domenica 15 marzo 2009

17/09/93 - Il Torino vara l' operazione Filadelfia

Corriere della Sera - Pagina 39

Goveani vorrebbe giocare nel vecchio stadio ristrutturato

TORINO . Sulla via del ritorno dal vittorioso debutto di Coppa, il Torino riscopre un vecchio sogno nel cuore. Che non fa rima con tricolore, perche' l' aria sottile della vetta non ha dato alla testa a nessuno, ma rida' anima e forse corpo a una fantasia di rara suggestione: il ritorno a tempo pieno nella vecchia arena del Filadelfia, lo stadio della leggenda del grande Torino. Mondonico gia' sogna a occhi aperti: trentamila persone sugli spalti a sospingere una squadra tutta fatta in casa. E la snocciola sin d' ora, dal portiere Pastine fino a un trio d' attacco con Carbone, Vieri e Poggi. "Roba nostra, ruspante, di qualita' e di sostanza". Goveani, il presidente notaio, e' piu' cauto: ma brillano gli occhi anche a lui. Tutti i presidenti del Torino ci hanno provato, ma solo quello che ci riuscira' verra' considerato dal popolo granata il vero erede del mitico Ferruccio Novo. "Qualcosa finalmente c' e' . ammette Goveani .: un nostro concreto progetto di ristrutturazione, un' ipotesi di costi, stimabili intorno ai venti miliardi, l' interessamento di Castellani, un sindaco che non promette ma ha tutta l' aria di mantenere. C' e' sul Filadelfia un vincolo delle Belle Arti, ma non trascritto alla conservatoria dei registri immobiliari: dall' altra parte c' e' pero' la nostra proprieta' dell' impianto, attraverso la "Srl Campo Torino". "La convenzione stipulata a suo tempo fra Comune e societa' costruttrice dello stadio Delle Alpi vieta per trent' anni l' uso del Comunale. Ma non quello del Filadelfia: e noi vogliamo far di tutto per ristrutturarlo e per renderlo agibile per trentamila persone perche' quella e' la dimensione del Torino e quelle sono le nostre radici". Se l' operazione andasse in porto il Torino sarebbe l' unica societa' italiana a essere proprietaria del suo stadio. Non sara' facile, anzi. Ma gia' il solo fatto che ci stia concretamente pensando conferma che il peggio, dal punto di vista finanziario, dovrebbe essere passato. Non a caso nei giorni scorsi si e' fatto avanti un giovane imprenditore edile, Vittorio Savoia, dicendosi disposto a rilevare il 50 per cento del pacchetto azionario. E non e' nemmeno il solo, come si evince dal secco commento di Goveani: "In questo momento sono nelle condizioni di scegliere". Scelte obbligate invece per Mondonico, che a Parma potra' disporre di Jarni ma non di Silenzi: al centro dell' attacco giochera' Poggi e rientrera' Annoni. Il difensore e' braccato dalla Roma: ma il Torino pensa semmai a sfoltire i ranghi in attacco, non in difesa. Per Annoni non ci sente: per Aguilera (e Saralegui) sarebbe tutt' orecchi.
Gigi Garanzini
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04/02/93 - Il Torino e' del notaio baby

