IL PUNTO
DEPRECHIAMO ogni forma di violenza. No agli atti di forza, alle intimidazioni, alle minacce. E il nostro no è totale: ivi comprese, dunque, la violenza verbale, gestuale, morale e quella ammantata di istituzionalità. Perché i tifosi del Torino non sono cittadini di serie B, malgrado la loro squadra frequenti troppo la categoria. Eppure come tali sono trattati da anni. Il caro sindaco ha il coraggio di dire: «La questione Filadelfia, anche per merito di qualche penna non del tutto disinteressata, riaffiora ogni volta che la squadra è in crisi e/o quando tira aria di elezioni». Faccia i nomi, delle penne interessate. In quanto alla crisi: magari fosse così...Vista la crisi perenne del Toro, il Fila se ne starebbe già lì,bello ricostruito. Inoltre noi seguiamo con passione da sempre, il Fila, con o senza elezioni e senza il minimo profitto, manco propagandistico. Piuttosto sono i politici, a riscoprire dimenticate passioni in zona voto. E, soprattutto, in merito le uniche penne interessate sono state quelle che hanno sancito una spartizione degli stadi ispirata a un principio di equità invero molto originale, per quanto assai subalpino. O quelle che sul Filadelfia hanno varato provvedimenti che ora imbarazzano, tra ricorsi e denunce. Per questo comprendiamo il nervosismo del sindaco, quell’essere così sprezzante verso popolani un filo incavolati. Lo sappiamo, il silenzio sarebbe preferibile, peccato ci sia di mezzo quella rompiscatole di democrazia. Ma, caro sindaco, perché continua ad agitare la questione dei «capitali privati»? Questi tanto non servono, finché il Fila non è ripulito da tutta la monnezza burocratica con cui l’avete soffocato. E’ tanto semplice, i tifosi vogliono, noi vorremmo che ci spiegasse tutto ‘sto ciarpame di fideiussioni e contenziosi col Fisco, stanziamenti stabiliti ma in progressiva erosione, ambizioni Fiat e conti con o senza corte. Lo sa, non siamo del tutto disinteressati.
A.M.
DEPRECHIAMO ogni forma di violenza. No agli atti di forza, alle intimidazioni, alle minacce. E il nostro no è totale: ivi comprese, dunque, la violenza verbale, gestuale, morale e quella ammantata di istituzionalità. Perché i tifosi del Torino non sono cittadini di serie B, malgrado la loro squadra frequenti troppo la categoria. Eppure come tali sono trattati da anni. Il caro sindaco ha il coraggio di dire: «La questione Filadelfia, anche per merito di qualche penna non del tutto disinteressata, riaffiora ogni volta che la squadra è in crisi e/o quando tira aria di elezioni». Faccia i nomi, delle penne interessate. In quanto alla crisi: magari fosse così...Vista la crisi perenne del Toro, il Fila se ne starebbe già lì,bello ricostruito. Inoltre noi seguiamo con passione da sempre, il Fila, con o senza elezioni e senza il minimo profitto, manco propagandistico. Piuttosto sono i politici, a riscoprire dimenticate passioni in zona voto. E, soprattutto, in merito le uniche penne interessate sono state quelle che hanno sancito una spartizione degli stadi ispirata a un principio di equità invero molto originale, per quanto assai subalpino. O quelle che sul Filadelfia hanno varato provvedimenti che ora imbarazzano, tra ricorsi e denunce. Per questo comprendiamo il nervosismo del sindaco, quell’essere così sprezzante verso popolani un filo incavolati. Lo sappiamo, il silenzio sarebbe preferibile, peccato ci sia di mezzo quella rompiscatole di democrazia. Ma, caro sindaco, perché continua ad agitare la questione dei «capitali privati»? Questi tanto non servono, finché il Fila non è ripulito da tutta la monnezza burocratica con cui l’avete soffocato. E’ tanto semplice, i tifosi vogliono, noi vorremmo che ci spiegasse tutto ‘sto ciarpame di fideiussioni e contenziosi col Fisco, stanziamenti stabiliti ma in progressiva erosione, ambizioni Fiat e conti con o senza corte. Lo sa, non siamo del tutto disinteressati.
A.M.
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