domenica 5 aprile 2009

17/01/96 - FILADELFIA, LA MEMORIA ALL' ASTA

Repubblica — 17 gennaio 1996 - pagina 44

TORINO - A diciotto mesi dalla chiusura e dall' abbandono, il vecchio Filadelfia ha finalmente conosciuto la prima notizia certa sul suo destino: quest' estate verrà abbattuto. "Per ricostruirlo, naturalmente", correggono subito gli uomini della Fondazione presieduta dal deputato Diego Novelli, che si sta occupando delle sorti dello stadio che ospitò le imprese del Grande Torino. E le macerie forse verranno messe all' asta come i mattoni del muro di Berlino. I guadagni serviranno a finanziare proprio la ricostruzione. "Lo ricostruiremo": diverso da com' è, però, da come lo hanno conosciuto i tifosi granata, che chiamano Tempio quelle gradinate antiche e scalcinate, ma ancora resistenti. La demolizione sarà la prima mossa operativa della Fondazione, la quale ha approntato un progetto da 50 miliardi che prevede la ristrutturazione dello stadio con l' insediamento di un albergo di lusso e di banche, negozi, videoteche, palestre, garage. "Della vecchia struttura, manterremo intatta soltanto la tribuna centrale vincolata dalle Belle Arti", spiega l' ingegner Roberto Renacco, responsabile di un progetto che - nella migliore delle ipotesi - verrà presentato in Comune a fine aprile. Il resto delle gradinate, cioè tre quarti dell' impianto, verrà raso al suolo per essere poi eretto sul modello dell' Highbury, lo stadio dell' Arsenal. "Avremo solo posti a sedere: impossibile ricavarli sui vecchi gradini, troppo stretti. E poi la struttura di cemento armato comincia a deteriorarsi". Inevitabile, dopo 70 anni, anche se alcuni esperti giurano sulla robustezza dello scheletro, che ha resistito a una guerra mondiale e a decenni di incuria. Un esempio: l' estate scorsa, vennero abbattuti alcuni metri di gradinata per consentire l' accesso al prato di un trattore. Ci vollero due giorni di lavoro con cinque martelli pneumatici. L' operazione "muro di Berlino", tuttavia, resta un' ipotesi, perché Novelli teme l' indifferenza dei tifosi, che già hanno risposto con freddezza alla sottoscrizione popolare lanciata un anno fa: sono state raccolte soltanto 400 adesioni. Piuttosto, il popolo granata si mobilita attraverso le "Sentinelle del Filadelfia", un' associazione che vanta 150 iscritti e vigila sulle sorti dello stadio, in aperta opposizione con la Fondazione: "Temiamo una speculazione edilizia", dice il presidente Manlio Collino. "Il Filadelfia non deve essere snaturato, non vogliamo mercanti nel tempio". In realtà, la Fondazione sostiene che l' unica strada per arrivare alla ristrutturazione dello stadio passa attraverso una necessaria operazione commerciale: la costruzione dell' hotel, dei negozi e di tutto resto è l' unico sistema per reperire fondi. Anche se finora non esistono finanziatori: i lavori rischiano di partire con un fondo cassa di circa 600 milioni, gran parte dei quali derivano da un contributo comunale. Si confida in un aiuto dell' Università, disposta a comprare una sessantina di stanze dell' albergo. Ma pagando soltanto a lavori finiti.
- di EMANUELE GAMBA

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