TORINO. E' nata "Azione granata", il primo tentativo italiano di associazionismo di tifosi. Si tratta di una societa' che vende quote da diecimila lire ciascuna ai sostenitori del Torino. Con il ricavato comprera' azioni della societa': piu' soldi mettera' in cassa (la raccolta dura sino al 30 giugno 1994) e maggior potere avra', al limite potra' diventare anche il maggior azionista. Goveani, dopo aver spiegato l' iniziativa (stamane la presenta ad Ivrea, dove si svolge la convention dei 200 club torinisti sparsi in Italia), ha confessato di sperare che "la gente del Toro acquisti quote per almeno 5 miliardi. Mi auguro che il progetto frutti quanto la campagna abbonamenti (e' stata appunto di cinque miliardi, ndr) e' ovvio che se risponderanno solo in 10 mila, allora si trattera' di un fallimento. Contiamo di coinvolgere almeno 100 mila persone ciascuna potra' prendere piu' quote". Acquistando le quote di "Azione granata", i tifosi diventeranno indirettamente azionisti del Torino; nel senso che saranno presenti nel consiglio di amministrazione granata col rappresentante (o con i due rappresentanti, il numero sara' deciso in seguito) eletto dall' assemblea di "Azione granta". Il presidente ha ripetuto piu' volte: "Azione granata non e' una questua ma un tentativo per creare una fonte di liquidita' che consenta di rendere sempre piu' solida economicamente la societa' e ci permetta di portare avanti i nostri progetti: ad esempio, la ristrutturazione del FILADELFIA. L' Aberdeen ha potuto ristrutturare il suo piccolo, magnifico STADIO proprio ricorrendo a questa formula finanziaria". "Azione granata " s' ispira alle public companies inglesi, a Barcellona e Real Madrid, di cui i tifosi sono azionisti veri e propri ma funzionera' in modo diverso perche' la legge italiana non consente che gli azionisti partecipino agli introiti di un club di calcio.
(c. giac. )
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