torino, Eusebio Castigliano. Era un ragazzo che amava la compagnia, la buona cucina e il buon vino. C'e' un particolare di lui che non dimentichero' mai: Eusebio salutava sempre i suoi amici con un giochetto simpatico, lanciava in aria una monetina, la colpiva al volo con il tacco della scarpa e la faceva ricadere nel taschino della giacca". "A quel tempo - prosegue il nonno - i giocatori erano soliti conversare e giocherellare con i tifosi e con i ragazzini che li attendevano all'uscita dello STADIO di via FILADELFIA, dopo gli allenamenti". Sembra quasi incredibile, oggi, parlare di atleti di fama mondiale che si intrattengono cosi' con i loro fans.
Liceo europeo Vittoria, Ivrea
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