Il Toro c'e', e ora aspetta il Filadelfia Vidulich: lavoriamo su due fronti
Nuovo FILADELFIA, sogno o realta'? A fine mese, il Comune dara' una risposta importante per la ricostruzione dello STADIO sulle macerie di quello vecchio che i tifosi granata considerano il tempio storico, l'unica vera casa del Toro. Ma non mancano le difficolta' per questo impianto capace di ospitare 23-25 mila spettatori, con relativi servizi di supporto, e che costerebbe un milione e 800 mila lire a posto, per un centinaio di miliardi complessivi. Al di la' dei desideri, presidente Vidulich, a che punto si trova la questione-FILADELFIA? "La possibilita' di far rinascere lo STADIO c'e' ed e' concreta. In caso contrario avremmo perso tutti del gran tempo. I ritardi non sono attribuibili a noi ne' alla Fondazione FILADELFIA. C'e' da sperare in un accordo tra il Comune - che deve decidere anche sul Delle Alpi alla Rube - e il ministero delle Finanze. Poi entrare noi in possesso dell'area che ci viene data in concessione per ampliarlo in futuro non remoto. Com'e' noto, il terreno appartiene in parte alla Fondazione e per un'altra parte alla famiglia Recchi con la quale non sara' difficile trovare un accordo". E chi trovera' i fondi per lo STADIO? "Abbiamo dato incarico a una societa' di consulenza di portare avanti un piano finanziario che, insieme con il progetto dello STADIO, sara' pronto a fine anno. A sostegno interverranno il Credito Finanziario e altri istituti e il Torino Calcio accendera' un mutuo per i servizi commerciali che, all'interno dello STADIO, produrranno redditi. Noi lavoriamo anche per il merchandising, per creare un grosso interesse attorno a un club forte, indipendentemente da chi lo gestisce". La capienza non e' poca cosa rispetto alle esigenze di quella che dovrebbe essere la serie A del Duemila? "Con la pay-per-view molti tifosi preferiranno vedere le partite in tv che dal vivo". Torniamo al presente. Si e' conclusa la campagna autunnale senza movimenti. Anche gli scontenti sono rimasti. Un problema in piu' per Mondonico: 29 uomini da gestire, che costano 18 miliardi lordi d'ingaggio, come una squadra di A di media classifica. "Il bilancio e' in perdita di qualche miliardo ma era in preventivo. Abbiamo fatto investimenti oculati e contiamo di raccoglierne i frutti. Il numero di tesserati e' alto ma se stanno tranquilli, se fanno gruppo, impegnandosi al massimo in allenamento, dimostreranno al tecnico che, in caso di necessita', sono pronti a mettersi al servizio della nostra causa". Con il Genoa c'e' stata la svolta della stagione? " E' soltanto un punto di partenza. Gia' a Lecce, dove il nostro pareggio e' stato valorizzato dalla sconfitta del Brescia, e in casa con il Chievo, lottando anche contro i fantasmi di un recente passato, la situazione era migliorata. Con il Genoa c'e' stata consapevolezza, grinta e sprazzi di bel gioco". Si e' sbloccato anche Artistico. E' Ciccio-gol il "nuovo" acquisto? "Non era nostra intenzione metterlo sul mercato. Siamo ben felici sia rimasto e, al di la' della prima rete ufficiale, ci conforta la sua prestazione, bella come quella del Toro". In che misura la partenza falsa vi aveva allarmati? "Pensavamo, io per primo, che ci volesse qualche giornata di campionato per avere un'indicazione piu' precisa sul valore del nostro collettivo. Individualmente abbiamo gente molto motivata e l'innesto di Sassarini ha dato equilibrio tattico, permettendo a ciascun giocatore di essere impiegato nel proprio ruolo. Il gruppo si va formando. Neppure le voci di nuovi acquirenti hanno destabilizato l'ambiente. E i nostri giocatori meritano un grosso elogio per l'impegno che profondono negli allenamenti". Quali errori del passato non dovranno ripetersi? "Di sentirsi appagati dall'attuale 4o posto e dai 6 punti in piu' di un anno fa, dopo la 7a giornata. Non dovremo mai mollare, specie con le squadre che, sulla carta, sembrano le piu' abbordabili e che, nel torneo scorso, ci hanno dato sonore lezioni. Mondonico sa tenere la truppa sul filo del rasoio. In questo momento e' il nostro allenatore ideale. Dobbiamo stare tutti uniti, squadra, societa' e tifosi. La concorrenza e' agguerrita. Chi aveva lacune s'e' rafforzato, ma il Toro non ha niente da invidiare a nessuno e puo' centrare quel traguardo che ci era sfuggito per un palo".
