STAMPA, TORINO, pag.33
L'allenatore indica nell'umilta' la vera molla della squadra lanciata verso la promozione
TORINO. Vittoria grande, soprattutto voluta, e con una intensita' tale da mettere in imbarazzo Mondonico al momento di scegliere i migliori della sua squadra. Diamo la palma del numero uno a Lentini, a Ferrante o a chissa' chi? "Obiettivamente - sospira l'allenatore - non saprei indicare chi mi e' piaciuto di piu'. Hanno giocato tutti con un cuore, un'intelligenza, un'intensita' tali da rendere impossibile una graduatoria dei meriti. Ma la qualita' piu' bella che ho ammirato nel Torino e' stata forse l'umilta': quella che ti spinge a correre disperatamente dal primo all'ultimo minuto, che ti fa inseguire gli avversari quando ti trovi in svantaggio, che ti fa uscire dal campo stremato, senza piu' un grammo di fiato". Mondonico si ferma un attimo ma per riattaccare subito dopo: "E dire che avremmo potuto vincere addirittura con un risultato piu' netto perche' i miei mi hanno garantito che ci sarebbero stati gli estremi per altri due rigori a nostro favore". Dopo otto vittorie consecutive il Verona - capolista indiscussa dall'alto del vantaggio cospicuo con il quale si e' presentata al "Delle Alpi" - e' stato ridimensionato da un Torino che ha lanciato alla prima della classe un inequivocabile guanto di sfida. Ma Mondonico non interpreta cosi' l'impresa dei suoi e preferisce rimandare ogni ipotesi di confronto. "Discorsi del genere - ammonisce - li rinvierei alla partita di ritorno, quando avremo sicuramente maggiori elementi per giudicare". Toro grande con le grandi e spesso piccino con le formazioni di minor caratura: per domenica a Cesena ci sara' dunque da programmare una giornata di sofferenza? Pronta la replica dell'allenatore che fa riferimento a una promessa che un mese fa aveva fatto ai suoi giocatori: "Se i ragazzi vorranno perdersi una settimana di vacanze, facciano pure. Ma non credo che a loro convenga tanto, perche' sono un allenatore scomodo e, se mi daranno una delusione, dovranno sopportarmi di piu'". Si cambia prospettiva per inquadrare il futuro del Torino. Che per Mondonico ha una premessa irrinunciabile: il ritorno al FILADELFIA. Il presidente Vidulich, parlando in mattinata ai tifosi, aveva auspicato che il primo cantiere per il nuovo STADIO possa partire nel maggio del prossimo anno, mezzo secolo dopo Superga e quindi in un mese molto significativo per chi vuol bene al Torino, ma il tecnico in materia e' perentorio, ben piu' severo del massimo esponente della societa': "Il Comune si e' assunto un impegno preciso e deve mantenerlo. Attenzione, perche' se cio' non dovesse avvenire, ne sentirete delle belle!". Punto e a capo, per ascoltare lo scatenato Ferrante, felice per aver segnato il decimo gol stagionale: "Su di me i difensori veronesi hanno compiuto tre falli da rigore e l'arbitro ha fischiato soltanto il terzo e, per ironia della sorte, quello meno vistoso. Meglio di niente". Deluso dal Verona? "No, impressionato dal Toro". Implacabile con i forti, remissivo con i deboli: a Cesena, ci sara' dunque da aspettarsi un Torino zoppicante? "E' vero, contro le avversarie meno qualificate abbiamo sempre tribolato ma vi assicuro che stavolta non sara' cosi'. Tanto e' vero che abbiamo gia' parlato della sfida romagnola che ci attende tra una settimana". Sull'altro versante, Prandelli parla degli avversari di giornata togliendosi idealmente il cappello: "Nessuna recriminazione, i granata sono stati piu' forti. Se vorremo fare strada, dovremo crescere nelle motivazioni, nella personalita' e anche nella furbizia".
