martedì 2 giugno 2009

30/03/01 - Non costruisco più il Filadelfia

Repubblica — pagina 14

«Il Filadelfia, noi, non lo facciamo più. Visto che il Delle Alpi è in vendita, con trentasei miliardi risolviamo il problema». Fine dei sogni del popolo granata: Francesco Cimminelli, il padrone del Torino, si è arrabbiato. Anzi, è furibondo per gli oltre cinquecento emendamenti - quelli presentati dal verde Silvio Viale e candidato sindaco per la lista Bonino - che mercoledì sera hanno impedito al Consiglio comunale, per mancanza di tempo, di dare il via al progetto di costruzione del nuovo stadio. Era l' ultima seduta utile, prima delle elezioni. «Il Filadelfia non lo facciamo più - ha detto il patron, ieri, nella sede di piazza San Carlo - e questa non è una frase dettata dall' amarezza del momento, bensì una precisa presa di coscienza. Per quest' obiettivo abbiamo lottato da quando siamo arrivati al Torino, abbiamo sempre messo a conoscenza maggioranza, opposizione e uffici vari di ogni nostra mossa, abbiamo eseguito le modifiche che di volta in volta ci venivano richieste, ma non è servito a niente. Nonostante le mille promesse che ci sono state fatte, è bastato un uomo solo per bloccare tutto. Di farci mettere i piedi in testa, non abbiamo né tempo, né voglia» . È furibondo con Viale, ma non solo. Lo è anche, e di più, con il sindaco Valentino Castellani: «Sono profondamente deluso dal suo atteggiamento, perché ci aveva dato le più ampie garanzie. La mia delusione è davvero enorme». Nei suoi confronti non è stato tenero neppure Attilio Romero, presidente del Torino: «Il progetto aveva superato in modo trionfale tutte le verifiche, ma è stato messo al voto ai tempi supplementari. Le ultime due ore dell' ultimo giorno utile, mi sono sembrate un po' tardi. Oltre ai 537 emendamenti del signor Viale, ci rammaricano i tempi della discussione. I nostri tifosi sanno con chi prendersela». E ancora: «Siamo indignati, sconcertati e disgustati. La costruzione del Filadelfia rappresentava un' occasione grossissima: ce l' hanno bloccata con motivazioni pretestuose» . La rottura sembra definitiva e insanabile. Troppo dura la presa di posizione di Cimminelli e Romero, troppo scuri i loro volti, per pensare che possano o vogliano cambiare idea. «Ripeto - ha proseguito Cimminelli - il Filadelfia non lo facciamo più. È inutile aspettare la prossima amministrazione; ci vorrebbe troppo tempo, e poi, abbiamo visto come basti un' unica persona per mandare ogni cosa all' aria. Ho già speso tre miliardi. Investire del denaro e non sapere se questo ti ritorna, non lo fa nessuno: perché dovrei incominciare io?» . Poi, una provocazione. O forse no. In ogni modo, la strada che Cimminelli ha detto di voler percorrere: «Parteciperemo alla gara di acquisizione del Delle Alpi. Visto che lo stadio è in vendita, con trentasei miliardi risolviamo il problema. Lo so, ci metteremmo in concorrenza con la Rubentus, ma senza campo non possiamo certo restare». Fine dei sogni del popolo granata: Francesco Cimminelli, il padrone del Torino, si è arrabbiato.
ALESSANDRO ALCIATO

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