Bruno Bernardi
Nuovo FILADELFIA, sogno o realta'? A fine mese, il Comune dara' una risposta importante per la ricostruzione dello STADIO sulle macerie di quello vecchio che i tifosi granata considerano il tempio storico, l'unica vera casa del Toro. Ma non mancano le difficolta' per questo impianto capace di ospitare 23-25 mila spettatori, con relativi servizi di supporto, e che costerebbe un milione e 800 mila lire a posto, per un centinaio di miliardi complessivi. Al di la' dei desideri, presidente Vidulich, a che punto si trova la questione-FILADELFIA? "La possibilita' di far rinascere lo STADIO c'e' ed e' concreta. In caso contrario avremmo perso tutti del gran tempo. I ritardi non sono attribuibili a noi ne' alla Fondazione FILADELFIA. C'e' da sperare in un accordo tra il Comune - che deve decidere anche sul Delle Alpi alla Rube - e il ministero delle Finanze. Poi entrare noi in possesso dell'area che ci viene data in concessione per ampliarlo in futuro non remoto. Com'e' noto, il terreno appartiene in parte alla Fondazione e per un'altra parte alla famiglia Recchi con la quale non sara' difficile trovare un accordo". E chi trovera' i fondi per lo STADIO? "Abbiamo dato incarico a una societa' di consulenza di portare avanti un piano finanziario che, insieme con il progetto dello STADIO, sara' pronto a fine anno. A sostegno interverranno il Credito Finanziario e altri istituti e il Torino Calcio accendera' un mutuo per i servizi commerciali che, all'interno dello STADIO, produrranno redditi. Noi lavoriamo anche per il merchandising, per creare un grosso interesse attorno a un club forte, indipendentemente da chi lo gestisce". La capienza non e' poca cosa rispetto alle esigenze di quella che dovrebbe essere la serie A del Duemila? "Con la pay-per-view molti tifosi preferiranno vedere le partite in tv che dal vivo". Torniamo al presente. Si e' conclusa la campagna autunnale senza movimenti. Anche gli scontenti sono rimasti. Un problema in piu' per Mondonico: 29 uomini da gestire, che costano 18 miliardi lordi d'ingaggio, come una squadra di A di media classifica. "Il bilancio e' in perdita di qualche miliardo ma era in preventivo. Abbiamo fatto investimenti oculati e contiamo di raccoglierne i frutti. Il numero di tesserati e' alto ma se stanno tranquilli, se fanno gruppo, impegnandosi al massimo in allenamento, dimostreranno al tecnico che, in caso di necessita', sono pronti a mettersi al servizio della nostra causa". Con il Genoa c'e' stata la svolta della stagione? " E' soltanto un punto di partenza. Gia' a Lecce, dove il nostro pareggio e' stato valorizzato dalla sconfitta del Brescia, e in casa con il Chievo, lottando anche contro i fantasmi di un recente passato, la situazione era migliorata. Con il Genoa c'e' stata consapevolezza, grinta e sprazzi di bel gioco". Si e' sbloccato anche Artistico. E' Ciccio-gol il "nuovo" acquisto? "Non era nostra intenzione metterlo sul mercato. Siamo ben felici sia rimasto e, al di la' della prima rete ufficiale, ci conforta la sua prestazione, bella come quella del Toro". In che misura la partenza falsa vi aveva allarmati? "Pensavamo, io per primo, che ci volesse qualche giornata di campionato per avere un'indicazione piu' precisa sul valore del nostro collettivo. Individualmente abbiamo gente molto motivata e l'innesto di Sassarini ha dato equilibrio tattico, permettendo a ciascun giocatore di essere impiegato nel proprio ruolo. Il gruppo si va formando. Neppure le voci di nuovi acquirenti hanno destabilizato l'ambiente. E i nostri giocatori meritano un grosso elogio per l'impegno che profondono negli allenamenti". Quali errori del passato non dovranno ripetersi? "Di sentirsi appagati dall'attuale 4o posto e dai 6 punti in piu' di un anno fa, dopo la 7a giornata. Non dovremo mai mollare, specie con le squadre che, sulla carta, sembrano le piu' abbordabili e che, nel torneo scorso, ci hanno dato sonore lezioni. Mondonico sa tenere la truppa sul filo del rasoio. In questo momento e' il nostro allenatore ideale. Dobbiamo stare tutti uniti, squadra, societa' e tifosi. La concorrenza e' agguerrita. Chi aveva lacune s'e' rafforzato, ma il Toro non ha niente da invidiare a nessuno e puo' centrare quel traguardo che ci era sfuggito per un palo".
Bruno Bernardi
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