martedì 2 giugno 2009

18/12/01 - Sì al Filadelfia, ma prima il progetto

Repubblica — pagina 3

Il Comune vorrebbe vendere lo stadio Delle Alpi a Torino e Rubentus ma le due società non trovano l' accordo sull' eventuale gestione. Così i granata rilanciano la proposta della riedificazione del Filadelfia, accantonata qualche mese fa, mentre i bianconeri fanno capire di essere intenzionati a procedere da soli nell' acquisto dell' impianto della Continassa, che darebbe ulteriore forza al piano per lo sbarco in Borsa. Dopo l' incontro di ieri mattina con i vertici delle due società (Moggi, Giraudo e Bettega per la Rube, il presidente Romero per il Torino), l' assessore allo sport Renato Montabone non nasconde la delusione: «In pratica siamo tornati indietro di sei mesi. La vicenda stadio non fa un passo avanti». Montabone era convinto di poter risolvere entro la fine dell' anno la telenovela. In realtà ci sarà una nuova puntata (forse neppure decisiva) dopo le feste natalizie. Il sospetto è che qualcuno cerchi di perdere tempo, per ritardare la soluzione definitiva. Il Comune, in ogni caso, vuol vedere su quale basi poggi questo nuovo innamoramento del Torino per la rinascita del Filadelfia, che non sarebbe più, uno «stadio della memoria» ma una vera arena da 2530 mila posti. «Attendiamo il progetto» commenta Montabone, che sottolinea: «Il Comune deve rispettare i vincoli di legge nell' assegnazione degli spazi commerciali». Romero e patron Cimminelli dicono che faranno ricorso al Credito sportivo per finanziare il loro nuovo progetto. Il loro disinteresse per il Delle Alpi è tale, che rinuncerebbero anche a partecipare all' eventuale asta che il Comune farebbe per la cessione dello stadio. Cui, a questo punto, potrebbe partecipare soltanto la Rubentus. «Vedremo come si evolverà la situazione aggiunge l' assessore Non abbiamo ancora definito le modalità di vendita. Le decideremo dopo il nuovo incontro». L' unica certezza è che le due squadre fino al termine della stagione giocheranno al delle Alpi pagando quattro miliardi annui di canone d' affitto (due a testa) più il 50 per cento delle spese per i lavori realizzati dal Comune. Non sono d' accordo, però, a gestire insieme lo stadio, da proprietari. «Ci sono differenti esigenze tra le due società» sostiene Montabone. È difficile, dicono in Comune, far conciliare gli interessi tra una società che sta per essere quotata in Borsa, come azienda di intrattenimento, che punta molto sui ricavi pubblicitari e quelli del Torino che ha altre mire. A sentire almeno il suo patron Cimminelli. La telenovela però è sempre meno avvincente.
(g.l.v.)

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