STAMPA, NAZIONALE, pag.34
COLPO DI SCENA DOPO LA FRENATA AL PIANO REGOLATORE LA SOCIETA' GRANATA ABBANDONA IL PROGETTO
TORINO I piedi sulla testa non se li lascia mettere, da nessuno. Francesco Cimminelli, furibondo per l'esito dell'ultima seduta del Consiglio comunale, rinuncia a riedificare il nuovo FILADELFIA, entra in concorrenza con la rubentus per l'acquisizione del Delle Alpi e, se lo accusano di aver acquisito il Torino Calcio soltanto per fare del business, lancia una minaccia-provocazione: rivendere subito la societa' a chi e' disposto a comprarla, allo stesso prezzo che gli e' costata, senza gli interessi passivi. Queste le pesanti esternazioni del «re della plastica» durante la conferenza stampa indetta in seguito al colpo di scena provocato dall'ostruzionismo di Silvio Viale, capogruppo dei Verdi, che ha fatto slittare a dopo le elezioni la variante al piano regolatore. Al fianco del «patron» ci sono Alberto Forchielli, responsabile delle risorse finanziarie per il FILADELFIA, l'architetto Alberto Rolla e il presidente Tilli Romero che si definisce indignato, sconcertato e disgustato per quanto e' avvenuto in Sala Rossa: «Si e' votato nei tempi supplementari. Al di la' dei 537 emendamenti, questa citta' ha una vocazione malsana a perdere occasioni importanti. Il FILADELFIA era una pagina storica. Ora i tifosi sanno con chi prendersela». E Cimminelli? Non bluffa. Piu' che sconfitto, e' un uomo profondamente deluso. Signor Cimminelli, la sua decisione e' irrevocabile? «Lo e' sino a quando qualcuno non mi dimostrera' il contrario. Non ho dormito, stanotte. Da quasi un anno, cioe' dal 19 aprile 2000, stiamo lottando per realizzare il progetto. Non ho mai avuto impedimenti da maggioranza e opposizione. Poi e' bastato che una persona affermasse che vogliamo fare una speculazione edilizia per mettere a repentaglio un impianto come il FILADELFIA che era piaciuto a tutti, che rivalutava e riqualificava una zona della citta'. Un progetto dal costo preventivo di circa 380 miliardi. Non ho mai chiesto una lira. Non dico che mi aspettassi un ringraziamento, ma sono deluso dal sindaco che ci aveva dato ampie garanzie. La mia amarezza e' anche una presa di coscienza. Sono davvero arrabbiato». Perche' non ha agito prima? «L'ho anche fatto, nelle sedi competenti. Destra, sinistra e centro erano tutti d'accordo». Uno solo contrario, dunque, e' bastato a metterle i bastoni tra le ruote? «Non so quanti di questi singoli ci sono in giro. Viale ha detto che esistono gia' tre stadi...». Non sarebbe il caso di aspettare due mesi prima di accantonare il progetto? «Sono stato di recente in Corea del Sud e ho visto un cantiere da sogno in preparazione per i Mondiali di calcio 2002. Per Torino 2006 tutto e' fermo da ottobre e si aspetta luglio o settembre per sbloccare la situazione. Il Torino e' un microbo rispetto ai Giochi invernali e, se per ogni variante ci fermano da sei mesi a un anno, siamo finiti. Abbiamo gia' speso 3-4 miliardi. Come possiamo credere in un investimento senza ritorno?». Cambieranno i suoi piani per il Torino? «A chi dice che siamo negativi, potrei rispondere che se c'e' qualcuno disponibile all'affare, ma ne dubito fortemente, gli rivendo il pacchetto di maggioranza alla stessa cifra che mi e' costato. Battuta a parte, le ambizioni sicuramente non diminuiscono». Camolese e' confermato? «L'allenatore e' garantito per il futuro». Quali alternative avete per il vostro STADIO? «Entrare in competizione con la rubentus per il Delle Alpi, in vendita per 36 miliardi; ricostruirne uno nostro trasportandovi i ruderi del vecchio FILADELFIA o rifacendo, sempre sul terreno dello stesso FILADELFIA, un rettangolo di gioco per i giovani con la sede storica del Torino. Un'altra idea e' quella di aumentare a 4 mila i posti, tutti a invito, del piccolo STADIO di Borgaro dove, tra un paio di settimane, dovrebbero iniziare i lavori per la cittadella dello sport, con sette campi da calcio e dove ci sarebbe spazio, volendo, per un palaghiaccio». Non pensa che la tifoseria, accorsa in massa ieri al Toro Store per incontrare Asta, Maspero e Colombo, ci rimarra' malissimo vedendo che lei intende cedere le armi? «I sogni a volte deludono. Ho capito perfettamente lo spirito delle gente granata. I tifosi intelligenti esprimono la loro amarezza ma a me non va di essere calpestato e ricattato».
