STAMPA, TORINO, pag.33
HANNO scippato al Toro il FILADELFIA. Anzi, l'hanno scippato alla storia del calcio italiano. Il catenaccio, per usare termini sportivi, organizzato dai Verdi in Comune, ha raggiunto il suo scopo: non c'e' stato il gol liberatorio, il grido di esultanza dei milioni di tifosi granata sparsi in tutta Italia. Il celebre STADIO di Baloncieri e Libonatti, di Maroso e Mazzola e Ossola, lo STADIO che vibrava di commozione quando la tromba suonava la carica per ridestare la squadra granata da sonni improvvisi, resta per ora un'ipotesi. Il FILADELFIA era un mito e una roccaforte quasi inespugnabile, anche dopo che la tragedia di Superga mutilo' per sempre il club. Ma ci pensavano i Ganzer e i Bearzot, a tenere caldi quei vecchi mattoni. Il FILADELFIA sarebbe diventato (diventera'? Cerchiamo di dribblare il pessimismo) anche un punto di riferimento importante per l'Olimpiade invernale del 2006. Un impianto a misura d'uomo, un salotto ideale per poter accogliere quello sport vibrante e molto simile al calcio per dinamismo e ferocia dei combattenti che e' l'hockey su ghiaccio. Niente. Per ora ogni progetto torna nel cassetto. E i tifosi granata in quel cassetto che sembra senza fondo vedono sparire le loro speranze. Ma non soltanto i tifosi granata. La rubentus e' ancora alla ricerca di una casa ospitale, il Delle Alpi e' sempre li' che aspetta di conoscere il suo destino, eppure soltanto a dire il nome rubentus bisogna mettersi sull'attenti, e' il club forse (o senza forse) piu' prestigioso del mondo, porta alla citta' come anche il Toro pubblicita' e turismo, fama e soldi. In quale citta' del mondo non sarebbero disposti ad erigere per la rubentus, alla rubentus una cattedrale dello sport? I dirigenti del Comune che stanno per concludere il loro mandato hanno fatto molto in questi anni per la citta'. Non molto per il grande sport. I nodi degli stadi restano da sciogliere. E i tifosi non possono che rimanere «Verdi» di rabbia.
Gianni Romeo
HANNO scippato al Toro il FILADELFIA. Anzi, l'hanno scippato alla storia del calcio italiano. Il catenaccio, per usare termini sportivi, organizzato dai Verdi in Comune, ha raggiunto il suo scopo: non c'e' stato il gol liberatorio, il grido di esultanza dei milioni di tifosi granata sparsi in tutta Italia. Il celebre STADIO di Baloncieri e Libonatti, di Maroso e Mazzola e Ossola, lo STADIO che vibrava di commozione quando la tromba suonava la carica per ridestare la squadra granata da sonni improvvisi, resta per ora un'ipotesi. Il FILADELFIA era un mito e una roccaforte quasi inespugnabile, anche dopo che la tragedia di Superga mutilo' per sempre il club. Ma ci pensavano i Ganzer e i Bearzot, a tenere caldi quei vecchi mattoni. Il FILADELFIA sarebbe diventato (diventera'? Cerchiamo di dribblare il pessimismo) anche un punto di riferimento importante per l'Olimpiade invernale del 2006. Un impianto a misura d'uomo, un salotto ideale per poter accogliere quello sport vibrante e molto simile al calcio per dinamismo e ferocia dei combattenti che e' l'hockey su ghiaccio. Niente. Per ora ogni progetto torna nel cassetto. E i tifosi granata in quel cassetto che sembra senza fondo vedono sparire le loro speranze. Ma non soltanto i tifosi granata. La rubentus e' ancora alla ricerca di una casa ospitale, il Delle Alpi e' sempre li' che aspetta di conoscere il suo destino, eppure soltanto a dire il nome rubentus bisogna mettersi sull'attenti, e' il club forse (o senza forse) piu' prestigioso del mondo, porta alla citta' come anche il Toro pubblicita' e turismo, fama e soldi. In quale citta' del mondo non sarebbero disposti ad erigere per la rubentus, alla rubentus una cattedrale dello sport? I dirigenti del Comune che stanno per concludere il loro mandato hanno fatto molto in questi anni per la citta'. Non molto per il grande sport. I nodi degli stadi restano da sciogliere. E i tifosi non possono che rimanere «Verdi» di rabbia.
Gianni Romeo
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