Corriere della Sera - Pagina 44

Roberto Goveani, 35 anni, diventa padrone granata: ma e' gia' rebus sul nome dei suoi veri soci
Borsano in lacrime ieri ha detto addio alla squadra ed ha incassato gli ultimi insulti dai tifosi
TORINO . L' onorevole Gian Mauro Borsano ha attraversato la sua ultima valle di lacrime (calcistica) alle dieci di mattina. Senza protezione (la polizia e' arrivata piu' tardi) l' ancora per poche ore presidente del Torino ha affrontato le scritte e gli animi ostili del Filadelfia per l' addio alla squadra: da ieri il Torino ha un nuovo padrone. "Tanto a quell' ora non c' e' nessuno" ha risposto Borsano a chi gli suggeriva di prendere qualche precauzione. Invece c' erano una trentina di tifosi incarogniti nei loro palto' , alcuni dei quali gli hanno riservato gli ultimi insulti: "Ladro, vattene". Non erano giovani ultra' , solo anziani innamorati, qui e' cosi' , i piu' arrabbiati sono quelli che sono stati testimoni del passato. Astio dell' undicesima ora, controbilanciato dall' affetto e dall' applauso dello spogliatoio. I giocatori, che ora si aspettano un ambiente meno ostile soprattutto in casa, con lui hanno avuto vita felice e ingaggi pesanti (chi darebbe 850 milioni a Policano per un anno di B?). Per loro e' stato il presidente ideale. Ma ora si volta pagina, in serata il comunicato della societa' : il Torino calcio passa dall' ingegner Gian Mauro Borsano al notaio Roberto Goveani, 36 anni da compiere ad agosto, due figli e una moglie da cui vive separato, uffici a Pinerolo e Torino, il piu' giovane notaio d' Italia, legato a Villar Perosa dove, visto che la Juve non va piu' , vuole portare la squadra in ritiro. L' ultima cordata e' quella giusta. "Ho scelto la soluzione meno conveniente per me, ma piu' conveniente per il Torino . sostiene il presidente uscente ., volevo lasciare a un gruppo torinese che desse affidamento". Respinti i tentativi del finanziere Parretti e quello organizzato da Moggi con alcuni ex azionisti del Torino come Gerbi, niente da fare neanche con Calleri disposto a rilevare la societa' e i suoi debiti (20 miliardi), ma senza buonuscita. Borsano ha passato la sua ultima giornata, a parte la cessione del pacchetto di maggioranza (78 per cento) della societa' avvenuta in sede nel tardo pomeriggio, con gli addii a squadra e dipendenti della societa' (alcuni dei quali, provenienti dalla disciolta Gima, gli devono gratitudine eterna). E' uscito dallo stadio commosso. "Era in lacrime, lui e' piu' vittima che carnefice" ha raccontato Emiliano Mondonico. Scene da un addio inevitabile. "Sono emozionato, mi dispiace, ma l' ho fatto per il bene del Torino, non c' erano prospettive, ormai non mi dava piu' retta nessuno" l' epitaffio di Borsano su poco meno di quattro anni di presidenza immolati per poco piu' di 10 miliardi, pagabili a rate (la prima ieri, due miliardi). L' onorevole Borsano, con due autorizzazioni a procedere chieste dalla magistratura alla Camera, e' sicuramente una vittima dell' effetto Di Pietro e del ribaltone del 5 aprile. Il crollo del vecchio sistema politico lo ha spiazzato costringendolo a un ridimensionamento. Proprio la sera del 5 aprile, dopo il derby di ritorno dell' anno scorso (2 0 alla Juve con doppietta di Casagrande) Borsano era l' uomo della provvidenza granata, di li' e' cominciato il declino, e' venuta la cessione di Lentini ("Si e' bruciato col mercato" commenta Casagrande), l' odio dei tifosi che adesso, sulla ghiaia del Filadelfia, non riescono a esultare dopo aver vinto la loro battaglia. La preoccupazione per il futuro, le incognite, hanno preso il posto dello strepito, delle contumelie. "Tifoso granata da sempre, andava al Filadelfia con il padre una volta alla settimana" c' e' scritto sulle note caratteristiche del nuovo presidente, un iperattivo che passa dalle consulenze internazionali di carattere legale in particolare con i Paesi dell' Est alla collezione di bottiglie di vino, di sottobicchieri e lattine di birra. Il suo ufficio stampa ha lavorato bene, anche se qualche maligna insinuazione sulle sue vere inclinazioni calcistiche (chi dice Juve, chi dice Milan) e' trapelata. Ora dovra' lavorare lui, scacciando gli interrogativi su chi gli stia alle spalle (certi due imprenditori di Pinerolo, Calosso e Campra). In passato Goveani ha avuto rapporti d' affari molto stretti con Parretti, uno dei tanti aspiranti alla poltrona presidenziale. I tifosi sono allarmati, un notaio, per quanto ricco (primo contribuente di redditi di Pinerolo), alimenta il dubbio. Qui si temono cinghie tirate, cessioni, carestia. Per ora non c' e' nulla di sicuro tranne che Luciano Moggi ha vissuto da spettatore la vicenda e potrebbe rimanere, anche se si e' irritato non poco quando il presidente entrante, replicando a un' intervista in cui il direttore generale sosteneva di aver caldeggiato il suo ritorno (Goveani era gia' stato consigliere per due anni), ha dichiarato: "Non e' Moggi il mio sponsor, semmai potra' diventare un mio dipendente". Cose che si superano in fretta. Ogni anticipazione e' valida, dalla cessione di Marchegiani alla decurtazione degli ingaggi. Oggi pero' parlera' lui, il notaio Roberto Goveani ventitreesimo presidente del Torino. Anche se la ratifica arrivera' il 26 con l' assemblea dei soci, da domenica l' eventuale ringhio dei tifosi sara' tutto per lui.
Roberto Perrone

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