COLPO DI SCENA DOPO LA FRENATA AL PIANO REGOLATORE LA SOCIETA' GRANATA ABBANDONA IL PROGETTO
TORINO I piedi sulla testa non se li lascia mettere, da nessuno. Francesco Cimminelli, furibondo per l'esito dell'ultima seduta del Consiglio comunale, rinuncia a riedificare il nuovo FILADELFIA, entra in concorrenza con la rubentus per l'acquisizione del Delle Alpi e, se lo accusano di aver acquisito il Torino Calcio soltanto per fare del business, lancia una minaccia-provocazione: rivendere subito la societa' a chi e' disposto a comprarla, allo stesso prezzo che gli e' costata, senza gli interessi passivi. Queste le pesanti esternazioni del «re della plastica» durante la conferenza stampa indetta in seguito al colpo di scena provocato dall'ostruzionismo di Silvio Viale, capogruppo dei Verdi, che ha fatto slittare a dopo le elezioni la variante al piano regolatore. Al fianco del «patron» ci sono Alberto Forchielli, responsabile delle risorse finanziarie per il FILADELFIA, l'architetto Alberto Rolla e il presidente Tilli Romero che si definisce indignato, sconcertato e disgustato per quanto e' avvenuto in Sala Rossa: «Si e' votato nei tempi supplementari. Al di la' dei 537 emendamenti, questa citta' ha una vocazione malsana a perdere occasioni importanti. Il FILADELFIA era una pagina storica. Ora i tifosi sanno con chi prendersela». E Cimminelli? Non bluffa. Piu' che sconfitto, e' un uomo profondamente deluso. Signor Cimminelli, la sua decisione e' irrevocabile? «Lo e' sino a quando qualcuno non mi dimostrera' il contrario. Non ho dormito, stanotte. Da quasi un anno, cioe' dal 19 aprile 2000, stiamo lottando per realizzare il progetto. Non ho mai avuto impedimenti da maggioranza e opposizione. Poi e' bastato che una persona affermasse che vogliamo fare una speculazione edilizia per mettere a repentaglio un impianto come il FILADELFIA che era piaciuto a tutti, che rivalutava e riqualificava una zona della citta'. Un progetto dal costo preventivo di circa 380 miliardi. Non ho mai chiesto una lira. Non dico che mi aspettassi un ringraziamento, ma sono deluso dal sindaco che ci aveva dato ampie garanzie. La mia amarezza e' anche una presa di coscienza. Sono davvero arrabbiato». Perche' non ha agito prima? «L'ho anche fatto, nelle sedi competenti. Destra, sinistra e centro erano tutti d'accordo». Uno solo contrario, dunque, e' bastato a metterle i bastoni tra le ruote? «Non so quanti di questi singoli ci sono in giro. Viale ha detto che esistono gia' tre stadi...». Non sarebbe il caso di aspettare due mesi prima di accantonare il progetto? «Sono stato di recente in Corea del Sud e ho visto un cantiere da sogno in preparazione per i Mondiali di calcio 2002. Per Torino 2006 tutto e' fermo da ottobre e si aspetta luglio o settembre per sbloccare la situazione. Il Torino e' un microbo rispetto ai Giochi invernali e, se per ogni variante ci fermano da sei mesi a un anno, siamo finiti. Abbiamo gia' speso 3-4 miliardi. Come possiamo credere in un investimento senza ritorno?». Cambieranno i suoi piani per il Torino? «A chi dice che siamo negativi, potrei rispondere che se c'e' qualcuno disponibile all'affare, ma ne dubito fortemente, gli rivendo il pacchetto di maggioranza alla stessa cifra che mi e' costato. Battuta a parte, le ambizioni sicuramente non diminuiscono». Camolese e' confermato? «L'allenatore e' garantito per il futuro». Quali alternative avete per il vostro STADIO? «Entrare in competizione con la rubentus per il Delle Alpi, in vendita per 36 miliardi; ricostruirne uno nostro trasportandovi i ruderi del vecchio FILADELFIA o rifacendo, sempre sul terreno dello stesso FILADELFIA, un rettangolo di gioco per i giovani con la sede storica del Torino. Un'altra idea e' quella di aumentare a 4 mila i posti, tutti a invito, del piccolo STADIO di Borgaro dove, tra un paio di settimane, dovrebbero iniziare i lavori per la cittadella dello sport, con sette campi da calcio e dove ci sarebbe spazio, volendo, per un palaghiaccio». Non pensa che la tifoseria, accorsa in massa ieri al Toro Store per incontrare Asta, Maspero e Colombo, ci rimarra' malissimo vedendo che lei intende cedere le armi? «I sogni a volte deludono. Ho capito perfettamente lo spirito delle gente granata. I tifosi intelligenti esprimono la loro amarezza ma a me non va di essere calpestato e ricattato».
Nessun commento:
Posta un commento