STAMPA, TORINO, pag.34
Bilancio di un presidente che chiede di giocare il campionato di sabato
TORINO. Ora Gian Marco Calleri sogna di vedere il suo Toro giocare nel nuovo stadio FILADELFIA, con gli spalti gremiti da ventimila fedelissimi e il pubblico che diventa il dodicesimo granata. Ma ci vogliono almeno una ventina di miliardi perche' il sogno si materializzi. Presidente, a poco piu' di un anno dal suo avvento al Toro il problema dello sta dio e' sempre un'ossessione e la ristrutturazione del FILADELFIA un'utopia? "Al Delle Alpi, spesso semideserto, con quegli spazi enormi e la pista che ci tiene lontani dal campo, sembra di giocare in trasferta. Invidio il Genoa e la Sampdoria che hanno Marassi. E invidio persino la Cremonese. Ecco, il FILADELFIA potrebbe diventare qualcosa di simile allo stadio di Cremona, anche con la collaborazione dei tifosi". Che troppe volte sono stati presi in giro. Ci crederanno ancora? "Io sono il presente. Intanto spero che da parte dell'Istituto Bancario San Paolo e del sindaco Castellani ci sia buona volonta' e che dalle parole si passi ai fatti. E intanto mi auguro che aumenti il numero di abbonati e di presenze nel prossimo campionato. I risultati che abbiamo ottenuto dovrebbero essere di stimolo. Mi aspettavo, francamente, un altro ritorno a livello di incassi. Tolte le spese di affitto, le tasse e i diritti Siae, ci sono rimasti due miliardi, appena sufficienti a pagare l'alto ingaggio di due miei giocatori che avevo ereditato dalla precedente gestione". E' sempre convinto, come altri suoi colleghi, che la A debba giocare il venerdi'? "Si', il venerdi' o il sabato come in quasi tutta Europa, in modo da non creare concorrenza con gli altri campionati e consentire agli sportivi italiani di passare il week-end dove preferiscono senza limitarsi a seguire la loro squadra alla radio o alla tv. E senza alcuna complicazione per il Totocalcio. Questa e' una delle tante richieste che abbiamo fatto. Siamo in attesa che vengano esaudite". Non e' stato un grande affa re acquistare il Toro? "Assolutamente no. Ma le soddisfazioni non sono mancate". Nessun rimpianto? "L'Europa. Mi arrabbio se penso a qualche punto perso ingiustamente, come i due di Napoli con il gol, regolarissimo, annullato a Rizzitelli; e quello di San Siro con l'Inter per un rigore inesistente fischiato contro di noi in extremis. Se i nerazzurri perdevano, rischiavano di lottare per non retrocedere. E la fortuna non ci ha certo aiutati in tre gare casalinghe finite in parita' con Sampdoria, Napoli e Cremonese, con sette o otto palle-gol fallite di un soffio. Potevamo finire addirittura davanti all'Inter". Dopo la grande rivoluzio ne, c'e' una base solida sul la quale continuare a co struire un Toro piu' compe titivo? "Molti ci mettevano sullo stesso livello del Brescia. Non posso biasimarli. Sono contento che i risultati li abbiano smentiti, che Sonetti si sia rivelato un grande allenatore. E c'e' Vitali, uomo che ha dato un forte impulso alla societa'. Il Toro '95-96 e' praticamente fatto con Hakan, una punta da gol, Cozza, un centrocampista esterno molto interessante, e Moro, un difensore centrale che viene dalla Serie C, ma che potrebbe fare il salto di qualita' come Falcone, Pessotto e Maltagliati". Lei ha riscattato Malta gliati dal Parma per un paio di miliardi, una cifra non indifferente per il bi lancio del Toro, e ha rinno vato con la Roma la com proprieta' di Bernardini. Ma Falcone, quotato piu' di dieci miliardi, e Pessotto, il cui valore supera gli otto miliardi, sono sul mercato? "Hanno molte richieste. E saro' costretto a cederne uno, per far quadrare i conti. Ma accadra' solo se saltera' fuori una societa' davvero disposta a sborsare simili cifre". La gente granata vuole un Toro da Coppa Uefa. Sara' la volta buona? "Pensare non e' proibito, promettere e' da disonesti. In Italia, due sole squadre possono garantire l'Europa: Juve e Milan. Il Toro fara' meglio di quest'anno. Di questo son sicuro". Calleri dovra' anche risolvere la comproprieta' di Benny Carbone con il Napoli. Non e' escluso vadano alle buste. Domani pomeriggio, infine, la squadra riprende gli allenamenti e venerdi' (ore 20,30) gioca a Bologna per festeggiare la promozione dei felsinei in B.
