martedì 5 maggio 2009

05/05/09 - Cairo spalle al muro «Ridacci il Filadelfia»


TS - sez. B1

Il patron accetta il faccia a faccia e dopo Superga va al vecchio campo per incontrare i rappresentanti della curva

«Il club si assuma la responsabilità e ci metta la faccia». Il cappellano del Toro: «Ricostruiscilo e diventerai una leggenda». Sul prato dei trionfi del Grande Torino un commosso minuto di silenzio

STEFANO LANZO
ANDREA SCHIAVON
SUPERGA. Le parole di don Aldo Rabino vanno dritte ai cuori granata. Durante l’omelia la folla accompagna le frasi del cappellano del Toro con una cascata di applausi. I più convinti quando si parla di Filadelfia. Sul Tempio i tifosi la pensano tutti allo stesso modo: «Faremo ogni cosa affinché venga ricostruito». Ecco allora che la voce di don Aldo suona come musica per gli spettatori sparsi all’interno del piazzale di fronte alla Basilica, in religioso silenzio a guardare il maxischermo: «A Cairo, dopo aver preso il Toro dal fallimento e averlo riportato in serie A, chiedo un altro miracolo: presidente, ricostruisci il Filadelfia. Perché il Torino è una grande famiglia. E senza Casa non può esistere una Famiglia». E’ quello che la gente granata vuole, è ciò che la gente granata chiede da tanto tempo. Ancora don Aldo: «Io mi chiedo, esiste la volontà politica di ricostruire il Filadelfia? Esistono, mi domando, concertazione, compartecipazione? Ogni giorno si accumulano nuove difficoltà. E’ allora la questione è: si può ricostruirlo oppure no? E’ solo una questione di soldi oppure no? E poi questi soldi non sarebbero sprecati. Diteci la verità, si faccia o no diteci la verità!», invocazione a chi può davvero fare chiarezza sul Filadelfia. In primis l’amministrazione comunale. Ma i tifosi, pur sottolineando la “non colpevolezza” di Cairo riguardo a fatti e misfatti accaduti prima del suo arrivo, pretendono un alleato, una persona in grado di poter dire: «Il Filadelfia lo ricostruisco io», mettendoci faccia e quattrini.
Il presidente può, deve essere questa persona.

CHIARIMENTO

La gente granata, dunque, non ha perso l’occasione per chiedere un faccia a faccia a Urbano Cairo. Prima di entrare in auto, il presidente è avvicinato da tifosi: qualcuno gli spiega le proprie ragioni, qualche altro arriva anche ad attaccarlo verbalmente, subito rimbrottato dalla frangia di tifoseria più “tranquilla”. Momenti di tensione che vengono superati dalla presa di posizione dei vertici del tifo granata organizzato: «Presidente, venga a vedere com’è il Filadelfia e ci ascolti. Parleremo lì, se vuole». Cairo si convince e accetta la proposta: tutti al Fila dunque, una mossa che rimedia parzialmente al forfeit del 1° maggio.

BIMBI AL FILA

Il Filadelfia, mentre a Superga si commemorava il ricordo degli Invincibili a 60 anni dalla tragedia, era vivo. Vivo e orgoglioso. Un centinaio di persone, commosse e fiere, onoravano il Grande Torino con un minuto di rigoroso, assoluto silenzio. Un mazzo di fiori al centro del campo che fu il teatro delle gesta degli Eroi, un campo pulito con amore e impegno da tanti tifosi del Toro i quali non vogliono rassegnarsi all’idea che il Fila, la loro Casa, venga ridotta a discarica.
Non è stato il Comune a pulire, bensì semplici cittadini. In quel prato dove il Torino vinse scudetti e scrisse pagine di storia, ieri giocavano dei bambini. E vogliono tornare a giocarci, indossando le maglie granata in quella che deve ricominciare a essere la Casa del Toro.

«SIAMO PRONTI»

In quel prato verde è arrivato Urbano Cairo, circondato dai tifosi. Oltre mezz’ora di discussione civile, in cui il popolo granata ha potuto esprimere dubbi e certezze al presidente. A Cairo la gente chiede «un impegno concreto, che vada al di là delle parole. Presidente, lei è disposto a investire sul Filadelfia? Noi siamo pronti a portare avanti qualsiasi tipo di “battaglia” per il Fila, siamo pronti a scendere in piazza, ma abbiamo bisogno del sostegno di una persona che dica “ci penso io a ricostruire il Fila”. E’ il momento di prendere la situazione in mano. Sappiamo che lei non c’entra niente con le ipoteche e i tanti problemi regressi. Ma deve esserci un impegno serio del Torino Fc che vada al di là delle semplici promesse».

«UN ALTRO MIRACOLO»

Cairo ha ascoltato tutto, con la massima attenzione. Ha preso atto delle rimostranze dei tifosi, ha dialogato con loro, ha ribadito che «Il Torino sul Filadelfia c’è. Stanzieremo contributi economici per la ricostruzione e porteremo ad allenare prima squadra e giovanili». Concetti, questo sì, già ripetuti in altre occasioni, ma, al di là dell’unicità del luogo in cui queste promesse sono state formulate, più che la risposta del presidente conta la richiesta compatta della tifoseria. Sul Filadelfia unita e determinata. «Presidente, sono sicuro che, dovessi ricostruire il Filadelfia, diventeresti un eroe, entreresti nella storia», parole sincere di don Aldo Rabino. Ecco, Cairo ha adesso una grande occasione: può sfruttare l’assist offerto della tifoseria per schierarsi una volta per tutte, superare l’impasse e compiere un passo decisivo per la ricostruzione del Filadelfia.

«LO SOGNO PER IL 2011»

Prendendo ancora in prestito le frasi sacrosante di don Aldo: «Nel 2011 verranno celebrati i 150 anni dall’unità d’Italia. Ecco, il mio sogno è che per quella data si possa vedere risorgere il Fila, uno degli impianti sportivi più antichi della città di Torino». Per ora resta utopia, ma Cairo è l’uomo che può rendere questo sogno un po’ più reale. A quel punto avrà il pieno appoggio del popolo granata intero. Senza esclusioni.

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