20/05/09 - L'ultima di Cairo "Il Comune dia i diritti faccio io il Filadelfia"

La telenovela del vecchio stadio

GIANLUCA ODDENINO
TORINO
Catenaccio e contropiede, anche in Comune. Urbano Cairo applica l’antica arte del calcio italiano nella vicenda del Filadelfia e spiazza tutti al termine della seduta congiunta della Commissione Controllo e Gestione e della Commissione Bilancio. Il presidente del Toro si è difeso sulla ricostruzione dello stadio del Grande Torino e poi ha attaccato la giunta Chiamparino sul «caso ipoteche», fino all’affondo. «Date al Toro i diritti di superficie dei terreni - ha chiesto Cairo - e il Fila potrà essere ricostruito in tempi brevi e con costi certi. Il Comune purghi le ipoteche, dopodiché ci vengano affidati i diritti e allora vedrete che qualcosa accadrà».

Una proposta che non ha trovato l’opposizione del Comune, anche se in mancanza del sindaco Chiamparino (che ha disertato l’incontro) tutto il discorso è aleatorio. «La delibera è pronta - ha replicato l’assessore Viano - e noi potremmo affidare i diritti al Torino anche ora, ma non sapendo il valore di purgazione ci sarebbe il rischio che poi debba rispondere la Fondazione per la costruzione del Filadelfia. È il caso di attendere che venga chiarito tale valore».

Il discorso delle ipoteche ruota attorno al contenzioso in atto tra il Comune e l’Agenzia delle Entrate sul tipo di ipoteca da 38 milioni che grava sul Fila. Il Tribunale fallimentare definì quell’ipoteca come legale, mentre il Comune pensava fosse giudiziaria. Ora si attende un pronunciamento, mentre un perito sta determinando il reale valore dell’area ed intanto proseguono le trattative per chiudere la vicenda con una transazione da 500mila euro.

Cairo ha contestato duramente la tempistica degli amministratori che hanno svelato il problema solo nel 2008. «Per molto tempo non mi è stato detto della presenza di ipoteche - ha detto il patron - e averlo scoperto dopo così tanto è antipatico. Ora si dovrebbe andare dal notaio e cominciare la costituzione della Fondazione: essere fermi a questo livello dopo oltre due anni è un problema». Gelida replica di Viano: «Abbiamo iniziato a preoccuparci quando l'Agenzia delle Entrate ha fatto ricorso contro questa sentenza».


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