Bruno Bernardi
Bilancio di un presidente che chiede di giocare il campionato di sabato
TORINO. Ora Gian Marco Calleri sogna di vedere il suo Toro giocare nel nuovo stadio FILADELFIA, con gli spalti gremiti da ventimila fedelissimi e il pubblico che diventa il dodicesimo granata. Ma ci vogliono almeno una ventina di miliardi perche' il sogno si materializzi. Presidente, a poco piu' di un anno dal suo avvento al Toro il problema dello sta dio e' sempre un'ossessione e la ristrutturazione del FILADELFIA un'utopia? "Al Delle Alpi, spesso semideserto, con quegli spazi enormi e la pista che ci tiene lontani dal campo, sembra di giocare in trasferta. Invidio il Genoa e la Sampdoria che hanno Marassi. E invidio persino la Cremonese. Ecco, il FILADELFIA potrebbe diventare qualcosa di simile allo stadio di Cremona, anche con la collaborazione dei tifosi". Che troppe volte sono stati presi in giro. Ci crederanno ancora? "Io sono il presente. Intanto spero che da parte dell'Istituto Bancario San Paolo e del sindaco Castellani ci sia buona volonta' e che dalle parole si passi ai fatti. E intanto mi auguro che aumenti il numero di abbonati e di presenze nel prossimo campionato. I risultati che abbiamo ottenuto dovrebbero essere di stimolo. Mi aspettavo, francamente, un altro ritorno a livello di incassi. Tolte le spese di affitto, le tasse e i diritti Siae, ci sono rimasti due miliardi, appena sufficienti a pagare l'alto ingaggio di due miei giocatori che avevo ereditato dalla precedente gestione". E' sempre convinto, come altri suoi colleghi, che la A debba giocare il venerdi'? "Si', il venerdi' o il sabato come in quasi tutta Europa, in modo da non creare concorrenza con gli altri campionati e consentire agli sportivi italiani di passare il week-end dove preferiscono senza limitarsi a seguire la loro squadra alla radio o alla tv. E senza alcuna complicazione per il Totocalcio. Questa e' una delle tante richieste che abbiamo fatto. Siamo in attesa che vengano esaudite". Non e' stato un grande affa re acquistare il Toro? "Assolutamente no. Ma le soddisfazioni non sono mancate". Nessun rimpianto? "L'Europa. Mi arrabbio se penso a qualche punto perso ingiustamente, come i due di Napoli con il gol, regolarissimo, annullato a Rizzitelli; e quello di San Siro con l'Inter per un rigore inesistente fischiato contro di noi in extremis. Se i nerazzurri perdevano, rischiavano di lottare per non retrocedere. E la fortuna non ci ha certo aiutati in tre gare casalinghe finite in parita' con Sampdoria, Napoli e Cremonese, con sette o otto palle-gol fallite di un soffio. Potevamo finire addirittura davanti all'Inter". Dopo la grande rivoluzio ne, c'e' una base solida sul la quale continuare a co struire un Toro piu' compe titivo? "Molti ci mettevano sullo stesso livello del Brescia. Non posso biasimarli. Sono contento che i risultati li abbiano smentiti, che Sonetti si sia rivelato un grande allenatore. E c'e' Vitali, uomo che ha dato un forte impulso alla societa'. Il Toro '95-96 e' praticamente fatto con Hakan, una punta da gol, Cozza, un centrocampista esterno molto interessante, e Moro, un difensore centrale che viene dalla Serie C, ma che potrebbe fare il salto di qualita' come Falcone, Pessotto e Maltagliati". Lei ha riscattato Malta gliati dal Parma per un paio di miliardi, una cifra non indifferente per il bi lancio del Toro, e ha rinno vato con la Roma la com proprieta' di Bernardini. Ma Falcone, quotato piu' di dieci miliardi, e Pessotto, il cui valore supera gli otto miliardi, sono sul mercato? "Hanno molte richieste. E saro' costretto a cederne uno, per far quadrare i conti. Ma accadra' solo se saltera' fuori una societa' davvero disposta a sborsare simili cifre". La gente granata vuole un Toro da Coppa Uefa. Sara' la volta buona? "Pensare non e' proibito, promettere e' da disonesti. In Italia, due sole squadre possono garantire l'Europa: Juve e Milan. Il Toro fara' meglio di quest'anno. Di questo son sicuro". Calleri dovra' anche risolvere la comproprieta' di Benny Carbone con il Napoli. Non e' escluso vadano alle buste. Domani pomeriggio, infine, la squadra riprende gli allenamenti e venerdi' (ore 20,30) gioca a Bologna per festeggiare la promozione dei felsinei in B.
Bruno Bernardi
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