domenica 15 marzo 2009

17/09/93 -Il presidente granata ha un progetto per rendere di nuovo agibile il vecchio e glorioso stadio Goveani vuole riportare il Toro al Filadelfia

"Ne ho parlato con il sindaco Castellani: mi e' parso interessato"

STAMPA, TORINO, pag.40


Roberto Goveani s' e' innamorato dello stadio Ulleval di Oslo, dove il Toro ha battuto il Lillestroem. Uno stadio salotto, capace di ospitare 22 mila spettatori. "E' quello che ci vorrebbe per noi diceva ieri mattina all' aeroporto della capitale norvegese il notaio solo un tantino piu' grande: diciamo che una struttura da trentamila posti sarebbe l' ideale. Chissa' che non si riesca, prima o poi, ad averne una tutta nostra, ricavandola dal FILADELFIA". E' il vecchio sogno di tornare a giocare nel leggendario stadio del Grande Torino di Valentino Mazzola. Un sogno accarezzato da tutti i presidenti granata, da trent' anni a questa parte, sin dal maggio 1963 in cui il Toro diede l' addio all' impianto nel quale davvero il pubblico era il dodicesimo giocatore in campo. Adesso, dopo Orfeo Pianelli, Sergio Rossi, Mario Gerbi e Gian Mauro Borsano, tocca a Goveani fantasticare e far fantasticare i tifosi. Il notaio ha rivelato: "L' ipotesi del Toro al FILADELFIA non e' poi cosi' remota come potrebbe apparire a prima vista. Abbiamo condotto degli studi e elaborato un progetto che prevede la ristrutturazione completa, dalla quale nascerebbe uno stadio, appunto, da 30 mila persone. I costi sarebbero contenuti, attorno ai 20 miliardi". Cifra irrisoria se confrontata a quella scandalosamente alta (quasi 200 miliardi) occorsa per il "Delle Alpi". Il presidente del Torino ha aggiunto "Ho gia' parlato del progetto con il sindaco Castellani: s' e' trattato di una chiacchierata, e' positivo che Castellani non abbia fatto promesse. L' ho trovato interessato e con un atteggiamento ben poco politico, il che e' incoraggiante. Naturalmente, per rifare da cima a fondo il FILADELFIA sarebbe necessario l' aiuto dell' ente pubblico. Pensiamo ad una societa' mista". Contro il lodevole proposito goveanesco ci sono pero' tante difficolta', una piu' ostica dell' altra. Ristrutturare il vecchio stadio significa demolire la tribuna di legno sulla quale c' e' il vincolo della Sovrintendenza alle belle arti. Inoltre, le norme urbanistiche vietano la costruzione di un impianto in mezzo alle case: le nuove strutture debbono sorgere fuori dal cuore cittadino, in aree attrezzate di parcheggi. Ancora: c' e' la convenzione (vale trent' anni) stipulata tra Comune, Torino e Juventus e l' Acqua Marcia, la societa' che ha edificato il "Delle Alpi", che impegna bianconeri e granata a giocare nell' arena inaugurata nel maggio 1990. Quando mai, quindi, il Comune permettera' al Toro di avere uno stadio tutto suo? Per il notaio ogni ostacolo e' superabile. "Il vincolo sulla tribuna non e' stato iscritto alla Conservatoria del registro immobiliare, puo' quindi essere impugnato. Quanto ai problemi urbanistici, l' area dei mercati generali potrebbe essere adibita a parcheggi. La convenzione stabilisce che Juve e Torino non possono andare al Comunale, non prende in considerazione l' eventualita' di un nostro ritorno al FILADELFIA, impensabile all' epoca in cui la convenzione venne stipulata". Insomma, il presidente e' ottimista "Piano, pero', non creiamo troppe illusioni, il compito che ci attende e' immane". Sulle voci di un imminente arrivo di nuovi soci nel Torino, oltre a Vittorio Savoia, ha assicurato il notaio: "Adesso sono nelle condizioni di scegliere, e di scegliere il meglio. E' un fatto positivo, sette mesi fa la situazione era differente".
Claudio Giacchino

Nessun commento:

Posta un commento