Repubblica — pagina 42
TORINO - La fredda cronaca: quattordici giocatori già venduti, altri sei in lista di partenza (basta trovare l' acquirente, qualcuno disposto a pagare anche pochi spiccioli), un altro paio dal destino incerto. E poi, via l' allenatore, i due massaggiatori, sette impiegati. Quindi, l' annuncio della chiusura del Filadelfia, il trasferimento in una sede più economica, l' "affitto" del vivaio a una società esterna. Infine, altri licenziamenti, altri cambiamenti, altri sfoltimenti. Non s' era mai visto nulla di simile, dentro una società di calcio: Gian Marco Calleri, presidente da due mesi, ha rivoltato il Torino, lo sta ripulendo di tutto quello che era in qualche modo - magari con un filo molto sottile - legato al passato. L' ultimo uomo travolto dall' epurazione è Marco Sesia, che il Toro - quello vecchio - pescò l' anno passato fra i dilettanti: un investimento da un' ottantina di milioni, esclusi i quaranta milioni l' anno che guadagna il giovane centrocampista. In sostanza, l' unico giocatore veramente in linea con l' austerità predicata da Calleri. Il quale, tuttavia, ha appena comunicato a Sesia che non resterà al Torino: verrà inserito in qualche trattativa, oppure verrà usato per ricavare un po' di contante. Questo significa che l' anno prossimo l' unico riconfermato sarà il portiere Pastine. Con lui, anche Osio e il giovane Falcone, che però adesso sono in convalescenza: venderli sarebbe impossibile, se ne riparlerà a novembre. Calleri non spiega e non giustifica la sua strategia, malgrado le perplessità che sta sollevando. Si limita a ripetere che "senza di me il Torino non ci sarebbe: preferivate il fallimento alla svendita?". Meglio essere poveri che non essere, insomma, ma nessuno immaginava che il nuovo Toro sarebbe ripartito da capo: dopo le prevedibili cessioni dei giocatori più importanti, è cominciata la svendita dei ragazzi. E presto saranno dirottati altrove anche i giovani della Primavera, che giusto sabato hanno perso contro la Juventus (due a zero) la prima finale-scudetto: i più verranno ceduti con la formula della comproprietà. Non soltanto perché si facciano le ossa, soprattutto perchè facciano cassetta. "Sto semplicemente vendendo giocatori che al Torino non troverebbero spazio. Nessuno mi vieta di riscattare le comproprietà, se lo riterrò opportuno". Difficile capire come, se adesso le casse sono anemiche ("avrei bisogno del doppio di quello che ho incassato: i buchi non finiscono mai") e se la grande svendita ha portato al Toro soltanto una quindicina di miliardi (però sono stati acquistati otto giocatori). "Cosa volete, in giro non ci sono soldi, vendere è difficilissimo": così spiega anche la cessione di Fusi alla Juventus per 200 milioni. "Non credo che un' altra squadra me ne avrebbe offerti 201: il giocatore aveva un ingaggio insostenibile. La Juventus mi ha fatto un grande favore". Peccato che parta anche chi aveva stipendi accessibili. Oltre a Sesia: Sottil, Della Morte, Carbone. E Cristian Vieri, appena riscattato dal Ravenna: ma verrà subito venduto. Così, Calleri deve incassare critiche e sospetti, compresi quelli dell' ex presidente Goveani, che nel giorno dell' arresto avrebbe confessato ai giudici: "Perchè il mio successore vende a prezzi stracciati giocatori per i quali avevo ricevuto offerte miliardarie?", insinuando il sospetto ai magistrati. Ma Calleri deve soprattutto vincere la totale indifferenza della gente, stanca sia di amare sia di contestare: avrà una squadra di giovani (anche se Calleri promette almeno un paio di acquisti importanti all' estero) ma non di ragazzi del Filadelfia, affidata all' esordiente Rosario Rampanti, tecnico della Primavera. "C' era bisogno di normalità, finalmente la società l' ha trovata. Ma il rischio è che il Toro diventi Torino", ha detto Emiliano Mondonico prima di tornare a Bergamo: perché tra Torino e Toro passa una grande differenza.
