http://rassegnastampa.comune.torino.it/orazionet/Rassegne/COMUNE%20TORINO/05/77400170.pdf
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Scoperto il clamoroso voto che il presidente fece il giorno di Superga
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Don Rabino: «Sì, il patron prese quell’impegno davanti a me in caso di salvezza» «Mi strinse la mano e chiamò De Biasi a “tagliare” per suggellare la parola d’onore. Disse: se il Toro resta in A, metterò la stessa cifra del Comune, cioè 3 milioni e mezzo»
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MARCO BONETTO TORINO. Clamorosa. La notizia è clamorosa e spalanca nuovi orizzonti per i destini del Filadelfia. Urbano Cairo è pronto a investire quantomeno tre milioni e mezzo di euro per la rinascita del quadrilatero leggendario del Grande Torino: la casa del Toro e del suo popolo. E investire tre milioni e mezzo significa, secondo le stime di molti tecnici e architetti, avvicinarsi straordinariamente al tetto minimo perché il Fila possa davvero risorgere, dal momento che la cifra promessa dal presidente andrà a sommarsi a quanto il Comune di Torino ha già deciso di versare: anche in questo caso, tre milioni e mezzo di euro. Immaginare che per il Filadelfia siano già stati trovati, nei fatti, almeno 7 milioni di euro equivale a intravedere il traguardo, finalmente. Proiezioni e studi dicono che per realizzare un moderno centro sportivo per gli allenamenti del Torino possono essere sufficienti tra i sette e i dieci milioni di euro: e anche la Regione Piemonte si è già impegnata, con una delibera, a scendere in campo con appoggi concreti. Undici anni dopo la sciagurata demolizione del Filadelfia, meraviglioso gioiello dell’architettura sportiva degli anni Venti, si potrebbe essere giunti, dunque, alla vera svolta. Quella che prelude a una rinascita, esattamente come tre anni anni fa il Torino rinacque dopo il fallimento. Se così sarà, Cairo diventerà l’uomo che ha fatto resuscitare non solo il club granata, ma anche il luogo che - più di qualsiasi altro incarna la storia, il passato e il futuro del Toro. Il luogo, paganamente sacro, per il quale i tifosi granata si battono, cuore in mano, da più di dieci anni. Una terra, oggi di proprietà del Municipio, che da due lustri è una discarica a cielo aperto, per le enormi responsabilità dei precedenti proprietari e presidenti del Torino, nonché delle istituzioni cittadine.
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DALL’ALTARE La notizia è venuta a galla durante un felice incontro tra il cappellano del Toro, don Aldo Rabino, e i membri del Circolo soci del Torino, storica associazione di tifosi e azionisti granata. Poche ore dopo, è stato lo stesso don Aldo a raccontare il retroscena a Tuttosport: «Era il 3 maggio, sabato. Nel pomeriggio, con un giorno di anticipo per via della partita domenicale col Napoli, si erano svolte le celebrazioni a Superga in memoria del Grande Torino. Dall’altare... anche perché nella basilica c’era l’assessore allo Sport, Montabone... rivolsi un appello per la rinascita del Fila. Poi, in serata, mi recai nel ritiro del Toro per stare vicino al presidente, a De Biasi, al suo staff, ai giocatori. Se non ricordo male, c’era anche l’avvocato Trombetta, il consigliere di Cairo. A un certo punto... eravamo una decina di persone... cominciammo a parlare di Filadelfia».
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DE BIASI “TAGLIA” «Lanciai il mio nuovo grido d’allarme. Perché non si può lasciar morire per sempre il Filadelfia: sarebbe una vergogna nella vergogna. E non si può aspettare ancora. Il presidente, peraltro, già negli anni scorsi si era detto pronto a impegnarsi, anche se l’area non è sua e se non ha colpa alcuna per ciò che è successo al Fila. Comunque sia, conversando con lui, il discorso scivolò sulla cifra stanziata dal Comune per il Fila: tre milioni e mezzo, si sa, ce lo siamo ridetti. Poi il presidente sembrò rapito da un’ispirazione. Un’illuminazione. Prese la mia mano destra. Me la strinse. E invitò De Biasi a tagliare la nostra stretta di mano, come si dice. Avete compreso il gesto, vero? Come quando qualcuno dà un colpo con la mano, di taglio, e si impegna come testimone di una promessa tra due persone. E quale fu la promessa d’onore di Cairo? Questa: “Caro don Aldo, di fronte a te e al nostro allenatore, a patto che restiamo in A, mi impegno a mettere per il Filadelfia la stessa cifra che stanzierà il Comune. Tre milioni e mezzo? D’accordo: metterò tre milioni e mezzo. Non sto scherzando. Lo ribadisco: se ci salveremo, destinerò i soldi promessi alla rinascita del Fila”. Dopo queste parole, eravamo tutti emozionatissimi. Un momento meraviglioso. Indescrivibile. Di eccezionale coinvolgimento ». IL CIELO AIUTA E adesso? «E adesso - continua don Aldo -, mi emoziono ancora, a raccontarlo. Cairo ha meriti unici, assolutamente eccezionali. Primo: ha avuto il coraggio di far resuscitare il Torino dopo il fallimento di Cimminelli e l’interregno dei lodisti. Vita natural durante, bisognerà dargliene atto. Secondo: ha già dimostrato più volte di avere anche il coraggio di saper fare una marcia indietro, se necessario, rivedendo le proprie scelte per il bene del Torino. E qui alludo alle volte in cui ha richiamato De Biasi. Ebbene, le grandi persone si misurano anche per come sanno tornare indietro. E’ una virtù rara. E’ un grande segno di coraggio e umiltà. E’ un altro merito indubbio da sottolineare sempre. Terzo: Cairo dimostra pure di voler davvero ridare vita al Filadelfia, impegnandosi in prima fila anche a costo di significativi sacrifici personali. Tutto ciò aumenta ulteriormente la stima che già avevamo per Cairo e la fiducia nel suo operato. Come se non bastasse, vanno aggiunte le imprese sul campo in tre anni. Imprese miracolose: la promozione al primo colpo e due salvezze. Quella promessa d’onore, fatta da Cairo proprio nei giorni di Superga, darà ancor più fiato e speranza alla crescita del Toro. Ma, a questo punto, è doveroso che le istituzioni... in testa il Comune... gli imprenditori granata e i tifosi non lascino solo Cairo. Il Filadelfia deve rinascere al più presto. Il cielo darà una mano a tutti gli uomini di buona volontà ».
LA TELEFONATA La svolta, come detto, è clamorosa: i tifosi del Toro potranno provare la medesima emozione, lo stesso entusiasmo che colsero don Aldo quella sera del 3 maggio. Domanda (retorica) rivolta a Cairo, ieri sera: presidente, è vero ciò che don Rabino ha raccontato a Tuttosport? «Sì, è tutto vero».
FOTO - Un rudere del Filadelfia: lo storico impianto fu scelleratamente abbattuto nel 1997, poi l’area è stata lasciata al completo degrado
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