Sono passati dieci anni dall’abbattimento del Filadelfia, e, se fosse per “qualcuno”, questo sarebbe un tempo destinato a procrastinarsi chissà per quanto tempo ancora; forse per sempre, almeno nelle intenzioni.
Almeno, questa è la sensazione generale che assale i presenti nella Sala dell’Orologio quando, alle ore 15 (in teoria) di ieri, inizia a parlare l’assessore all’urbanistica Mario Viano: “Abbiamo consegnato uno specifico percorso all’atto del Consiglio Comunale auspicando la realizzazione…”. Non sembra esserci la reale volontà di uscire dal pantano.
Ma Cairo scombina il tavolo. I rappresentanti delle istituzioni non si aspettavano la dichiarazione d’intenti del numero uno granata, che dice senza mezzi termini a lorsignori: “Purgate le ipoteche, affidateci i diritti di superficie, e poi al Filadelfia ci pensiamo noi”. Con i fondi (già disposti) di Comune, Provincia, Regione, e quel poco che arriverà anche da Novelli, l’editore alessandrino si dichiara disposto, una volta ottenuti i diritti di superficie (da concedersi esattamente come avvenuto per la Juventus, per 99 anni, ovviamente con le dovute proporzioni essendo più grande la struttura dei bianconeri), a mettere quanto mancherebbe per la costruzione del Fila. “Anche in quota capitale”.
Il presidente che mette alle strette l’assessore, chiedendogli quando il Comune fosse venuto a sapere delle ipoteche; Viano cincischia, finché ammette “Luglio 2006”. Due mesi prima che fosse aperto il tavolo sul Filadelfia, dunque. Cairo si arrabbia, ma si contiene, definendo solamente “antipatico” l’essere venuto a conoscenza di tale problematica con un simile ritardo, invitando poi la Città a muoversi, ad “andare dal notaio per cominciare la costituzione della Fondazione”, visto che il “tavolo”, in due anni e mezzo, non ha combinato pressoché nulla.
L’assessore cincischia, cercando di ribattere, ma non ha molti argomenti: la mossa di Cairo lascia infatti il Comune da solo; da solo nelle responsabilità, da solo nel dover fornire risposte all’imbarazzante situazione, perché da ieri sa che, da parte della società Torino FC, c’è la disponibilità ad agire in prima battuta. E’ sufficiente che vengano riconosciuti i diritti, gli stessi concessi alla Juventus, possibilmente quanto prima. Si attende l’esito della controversia con l’Agenzia delle Entrate, si potrà aspettare l’Estate, dopo aver atteso tanti anni. Nel frattempo, non si corre il rischio di dimenticare: perché il popolo granata, domenica mattina, si ritroverà proprio lì, al Filadelfia. Non finisce qui, anzi forse inizia (davvero) ora.
http://www.toronews.net/index.php?action=article&ID=12757
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Cairo alla Sisport: ''Il Fila? Sì, ma senza polemiche''
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Dall'intervento di ieri in Comune alla possibile ricostruzione del Filadelfia, con annessa costruzione di un centro sportivo per le giovanili, che Comi ha definito «il migliore mai avuto dal Toro», Cairo potrebbe veramente passare alla storia granata? «Ma no - glissa il presidente -, c'è solo la volontà di avere un centro sportivo per le nostre giovanili. Ieri ho detto quello che mi veniva dal cuore, il Filadelfia sarebbe un investimento importante ma il terreno non è mio. Credo che potremmo dare una grossa mano al Comune, ed anche la Regione e la Provincia sarebbero disponibili. Mi piacerebbe fare una cosa bella per il Toro». Di parole però se ne sono fatte troppe. «Io voglio che si faccia tutto senza polemiche - chiarisce Cairo -. Non credo che Chiamparino non sarebbe contento se si ricostruisse il Fila. Dal 2005, il Torino non ha più chiesto niente al Comune. Anzi, appena arrivato, liberai anche la SMAT dall'accordo biennale che aveva firmato con la precedente società per 1,2 milioni di euro». La chiosa del presidente è un argomento già toccato al dibattito del 1° maggio. «Il Fila è un monumento nazionale che sarebbe di grande impatto anche per i turisti - spiega -, e lo si deve fare per i tifosi del Toro che sono cittadini di Torino».
paolo.morelli
paolo.morelli
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