lunedì 25 maggio 2009

25/05/09 - «Il Fila resta una priorità»

TS - sez. B2

La manifestazione

Duemila tifosi chiedono a Cairo impegno e certezze: almeno sul vecchio stadio

Il presidente: «Confermo quanto ho già detto in Comune. Al Filadelfia tengo e lo dimostrerò»

STEFANO LANZO
TORINO. Una giornata di passione e speranza, cominciata all’insegna della fiducia e del desiderio e terminata con la delusione e lo spettro sempre più sinistro e incombente della serie B. Ma le difficoltà del Torino prescindono e devono rimanere slegate dal discorso Filadelfia. Ieri il Tempio è tornato a rivivere, animato dall’amore e dal via vai di un fiume di gente (circa duemila le persone transitate): un segnale forte, al di là dei problemi della squadra e non solo. La gente granata vuole riavere il Filadelfia: lo ha ribadito con orgoglio ieri all’interno di quello che fu il teatro dei trionfi del Grande Torino, lo ha gridato a squarciagola durante il corteo, lungo le strade della città, dal Fila fino all’Olimpico, dove il Toro ha compromesso le speranze di salvezza capitolando per mano del Genoa.

ITER TORMENTATO Ma il Fila è un discorso a parte. Importante, anzi fondamentale. Soprattutto per il popolo granata che continuerà a mantenere alta l’attenzione e a pungolare chi può, deve concretamente accollarsi la responsabilità di ridare al Torino la sua casa. Il Comune, certo, che è proprietario del terreno. Perché l’area deve essere liberata dalle ipoteche e l’amministrazione non sta certo accelerando i tempi affinché l’eterno stallo venga superato. Ma la chiave di volta deve essere Urbano Cairo. E’ al presidente che i tifosi chiedono non solamente un impegno formale. Perché è Cairo ad avere la possibilità di prendere in mano la situazione Filadelfia una volta per tutte. Con o senza aiuti esterni. Ed è Cairo a poter “mettere pressione” a Chiamparino affinché agevoli il tormentato iter burocratico.

QUELLA SCIARPA ROSSOBLU’ Ieri il presidente non ha perso l’occasione per incontrare in mattinata i tifosi al Fila, fare il pieno di applausi, sorrisi, strette di mano e cori di incitamento. E ha, più o meno, confermato al microfono l’impegno già espresso durante la commissione in Comune di martedì scorso: «Io tengo molto alla questione Filadelfia e ribadisco quanto ho già affermato in Municipio. Una volta purgate queste ipoteche, e speriamo che sia una bella purga definitiva, se il Comune deciderà di affidare non a me, ma al Torino Fc, il terreno del Filadelfia, sono sicuro che la situazione potrà sbloccarsi, con un progetto pronto e serio. Ho già parlato con la Regione, poi sentiremo la Provincia e il Comune stesso, se ci saranno questi contributi sono convinto che le cose potranno mettersi per il meglio. E’ dal 2006 che c’è questo tavolo per il Fila, ma mi sembra che abbia le gambe un po’ corte... Io un giorno dissi che quando, in un futuro mi auguro più lontano possibile, lascerò la presidenza del Toro, prima farò in modo che il Toro ritrovi il suo Filadelfia». E poi è lo stesso presidente a caricare la folla e a lanciare il coro «Torino è stata e resterà granata»: applausi, pacche sulle spalle, fotografie, anche un tifoso del Genoa che appoggia sulle spalle di Cairo una sciarpa rossoblù (visto il risultato della partita, che sia stato di cattivo auspicio?). Uscita di scena in grande stile per il patron prima di recarsi a Leinì, per caricare la squadra, rituale che stavolta non ha portato risultati. Belle parole, però adesso la gente granata si aspetta fatti dopo anni di promesse mai mantenute. E il Filadelfia esula da qualsiasi ragionamento sulle questioni prettamente calcistiche.

GEMELLATI? La marcia ha poi preso piede davanti al Fila per scorrere via lungo le strade cittadine: «Torino siamo noi», il coro più gettonato assieme a quelli “anti- Champarino”. Atmosfera di amicizia assoluta con i genoani che però si è rotta allo stadio, alla faccia del gemellaggio. Al gol decisivo di Milito, l’esultanza tutt’altro che contenuta del settore ospite ha infiammato specialmente distinti e curva Primavera, tanto che l’Olimpico intero ha gridato: «Voi siete come la Juve!», insulto ferale nell’immaginario granata. Una tensione, pur se non equiparabile a quella dei giocatori in campo, che pareva mettere addirittura in pericolo i rapporti tra le due tifoserie. In serata pare che ci sia stato un chiarimento e che l’antico gemellaggio non sia in discussione.

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