Piercarlo Alfonsetti
L'allenatore indica nell'umilta' la vera molla della squadra lanciata verso la promozione
TORINO. Vittoria grande, soprattutto voluta, e con una intensita' tale da mettere in imbarazzo Mondonico al momento di scegliere i migliori della sua squadra. Diamo la palma del numero uno a Lentini, a Ferrante o a chissa' chi? "Obiettivamente - sospira l'allenatore - non saprei indicare chi mi e' piaciuto di piu'. Hanno giocato tutti con un cuore, un'intelligenza, un'intensita' tali da rendere impossibile una graduatoria dei meriti. Ma la qualita' piu' bella che ho ammirato nel Torino e' stata forse l'umilta': quella che ti spinge a correre disperatamente dal primo all'ultimo minuto, che ti fa inseguire gli avversari quando ti trovi in svantaggio, che ti fa uscire dal campo stremato, senza piu' un grammo di fiato". Mondonico si ferma un attimo ma per riattaccare subito dopo: "E dire che avremmo potuto vincere addirittura con un risultato piu' netto perche' i miei mi hanno garantito che ci sarebbero stati gli estremi per altri due rigori a nostro favore". Dopo otto vittorie consecutive il Verona - capolista indiscussa dall'alto del vantaggio cospicuo con il quale si e' presentata al "Delle Alpi" - e' stato ridimensionato da un Torino che ha lanciato alla prima della classe un inequivocabile guanto di sfida. Ma Mondonico non interpreta cosi' l'impresa dei suoi e preferisce rimandare ogni ipotesi di confronto. "Discorsi del genere - ammonisce - li rinvierei alla partita di ritorno, quando avremo sicuramente maggiori elementi per giudicare". Toro grande con le grandi e spesso piccino con le formazioni di minor caratura: per domenica a Cesena ci sara' dunque da programmare una giornata di sofferenza? Pronta la replica dell'allenatore che fa riferimento a una promessa che un mese fa aveva fatto ai suoi giocatori: "Se i ragazzi vorranno perdersi una settimana di vacanze, facciano pure. Ma non credo che a loro convenga tanto, perche' sono un allenatore scomodo e, se mi daranno una delusione, dovranno sopportarmi di piu'". Si cambia prospettiva per inquadrare il futuro del Torino. Che per Mondonico ha una premessa irrinunciabile: il ritorno al FILADELFIA. Il presidente Vidulich, parlando in mattinata ai tifosi, aveva auspicato che il primo cantiere per il nuovo STADIO possa partire nel maggio del prossimo anno, mezzo secolo dopo Superga e quindi in un mese molto significativo per chi vuol bene al Torino, ma il tecnico in materia e' perentorio, ben piu' severo del massimo esponente della societa': "Il Comune si e' assunto un impegno preciso e deve mantenerlo. Attenzione, perche' se cio' non dovesse avvenire, ne sentirete delle belle!". Punto e a capo, per ascoltare lo scatenato Ferrante, felice per aver segnato il decimo gol stagionale: "Su di me i difensori veronesi hanno compiuto tre falli da rigore e l'arbitro ha fischiato soltanto il terzo e, per ironia della sorte, quello meno vistoso. Meglio di niente". Deluso dal Verona? "No, impressionato dal Toro". Implacabile con i forti, remissivo con i deboli: a Cesena, ci sara' dunque da aspettarsi un Torino zoppicante? "E' vero, contro le avversarie meno qualificate abbiamo sempre tribolato ma vi assicuro che stavolta non sara' cosi'. Tanto e' vero che abbiamo gia' parlato della sfida romagnola che ci attende tra una settimana". Sull'altro versante, Prandelli parla degli avversari di giornata togliendosi idealmente il cappello: "Nessuna recriminazione, i granata sono stati piu' forti. Se vorremo fare strada, dovremo crescere nelle motivazioni, nella personalita' e anche nella furbizia".
Piercarlo Alfonsetti
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