- di EMANUELE GAMBA
TORINO - La fredda cronaca: quattordici giocatori già venduti, altri sei in lista di partenza (basta trovare l' acquirente, qualcuno disposto a pagare anche pochi spiccioli), un altro paio dal destino incerto. E poi, via l' allenatore, i due massaggiatori, sette impiegati. Quindi, l' annuncio della chiusura del Filadelfia, il trasferimento in una sede più economica, l' "affitto" del vivaio a una società esterna. Infine, altri licenziamenti, altri cambiamenti, altri sfoltimenti. Non s' era mai visto nulla di simile, dentro una società di calcio: Gian Marco Calleri, presidente da due mesi, ha rivoltato il Torino, lo sta ripulendo di tutto quello che era in qualche modo - magari con un filo molto sottile - legato al passato. L' ultimo uomo travolto dall' epurazione è Marco Sesia, che il Toro - quello vecchio - pescò l' anno passato fra i dilettanti: un investimento da un' ottantina di milioni, esclusi i quaranta milioni l' anno che guadagna il giovane centrocampista. In sostanza, l' unico giocatore veramente in linea con l' austerità predicata da Calleri. Il quale, tuttavia, ha appena comunicato a Sesia che non resterà al Torino: verrà inserito in qualche trattativa, oppure verrà usato per ricavare un po' di contante. Questo significa che l' anno prossimo l' unico riconfermato sarà il portiere Pastine. Con lui, anche Osio e il giovane Falcone, che però adesso sono in convalescenza: venderli sarebbe impossibile, se ne riparlerà a novembre. Calleri non spiega e non giustifica la sua strategia, malgrado le perplessità che sta sollevando. Si limita a ripetere che "senza di me il Torino non ci sarebbe: preferivate il fallimento alla svendita?". Meglio essere poveri che non essere, insomma, ma nessuno immaginava che il nuovo Toro sarebbe ripartito da capo: dopo le prevedibili cessioni dei giocatori più importanti, è cominciata la svendita dei ragazzi. E presto saranno dirottati altrove anche i giovani della Primavera, che giusto sabato hanno perso contro la Juventus (due a zero) la prima finale-scudetto: i più verranno ceduti con la formula della comproprietà. Non soltanto perché si facciano le ossa, soprattutto perchè facciano cassetta. "Sto semplicemente vendendo giocatori che al Torino non troverebbero spazio. Nessuno mi vieta di riscattare le comproprietà, se lo riterrò opportuno". Difficile capire come, se adesso le casse sono anemiche ("avrei bisogno del doppio di quello che ho incassato: i buchi non finiscono mai") e se la grande svendita ha portato al Toro soltanto una quindicina di miliardi (però sono stati acquistati otto giocatori). "Cosa volete, in giro non ci sono soldi, vendere è difficilissimo": così spiega anche la cessione di Fusi alla Juventus per 200 milioni. "Non credo che un' altra squadra me ne avrebbe offerti 201: il giocatore aveva un ingaggio insostenibile. La Juventus mi ha fatto un grande favore". Peccato che parta anche chi aveva stipendi accessibili. Oltre a Sesia: Sottil, Della Morte, Carbone. E Cristian Vieri, appena riscattato dal Ravenna: ma verrà subito venduto. Così, Calleri deve incassare critiche e sospetti, compresi quelli dell' ex presidente Goveani, che nel giorno dell' arresto avrebbe confessato ai giudici: "Perchè il mio successore vende a prezzi stracciati giocatori per i quali avevo ricevuto offerte miliardarie?", insinuando il sospetto ai magistrati. Ma Calleri deve soprattutto vincere la totale indifferenza della gente, stanca sia di amare sia di contestare: avrà una squadra di giovani (anche se Calleri promette almeno un paio di acquisti importanti all' estero) ma non di ragazzi del Filadelfia, affidata all' esordiente Rosario Rampanti, tecnico della Primavera. "C' era bisogno di normalità, finalmente la società l' ha trovata. Ma il rischio è che il Toro diventi Torino", ha detto Emiliano Mondonico prima di tornare a Bergamo: perché tra Torino e Toro passa una grande differenza.
- di EMANUELE GAMBA
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