martedì 2 giugno 2009

05/07/01 - I tifosi storici si oppongono a qualsiasi speculazione

Repubblica - pagina 2

Qualcuno li ha chiamati i «superghisti», forse per irriderli o quantomeno accusarli di passatismo. Ma per loro è soltanto motivo d' orgoglio. E in queste ore, appreso che il Filadelfia non si farà più, i «superghisti» si sentono soprattutto traditi. «Traditi su tutti i fronti» dice l' architetto Franco Ossola, memorialista granata, figlio del campione del Grande Toro morto a Superga. «Ma tutto era cominciato con l' abbattimento dello stadio. Se ci fosse ancora, grande e ingombrante, sarebbe un altro discorso. Avremmo un corpo di fabbrica non solo dignitoso, ma storicamente apprezzabile, che avrebbe potuto diventare campo di allenamento, ritrovo dei tifosi, museo». Anche Manlio Collino, direttore di Fegato Granata, vivace periodico di resistenza umana e calcistica, che non ha lesinato le critiche a Diego Novelli per la demolizione del Campo Torino, è indignato. «Questo è il momento - aggiunge - in cui ci rende conto che avevo ragione quando scrivevo duramente sul Filadelfia. E tutto ciò non mi piace. In ogni caso, si tratta di una grandissima sconfitta di Novelli». Insieme a Domenico Beccaria, che con la sua associazione «Memoria granata» porta in giro per l' Italia i cimeli del vecchio Toro, però, Collino fa una proposta. «A questo punto, noi 'superghisti' vogliamo che lì, dove c' era il Fila, si faccia un grande prato con i resti dello stadio, con quei moncherini di gradinate. Un po' come i templi greci, che, sopravvissuti magari con due o tre colonne, danno tuttavia l' idea di quello che c' era una volta. Ma diciamo no a qualsiasi speculazione, così come a stadietti da tremila posti o giù di lì». Beccaria, che tra l' altro, da qualche mese, edita un giornale pienamente «superghista», Il trombettiere del Filadelfia, va oltre: «Siamo pronti a lanciare una sottoscrizione tra tutti i tifosi per riprenderci quanto resta dello stadio, affinché rimanga così com' è. O meglio: per farne un' area della memoria, con un prato, quei ruderi, un museo. Cimminelli ha pagato un miliardo e trecento milioni alla Fondazione Filadelfia. Troviamo i soldi e li compriamo noi i resti del Fila». È un' idea che non dispiace a Ossola: «Dato che siamo stati traditi, con il danno e pure con la beffa, cerchiamo, noi tifosi, una via parallela per salvare qualcosa della memoria del Torino». Che cosa ne pensa la società granata? Il presidente Attilio Romero sembra guardare con interesse alle proposte dei «superghisti». Afferma: «L' azionista Franco Cimminelli ed io vogliamo che l' area del Filadelfia diventi la fotografia della storia del Toro». Una volta tanto, sul cadavere dello stadio di BaloncieriLibonattiRossetti e del Grande Torino, si può nutrire qualcosa di più di un' illusione? A compensazione di tutte le illusioni perdute?
MASSIMO NOVELLI

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