domenica 29 marzo 2009

21/09/08 Montabone: “Il Toro si muova” - Cairo: “No, ci pensi il comune”

UNA TELENOVELA CHE HA STUFATO TUTTI: CITTA' E TIFOSI

Stadio Goal - Pagina 10

Continua un braccio di ferro senza senso in attesa che finalmente la Fondazione risolva il problema del mitico impianto del Grande Torino diventato una discarica a cielo aperto.
L’infinita telenovela dello stadio Filadelfia è giunta all’ennesima puntata. Mentre i tifosi, attraverso G.I.G. Gruppo Identità Granata), stanno lavorando per una raccolta di firme per intitolare agli scomparsi campioni del Grande Torino le vie attorno allo stadio che fu di Valentino Mazzola e compagni, l’assessore del Comune allo Sport Renato Montabone cerca di stringere i tempi per l’inizio dei lavori di ricostruzione.
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L’AVVISO DI MONTABONE.
Entro una quindicina di giorni è prevista una riunione con i soci fondatori della fondazione per il Filadelfia: sono ancora da risolvere delle antiche pendenze, risalenti all’epoca “Cimminelliana”, con l’Uniriscossioni, ma a premere all’assessore sono soprattutto la vicenda dei fondi istituiti dal Comune, ammontanti a 3 milioni e mezzo di euro, “Che verranno messi a disposizione, però, - spiega Montabone - soltanto al momento della partenza dell’ultima trance dei lavori”, e soprattutto la volontà di porre fine ad una ferita che da oltre dieci anni deturpa la circoscrizione IX, oltre alla memoria granata, iniziata il giorno in cui le ruspe abbatterono il vecchio impianto. “E’ fondamentale che i lavori possano avere inizio entro un tempo ragionevole. – aggiunge l’assessore allo Sport del Comune di Torino – E’ impensabile che l’area del Filadelfia possa rimanere all’infinito nello stato attuale. La priorità resta la ricostruzione dello stadio, in caso contrario, l’area verrà comunque riqualificata, magari con l’istituzione di un parco intitolato alla memoria del Grande Torino”.
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LA RISPOSTA DI CAIRO
Sul fronte della società granata, il presidente Urbano Cairo rimanda al mittente la responsabilità dei lavori: “Ho già avuto più volte modo di ribadire la disponibilità, da parte del Torino Fc, a fare la nostra parte. La proprietà del terreno su cui sorge il Filadelfia non è tuttavia del Torino, ma del Comune e quindi spetta alle istituzioni comunali tirare le fila per quanto riguarda la ricostruzione dell’impianto.In questo momento, però, le priorità della società sono incentrate sulla squadra, tutto il resto segue di conseguenza”.
Giovanni Rolle
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INTANTO, TRA I TIFOSI CRESCE LO SCONFORTO E IL PESSIMISMO.
Memoria storica: “Siamo pessimisti”
Il Coordinamento: “Ce la faremo”.
Anche la circoscrizione crede nella Fondazione e nella risoluzione di questo annoso problema.
Perchè il presidente Cairo non interviene direttamente nella ricostruzione?
A che punto è la situazione del Filadelfia? E’ quello che si chiedono i tifosi granata e tutti quelli che hanno a cuore la tormentata vicenda dello stadio simbolo dell’identità granata. Luisa Bergoglio, che oltre ad essere Consigliere della circoscrizione IX è anche colei che funge da tramite fra la Fondazione per il Filadelfia e le istituzioni comunali, cerca di mettere luce sull’intricata vicenda: “Un passo importante è stato fatto con la preparazione della delibera per la concessione del diritto di superficie del terreno del Filadelfia alla Fondazione da parte del Comune, che si è inoltre impegnato ad entrare a far parte della Fondazione per il Filadelfia. In questo momento il Torino è uno dei soggetti che farà parte della Fondazione per il Filadelfia, anche se, tramite Ferrauto, la società granata ha confermato la propria disponibilità a portare la squadra ad allenarsi nell’impianto che sorgerà. Credo che con lo sforzo congiunto del Torino, del Comune, delle varie associazioni di tifosi e di soggetti privati, oltre alla Regione e alla Provincia, che ci hanno già assicurato il loro sostegno, si possa riuscire a reperire i fondi necessari per ottemperare alle spese per la ricostruzione dello stadio”.
Qualche perplessità in più sembra nutrire Domenico Beccaria della Memoria Storica Granata. A far storcere il naso al popolare Mecu sono soprattutto i tempi lunghi dell’operazione: “E’ da una vita che noi tifosi ci battiamo per fare in modo che scempio del Filadelfia non possa rimanere così in eterno e sinceramente mi stupisco che Montabone se ne accorga solo adesso. Nel 2006, a pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi, l’assessore Tessore pensò addirittura di nascondere i ruderi con un involucro granata, manco il Fila fosse un cioccolatino.Ora che sono passati due anni mi sembra che la situazione sia esattamente la stessa. Se per arrivare a stilare lo statuto della Fondazione ci sono voluti due anni, se tanto mi da tanto, per ricostruire lo stadio ne serviranno almeno venti. Anche lo stanziamento da parte del Comune dei famosi tre milioni a mezzo soltanto al momento della partenza dell’ultima trance dei lavori mi sembra pretestuoso: per quale motivo, allora, le altre componenti dovrebbero mettere i soldi prima. Un altro punto poco chiaro è l’atteggiamento di Cairo. Senza un impegno scritto da parte del Toro a portare la squadra ad allenarsi al Filadelfia, c’è il rischio che venga costruita l’ennesima cattedrale nel deserto”.
Meno pessimista è il pensiero di Ottavio Sessa del Centro Coordinamento Toro Club: “Sinceramente non vedo tutta questa negatività attorno al Filadelfia. Mi sembra che Ferrauto abbia parlato chiaro riguardo all’interessamento del Toro nel progetto di uno stadio e che pertanto l’idea di un semplice parco dellamemoria sia da considerarsi superata, ora che la situazione sembra volgere verso prospettive migliori, ”.
Giovanni Rolle

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