martedì 9 giugno 2009

Il "Fila"...il nostro Tempio

tratto da "La mia vita con voi" - di LauPey

Per chi, come me, ha trascorso ore, giorni, settimane, mesi, anni, insomma molta parte della propria vita dentro il “Fila”, la sofferenza nel vederlo così orribilmente mutilato, fa male al cuore.
In questo caso è una fortuna per i giovani fratelli granata, che non hanno l’età per avere visto che cos’era, quel Tempio: si varcava il cancello e si era a casa; e c’era un connubio speciale tra quelli che giocavano, quelli che tifavano, quelli che scrivevano (anche quelli ...), i bimbi che vociavano, le ragazze che si innamoravano.
E tutto questo accadeva a casa, nella nostra casa.

I fratelli che non hanno l’età per aver vissuto quegli anni, soffrono passando davanti alle rovine, entrando a sostare su quell’erba, ma nulla può essere paragonato alla ferita che si è aperta dentro di me, che si è allargata a macchia d’olio, che mi brucia dentro ogni volta che ancora passo da quel varco e mi ritrovo all’interno di quello che fu lo Stadio degli Invincibili, dei Campioni del ’76 ..…
Ricordo che avevo 18 anni la prima volta che fui ammessa all’interno di quel luogo sacro per i colori granata.
Scesi i gradini del sottopassaggio, li risalii dall’altra parte e comparvi dentro il campo verde. Fu una sensazione indescrivibile ....

Ricordo che mi sedetti sulla panchina: chissà ..… forse tanti anni prima, proprio lì c’era seduto Capitan Valentino, e poi Nereo Rocco, Gigi Meroni e adesso ..… io ..… Mamma mia che emozione!!!
Ero talmente confusa da non accorgermi che, a fianco a me, si erano seduti per un po’ di riposo, Ciccio Graziani e Roberto Mozzini.

Naturalmente non posso mettere in ordine tutti i pensieri, i ricordi che ho del “Fila”, sono troppi e si confondono. Tenterò di raccontare alcuni momenti di quella mia vita vissuta così intensamente, in un luogo che tanto ho amato, che tanto mi ha dato e tantissimo mi ha insegnato.
Al “Fila” sono diventata grande, cercando di ricambiare sempre la grande ricchezza interiore che avevo ricevuto.
Il punto di riferimento del Campo Filadelfia, per tanti e tanti anni è stata la mitica Signorina Franca; persona squisita, educatissima, dolcissima con i suoi ragazzi (anche quelli più piccoli, quelli del settore giovanile).
Prestava la sua opera nella stanzetta dove venivano custodite le scarpe da calcio.
Io ci stavo così bene in quella stanzetta, in compagnia della Signorina Franca.
Adesso vi voglio raccontare cos’era quel posticino tutto legno e cemento (con grandi finestroni in alto, dai quali si sentivano le voci dei tifosi che chiacchieravano seduti sui gradoni del Fila).
Appena entravi ti ritrovavi di fronte un grande armadio con tante finestrelle in legno, ognuna delle quali aveva un’etichetta con il cognome del giocatore. E dentro quegli spazi, venivano sistemate, in modo ordinato, le scarpe da calcio (a sei o tredici tacchetti).
Lungo tutto il perimetro dell’armadio era posizionata una panca ed un poggiapiedi, tutto in legno.
Al fondo della stanza c’era un tavolo con una sedia dove la Signorina Franca accatastava calzoncini, calzettoni e maglie dei ragazzi granata, per rammendare quegli indumenti grondanti di gloria. E si, cari fratelli, perché a quei tempi le maglie da gara, venivano utilizzate tutta la stagione e non una sola volta come accade oggi.

Chiacchierando, sovente mi capitava di prendere in mano una di quelle maglie e non mi riusciva di vedere dove era stato fatto il rammendo, tanto era perfetto.
Poi arrivava Brunetto, il magazziniere. Simpaticissima persona che si metteva, con molto impegno, a sostituire i tacchetti, ma soprattutto, lucidava quelle scarpe che poi alla domenica venivano utilizzate per la partita.
Si trattava di Valentino Vigato, ma per tutti noi era “Brunetto del campo”; tanto che molti tifosi credevano che si chiamasse Brunetto di nome, e Del Campo di cognome.
Brunetto era quello che, al sabato pomeriggio, caricava il furgoncino con i bauli colmi di divise granata, palloni, materiale medico e trasferiva tutto allo Stadio Comunale per la gara della domenica.
Alla fine di ogni allenamento, i ragazzi, prima ancora di entrare nel proprio spogliatoio per fare la doccia, entravano dalla Signorina Franca a sorseggiare il suo impareggiabile the fumante al limone (ancora adesso mi sembra di sentire il ticchettio dei tacchetti sulle mattonelle del pavimento e poi tutta quella terra ed erba .....). “Laura – mi diceva – prendi anche tu un bicchiere di the insieme ai ragazzi”.
Che pomeriggi, cari fratelli granata, che splendidi pomeriggi ho trascorso dentro il cuore del nostro Tempio. Ne sento ancora vivissimamente gli odori: il lucido delle scarpe, la canfora degli unguenti, il limone del the; che splendidi pomeriggi ho trascorso coccolata dall’affetto dei miei amici, dentro quell’ambiente così profondamente amato, desiderato, sognato, mai dimenticato.

Mi hanno chiesto di raccontarvi brevi frammenti di ricordi del nostro “Fila”, e sono conscia che questo primo contributo, non è breve e non è nemmeno un frammento: un tempio, il nostro Tempio non può essere mai liquidato in quattro parole, neppure per un piccolo frammento di ricordo ...


Laura


http://www.tuttotoro.eu/articolo.php?id=506&cat=8&scat=1

27/04/2006 - 04:08 - Categoria: Amarcord


... e qui sono sulla panchina del Fila con Vegliach, Graziani e Mozzini

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