DA UN GRUPPO DI TIFOSI VIP DEL TORINO STAMPA, TORINO, pag.1
TORINO. Un appello a Michele Ferrero, l'industriale proprietario dell'omonima industria dolciaria, perche' diventi presidente del Torino e' stato lanciato da esponenti del mondo culturale, politico, sportivo, scientifico e industriale. Il documento e' stato firmato dagli ex calciatori Mazzola e Agroppi, dai giornalisti Del Noce, Mina', Ormezzano, Fini e Del Colle, dall'ex ministro Bodrato, dai pittori Gribaudo e Nespolo, dall'olimpionico di sci Gros, dai cardiochirurghi Brusca e Di Summa, dal letterato Barberi Squarotti, dagli ex sindaci di Torino Novelli e Porcellana, dal regista Scaglione e dal comico e presentatore tv Gnocchi. Il gruppo, prendendo spunto dalla cessione di Lentini al Milan, invita implicitamente l'attuale presidente Gianmauro Borsano a cedere il Torino. Si afferma nell'appello: "Ultimamente il nostro Torino, per ragioni che vanno dall'insipienza al calcolo troppo astuto, ha perso contatto non solo con un particolare grande calcio, ma anche, cosa piu' grave, con la piccola grande gente che lo ama". Prosegue lo scritto: "Il vistoso caso Lentini, calciatore-simbolo creato al campo di via FILADELFIA e poi perduto in un mercato che si muove su cifre e modi estranei alla tradizione granata, ha creato disagio e rabbia, stupore e vergogna, allarme e incertezza, aprendo un problema vasto e vitale". "Il Torino - si aggiunge - ha bisogno di un personaggio leader, come lei, che sappiamo di fede granata, ma soprattutto di forte sentimento piemontese, dove questo aggettivo va inteso nella sua forza storica di serieta' e nel suo valore spicciolo di simpatia". Da Borsano "no comment" circa l'appello, le cui motivazioni sono anche state spiegate da alcuni dei firmatari.
SERVIZI A PAGINA 2
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IL TESTO DELLA LETTERA
Al Toro serve un leader come lei di grande sentimento piemontese
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SIAMO un gruppo di persone sentimentalmente vicine al Torino, squadra di calcio che e' stata e deve rimanere emblema di entusiasmo popolare, di genuinita' cittadina, di tifo e di fede nel tifo, di fiducia nel vivaio, di senso orgoglioso e intanto umile di unicita' per storia e attualita', di grandi risultati ottenuti con mezzi modesti o comunque con mezzi saggi. Alla piemontese, diciamo, per chi sa capire il valore di un aggettivo, di una definizione. Ultimamente ci e' parso chiaro che il nostro Torino, il nostro Toro, per ragioni che possono andare dall'insipienza al calcolo troppo astuto, dalla pressione cosmica di un ambiente al quale i successi granata, che sanno di una certa Torino, danno noia, alla semplice umanissima frequentazione di errori, ha perso il contatto non solo con un particolare grande calcio, ma anche - cosa piu' grave - con la piccola grande gente che lo ama. Il vistoso caso di Lentini, calciatore-simbolo creato al campo di via FILADELFIA e poi perduto in un mercato che si muove su cifre e modi estranei alla tradizione granata, ha creato disagio e rabbia, stupore e vergogna, allarme e incertezza, aprendo un problema vasto, vitale. L'indagine dei perche' e dei percome e' stata condotta con ottiche diverse, su diversi livelli, e con indicazione di cure assortite. Ma noi pensiamo che, come in tanti casi simili, e non solo sportivi, tutto sia riconducicile, nel bene e nel male, al personaggio-leader. E pensiamo che il Torino, il Toro ha bisogno di un personaggio-leader come lei, che sappiamo di fede granata ma soprattutto di forte sentimento piemontese: dove questo aggettivo va inteso nella sua forza storica di serieta' e nel suo valore spicciolo di simpatia. Il Torino ha bisogno di uno dei nostri, di uno anzi che - lo ha provato la sua vita, la sua carriera - e' fra i migliori dei nostri, e puo' portare alla societa' una esperienza imprenditoriale mandata sempre avanti insieme con il culto dei migliori sentimenti, senza rumore, con dedizione, senza boria, con successo. In cambio il Torino puo' dare il calore di una tifoseria senza pari, una grande ribalta internazionale, una prima squadra ancora molto forte, ormai esperta di grandi scene europee, un vivaio sempre piu' ricco, e la possibilita' infine di unire il nome della compagine, della societa', attraverso una sponsorizzazione davvero prima morale che economica, al nome di una persona e casomai di un prodotto nati nella sua stessa regione. Signor Ferrero, perche' non diventa lei il presidente di un nuovo e vecchio Torino? Il nostro presidente? Aldo Agroppi, Giorgio Barberi Squarotti, Guido Bodrato, Antonio Brusca, Michele Di Summa, Beppe Del Colle, Fabrizio Del Noce, Massimo Fini, Gene Gnocchi, Ezio Gribaudo, Piero Gros, Sandro Mazzola, Gianni Mina', Ugo Nespolo, Diego Novelli, Gian Paolo Ormezzano, Giovanni Porcellana, Massimo Scaglione.
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