martedì 30 giugno 2009

30/06/09 - Filadelfia, si tratta sulle ipoteche


Incontro tra Comune e Agenzia delle Entrate per decidere le sorti dell'area

SILVIA GARBARINO
TORINO
Domani mattina, al più tardi fra due giorni, il Filadelfia potrebbe trovarsi slegato dai lacci delle ipoteche che ne hanno frenato ultimamente e ulteriormente il cammino verso la ricostruzione, raggelando le velleità degli imprenditori interessati. L’assessore al Patrimonio e all’Urbanistica Mario Viano ha ricevuto infatti la perizia relativa al valore dell’intera area su cui sorgeva il campo del Grande Torino e su una parte della quale pendevano le gravose ipoteche, 36 milioni di euro complessivi, ancora relative all’epoca di patron Cimminelli.

Il perito nominato dal tribunale ha valutato l’intera area che sorge fra via Filadelfia, Tunisi e Giordano Bruno pari a 1,8 milioni di euro, mentre l’area gravata dalle ipoteche vale poco meno di 1 milione di euro. Una cifra che deve essere «purgata» dallo stesso Comune insieme al curatore fallimentare della ex società granata e che darebbe, una volta pagata, il via libera al lavoro di ricerca di costruttori da parte della Fondazione. La Fondazione è lo strumento giuridico (ed etico) creato da Comune e associazione dei tifosi negli ultimi 3 anni per garantire trasparenza e rispetto della memoria non solamente calcistica nella ricostruzione dello stadio e delle opere annesse (2 campi da gioco, tribune per 2 mila spettatori, spogliatoi, foresteria, Museo del Grande Torino, attualmente a villa Claretta a Grugliasco).

«Come Comune ci prendiamo il carico di liberare l’area dalle ipoteche, e auspichiamo di poter procedere alla loro purgazione - dice Viano -. Soltanto a quel punto consegneremo l’area pulita alla Fondazione, così come è stato pattuito fin dall’inizio». L’enorme disparità fra valore delle ipoteche e valore della perizia è riassumibile nel degrado dell’area e nell’impossibilità di costruire dei condomini, come invece previsto ai tempi cimminelliani.

La suddivisione degli impegni finanziari su questo milione di euro prevede per il curatore fallimentare un esborso di 500 mila euro, il restante a carico della Città. Ancora l’assessore Viano: «Qualche centinaio di migliaia di euro è una cosa fattibile». Si deve ricordare che a bilancio del Comune proprio per le ipoteche sul Fila c’è da tempo una cifra pari a mezzo milione di euro. Quindi tutto s’incastrerebbe alla perfezione. Con la perizia, Viano e il curatore fallimentare si presenteranno domani in tarda mattinata da Equitalia/Agenzia delle Entrate per definire il percorso di «purgazione» nel caso in cui la controparte, sempre l’Agenzia delle Entrate, ritenga condivisibili i risultati della perizia.

Un passo decisivo perciò questo per il futuro del Fila. Se l’accordo fra le parti infatti fosse raggiunto, chi ha intenzione di investire sull’area avrebbe la strada spianata da ostacoli. Le dichiarazioni d’intenti fatte mesi fa dall’imprenditore romano Forieri e dallo stesso presidente Urbano Cairo dovrebbero tramutarsi in impegni precisi non più rinviabili. Servirebbero fatti - e denari veri, circa 10 milioni di euro - per realizzare il progetto pensato insieme ai tifosi del Toro, oltre alle belle parole di circostanza che ormai non fanno sussultare più neppure i gatti che al Fila figliano felici.


30/06/09 STAMPA TORINO Filadelfia, si tratta sulle ipoteche - Garbarino Silvia

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