STAMPA, TORINO, pag.7
I giocatori cresciuti nell'antico impianto sono la vera ricchezza della societa' granata
I giocatori cresciuti nell'antico impianto sono la vera ricchezza della societa' granata
Filadelfia, qui nascono campioni Da Pulici a Lentini, da Cravero a Cois
MIRACOLI del calcio: un luogo che trasuda vecchiezza e' il paradiso della miglior gioventu' pallonara d'Italia. Parliamo del FILADELFIA: passano gli anni, la leggendaria arena continua ad andare in rovina eppure la sua fabbrica di gioielli funziona sempre a meraviglia. Tempo fa ha forgiato i Cereser, Ferrini, Agroppi: poi, i Pulici, Zaccarelli e Cravero e, solo ieri l'altro, i Lentini, Fuser, Dino Baggio. Adesso, dopo aver creato i Carbone e i Cois sta plasmando i Sottil, Falcone, Giubilato. Nessuna sorpresa se quest'ultimi tre li ritroveremo protagonisti del Toro maggiore, in serie A, tra qualche stagione. Non ne dubita affatto l'entusiasta Roberto Goveani. Sull'aereo di ritorno da Aberdeen (4 novembre), galvanizzato dal trionfo granata sugli scozzesi con la conseguente qualificazione ai quarti di finale di Coppa Coppe, aveva estratto di tasca un foglietto e declamato la squadra del futuro, al novantanove per cento fondata sui talenti cresciuti al FILADELFIA: in porta l'attuale riserva di Galli, Pastine. In difesa, Delli Carri, Falcone e Sottil; libero il brasiliano Gelson; a centrocampo Cois, veterano della Primavera e novizio di grandi promesse nel Torino dei grandi, Gargo, Della Morte e Carbone: attaccanti, Vieri e Poggi con in panchina i babies Stringardi, Giubilato, Graziani (figlio di Ciccio) e i ghanesi Duah e Kuffour. Tutti giovanotti, tranne il ventenne carioca Gelson di cui si dicono meraviglie, che hanno frequentato, chi piu' a lungo chi meno, la scuola FILADELFIA. Difficilmente il Toro del 1995 sara' cosi' come l'ha profetizzato il Notaio: chissa' se arriveranno quegli stranieri, chissa' soprattutto se tutti i ragazzi manterranno le promesse. Inevitabilmente, e' nell'ordine delle cose, qualcuno non riuscira' a sfondare, altri impiegheranno piu' tempo del previsto. Pero', certamente, la maggior parte ha molte possibilita' di approdare alla serie A con la maglia granata e di vestirla per qualche tempo prima di cedere alle lusinghe (cioe' ai miliardi) delle grandi del campionato o di essere sventatamente ceduto, come purtroppo troppe volte e' successo in passato. Pensate a che cosa sarebbe oggi il Torino con gli ultimi gioielli (in ordine di tempo) venduti, o svenduti: Dino Baggio e Fuser (non parliamo di Lentini, che se n'e' andato di propria volonta'). Certo, Baggio fu sacrificato al portafogli di Borsano e per comperare Scifo: Fuser fu dato al Milan e con il ricavato Borsano fece l'intera campagna acquisti dell'estate 1989 formando la squadra che avrebbe affrontato, e vinto facilmente, la serie B. Quali errori. Semplice dirlo oggi, con il senno di poi ma, restando a Dino Baggio, che l'esperienza aiuti a non sbagliare ancora. Considerato il rendimento deludente di Scifo, come la discutibile resa offerta da molti stranieri comperati dal Torino negli ultimi dieci anni, prima di privarsi di un "ragazzo del FILADELFIA" per il cosiddetto grande nome esotico, si pensi non una ma dieci volte. Guardiamo da vicino i potenziali granatieri di domani. Pastine, il portiere, arriva da Massa, per un anno e' stato svezzato da quell'eccellente istruttore che e' Lido Vieri difendendo la rete della Primavera, poi e' stato spedito a fare esperienza in serie C, alla Casertana: s'e' comportato molto bene risultando uno dei due migliori n. 1 della categoria, e' tornato per fare da dodicesimo a Galli e imparare da lui. Per diventare titolare deve migliorare ancora molto ma Vieri e' certo di farne un portiere di sicura affidabilita' e la parola di Lido non si discute: pronostico' una grande carriera a Marchegiani quando il portiere destava non poche perplessita', invece s'e' visto com'e' andata a finire. Sottil e Falcone sono promesse, quando si sono affacciati in A hanno sempre convinto, e' chiaro che debbono fare esperienza. Delli Carri, prelevato dal Foggia tre stagioni fa e mandato a maturare a Lucca, fatica invece a imporsi; sinora non ha entusiasmato, almeno in A, perche' a Lucca, in B, ha sempre giocato bene. Cois e' ormai una certezza, gli si puo' tranquillamente affidare una maglia da titolare, non puo' che migliorare. Come Carbone, il talento piu' cristallino sgorgato dal FILADELFIA dopo Lentini. Molte attese attorno a Gargo, il ghanese che il Torino dovrebbe finalmente riuscire a tesserare la prossima estate. Gargo, per quel che ha mostrato partecipando agli allenamenti della Primavera al FILADELFIA, puo' essere definito un fenomeno, bisogna vedere come reagira' quando sara' opposto ai marpioni della massima divisione. E', comunque, una promessa. Lo stesso dicasi di Christian Vieri, figlio d'arte (il papa', genio e sregolatezza, milito' nella Juve agli inizi degli Anni Settanta) bomber implacabile tra i giovani, goleador della Under 21 di Cesare Maldini, ma dal rendimento sconcertante nella cadetteria dove il Torino l'ha mandato a farsi le ossa. L'anno scorso, a Pisa, Vieri, detto Bobo, non ne ha azzeccata una, rivelandosi una delusione colossale: non s'e' mai ambientato. Anche a Ravenna l'attaccante di belle speranze ha cominciato male, ma ora e' in grande ripresa, ha segnato cinque volte in tre partite, le sue reti hanno riportato a galla la squadra. Paolo Poggi, per concludere, non e' piu' uno sconosciuto: sinora ha trovato poco spazio in prima squadra, pero' ha una dote straordinaria: quella di andare in gol appena entrato e il futuro e' tutto suo. Quindi, tifosi del Toro, in alto i cuori, con giovani di questo tipo l'ottimismo e' d'obbligo.
Claudio Giacchino
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