TS - Sez. Piemonte B2
I tifosi: «Ora basta». Il consigliere Sbriglio: «Scadenze precise»
Gli assessori Montabone e Viano: «Un perito valuterà le ipoteche in 3 mesi per accelerare il passaggio alla Fondazione». A gennaio sopralluogo.
STEFANO LANZO
TORINO. Eppur si muove. Si torna a parlare di Filadelfia,finalmente. Anche se non tutte le domande del popolo granata hanno ottenuto risposta da parte dell’amministrazione comunale.Ieri gli assessori competenti, Mario Viano (Urbanistica e Patrimonio) e Renato Montabone (delega allo Sport),hanno provato a chiarire la situazione davanti alla commissione consigliare: «Al momento di predisporre l’atto di passaggio di consegne del diritto di superficie dal Comune alla Fondazione Filadelfia, che avrà l’obiettivo di ricostruire il centro sportivo, è emersa la questione delle ipoteche risalenti all’epoca Cimminelli e per le quali si è aperto un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate.Il giudice competente si esprimerà sulla vicenda nei primi mesi del prossimo anno. Contiamo che il ricorso non abbia effetto, in ogni caso abbiamo concordato con l’Agenzia delle Entrate sulla nomina di un perito del Tribunale che possa quantificare il valore delle ipoteche di quell’area. Questo per accelerare i tempi, in modo che si possa formalizzare un atto nel quale il Comune si impegna a non far gravare sulla Fondazione le eventuali incombenze. Così da poter consegnare l’area al più presto. Il tetto massimo di intervento sarebbe 500mila euro, qualora la cifra dovesse essere superiore i tempi sarebbero un po’ più lunghi.Contiamo che nel prossimo trimestre ci siano delle novità». Queste le dichiarazioni ufficiali,ma restano alcuni interrogativi.
STRINGERE I TEMPI «La ricostruzione del Fila deve essere un impegno prioritario - tuona il consigliere comunale Giuseppe Sbriglio, che da anni si batte per il Filadelfia - come se si trattasse delle Olimpiadi. In quell’occasione venne stilato un “cronoprogramma”, ritengo sia necessario anche in questo caso. La situazione del Fila non è soltanto un oltraggio alla grande storia del Toro, ma è anche una vergogna per la città, perché si tratta di un’area fatiscente, degradata, che deve ritornare a essere un simbolo di Torino. Per prima cosa, serve chiarezza sui tempi: non vorremmo che poi ci si trovasse di fronte a ulteriori rinvii». Pure il Comune, a parole, si mostra sensibile e vorrebbe accorciare la tempistica. Però non c’è traccia di date certe. Ed essendo una questione che non trova pace da anni, legittimo che rimangano perplessità.
DUBBI. Il malumore dei tifosi è palese. Che si tratti di liberi cittadini o appartenenti ad associazioni (legati al progetto Fila ci sono il Coordinamento dei tifosi, i gruppi organizzati della Maratona,il Circolo Soci, la Memoria Storica granata,la Dignità granata e la circoscrizione del Filadelfia), i quesiti restano sempre gli stessi: «Di queste ipoteche si sa da oltre due anni, ma non se ne è più parlato. Perché alzare il valore di un’area sapendo che è ipotecata? L’impegno economico del Comune per il Filadelfia, lo ha ribadito, sarà di 3,5 milioni, l’altro 50% dovrà rimediarlo la Fondazione.Ma dove è finito il milione del Bennet? E le proprietà ipotecate da Cimminelli per salvare il Fila? E se il Comune non dovesse ripianare le ipoteche, cosa succederebbe? L’Agenzia delle Entrate potrebbe chiedere l’esproprio e mettere all’asta l’area.E a quel punto?». Di certezze, alla fine, la commissione ne regala due: entro febbraio ci si risiederà al tavolo per fare il punto della situazione e redarre il piano della nuova casa del Toro. E prima, a gennaio, verrà effettuato un sopralluogo in quella che è,allo stato attuale,una discarica. Vilipendio a un pezzo di storia del calcio e disagio per tutta la cittadinanza. Ora bisogna accelerare i tempi.
STRINGERE I TEMPI «La ricostruzione del Fila deve essere un impegno prioritario - tuona il consigliere comunale Giuseppe Sbriglio, che da anni si batte per il Filadelfia - come se si trattasse delle Olimpiadi. In quell’occasione venne stilato un “cronoprogramma”, ritengo sia necessario anche in questo caso. La situazione del Fila non è soltanto un oltraggio alla grande storia del Toro, ma è anche una vergogna per la città, perché si tratta di un’area fatiscente, degradata, che deve ritornare a essere un simbolo di Torino. Per prima cosa, serve chiarezza sui tempi: non vorremmo che poi ci si trovasse di fronte a ulteriori rinvii». Pure il Comune, a parole, si mostra sensibile e vorrebbe accorciare la tempistica. Però non c’è traccia di date certe. Ed essendo una questione che non trova pace da anni, legittimo che rimangano perplessità.
DUBBI. Il malumore dei tifosi è palese. Che si tratti di liberi cittadini o appartenenti ad associazioni (legati al progetto Fila ci sono il Coordinamento dei tifosi, i gruppi organizzati della Maratona,il Circolo Soci, la Memoria Storica granata,la Dignità granata e la circoscrizione del Filadelfia), i quesiti restano sempre gli stessi: «Di queste ipoteche si sa da oltre due anni, ma non se ne è più parlato. Perché alzare il valore di un’area sapendo che è ipotecata? L’impegno economico del Comune per il Filadelfia, lo ha ribadito, sarà di 3,5 milioni, l’altro 50% dovrà rimediarlo la Fondazione.Ma dove è finito il milione del Bennet? E le proprietà ipotecate da Cimminelli per salvare il Fila? E se il Comune non dovesse ripianare le ipoteche, cosa succederebbe? L’Agenzia delle Entrate potrebbe chiedere l’esproprio e mettere all’asta l’area.E a quel punto?». Di certezze, alla fine, la commissione ne regala due: entro febbraio ci si risiederà al tavolo per fare il punto della situazione e redarre il piano della nuova casa del Toro. E prima, a gennaio, verrà effettuato un sopralluogo in quella che è,allo stato attuale,una discarica. Vilipendio a un pezzo di storia del calcio e disagio per tutta la cittadinanza. Ora bisogna accelerare i tempi.
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06/12/08 TORINO CRONACA Filadelfia, la difficile rinascita si decide in tre mesi
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