«La nostra offerta di 800 mila euro non sarebbe concreta?
Falso. E poi ho altro cui pensare, non solo l’area del Toro...»
STEFANO LANZO
TORINO. Eravamo rimasti a una trattativa arenatasi sugli 800 mila euro offerti dal Comune per purgare le ipoteche e liberare l’area del Filadelfia. Eravamo rimasti a un braccio di ferro tra Municipio e Agenzia delle Entrate (rappresentata da Equitalia, holding di riscossione dei tributi) che potrebbe portare a conseguenze gravi, come la messa all’asta del bene, con l’effetto collaterale di allungare a dismisura i tempi già biblici. La novità è che se da una parte il Comune parla di trattativa avviata («con Equitalia che offre una leggera resistenza perché chiaramente vorrebbe recuperare maggiori risorse possibili», assessore Viano dixit appena quattro giorni fa), dall’altra l’Agenzia delle Entrate sembra pensarla diversamente, facendo intendere come non ci siano certezze né cifre ufficiali e che, in sostanza, le trattative (anche se sarebbe lecito, a questo punto, chiedersi se ci siano delle concrete trattative) sono in una fase embrionale o quantomeno interlocutoria. Insomma, chiarezza non c’è. Tanto che lo stesso Viano, assessore all’Urbanistica e al Patrimonio della Città di Torino, si è lasciato scappare: «Qualora non dovesse trovarsi la quadra della situazione, ma sottolineo solo qualora non si arrivasse a una conclusione, allora ragioneremo direttamente con il ministero competente a Roma». Parole tutt’altro che rassicuranti.
QUESITI. E allora è normale porsi degli interrogativi, che sono quelli di ogni cittadino e che al momento non trovano risposta. Ma è effettiva oppure no l’offerta di purgazione delle ipoteche da parte del Comune che ammonterebbe a 800 mila euro? E se questa cifra non è sufficiente, qual è la richiesta di Equitalia-Agenzia delle Entrate per trovare un accordo e sbloccare l’impasse? E ancora: ma il Comune, con questa offerta ( almeno pubblicamente esposta) di 800 mila euro intende “ purgare” entrambe le ipoteche pendenti da 38 milioni di euro ognuna (una sul Comunale, l’altra sul Filadelfia) oppure no? E per quanto riguarda la tempistica? Viano così si era espresso: «A settembre bisogna chiudere». L’Agenzia delle Entrate, secondo indiscrezioni, non sembra pensarla allo stesso modo, nonostante Equitalia sia al lavoro almeno fino a metà agosto e, di fatto, qualora ci fosse unità di intenti, la soluzione sarebbe anche risolvibile in tempi piuttosto brevi. Ma sperarlo pare pura utopia, oggi.
ITER INTRICATO. L’impressione, a meno di accelerazioni improvvise, è che ci si trovi appena all’inizio di un iter al momento indefinibile, ma quasi certamente lungo, tortuoso, complicato, doloroso. L’assessore Viano, invece, assicura: «Posso garantire che la trattativa c’è, è concreta e basta! Anche perché non credo proprio che gli incaricati del Comune mi raccontino delle falsità. E poi abbiamo anche altro di cui occuparci, non possiamo pensare soltanto al Filadelfia! » . Quando si fa notare che la resistenza di Equitalia-Agenzia delle Entrate potrebbe rivelarsi più dura del previsto, l’assessore risponde: «Se non si dovesse arrivare a un accordo, allora vedremo di rivolgerci direttamente al ministero competente, ma è un’ipotesi a oggi non presa in considerazione perché noi contiamo di trovare un’intesa per la purgazione. Punto. Io non siedo direttamente al tavolo, se ne occupano gli uffici tecnici, ma vengo costantemente informato sulle evoluzioni ». Che, al momento, non ci sono. Intanto i giorni passano e la situazione, invece di schiarirsi man mano, diventa sempre più intricata. E le risposte ai tanti, troppi interrogativi continuano a latitare pericolosamente. E colpevolmente.
Nella foto:
I ruderi del Filadelfia. L’area è del Comune e da 12 anni è in questo stato scandaloso: il sindaco Chiamparino non ha ancora trovato una soluzione
Falso. E poi ho altro cui pensare, non solo l’area del Toro...»
STEFANO LANZO
TORINO. Eravamo rimasti a una trattativa arenatasi sugli 800 mila euro offerti dal Comune per purgare le ipoteche e liberare l’area del Filadelfia. Eravamo rimasti a un braccio di ferro tra Municipio e Agenzia delle Entrate (rappresentata da Equitalia, holding di riscossione dei tributi) che potrebbe portare a conseguenze gravi, come la messa all’asta del bene, con l’effetto collaterale di allungare a dismisura i tempi già biblici. La novità è che se da una parte il Comune parla di trattativa avviata («con Equitalia che offre una leggera resistenza perché chiaramente vorrebbe recuperare maggiori risorse possibili», assessore Viano dixit appena quattro giorni fa), dall’altra l’Agenzia delle Entrate sembra pensarla diversamente, facendo intendere come non ci siano certezze né cifre ufficiali e che, in sostanza, le trattative (anche se sarebbe lecito, a questo punto, chiedersi se ci siano delle concrete trattative) sono in una fase embrionale o quantomeno interlocutoria. Insomma, chiarezza non c’è. Tanto che lo stesso Viano, assessore all’Urbanistica e al Patrimonio della Città di Torino, si è lasciato scappare: «Qualora non dovesse trovarsi la quadra della situazione, ma sottolineo solo qualora non si arrivasse a una conclusione, allora ragioneremo direttamente con il ministero competente a Roma». Parole tutt’altro che rassicuranti.
QUESITI. E allora è normale porsi degli interrogativi, che sono quelli di ogni cittadino e che al momento non trovano risposta. Ma è effettiva oppure no l’offerta di purgazione delle ipoteche da parte del Comune che ammonterebbe a 800 mila euro? E se questa cifra non è sufficiente, qual è la richiesta di Equitalia-Agenzia delle Entrate per trovare un accordo e sbloccare l’impasse? E ancora: ma il Comune, con questa offerta ( almeno pubblicamente esposta) di 800 mila euro intende “ purgare” entrambe le ipoteche pendenti da 38 milioni di euro ognuna (una sul Comunale, l’altra sul Filadelfia) oppure no? E per quanto riguarda la tempistica? Viano così si era espresso: «A settembre bisogna chiudere». L’Agenzia delle Entrate, secondo indiscrezioni, non sembra pensarla allo stesso modo, nonostante Equitalia sia al lavoro almeno fino a metà agosto e, di fatto, qualora ci fosse unità di intenti, la soluzione sarebbe anche risolvibile in tempi piuttosto brevi. Ma sperarlo pare pura utopia, oggi.
ITER INTRICATO. L’impressione, a meno di accelerazioni improvvise, è che ci si trovi appena all’inizio di un iter al momento indefinibile, ma quasi certamente lungo, tortuoso, complicato, doloroso. L’assessore Viano, invece, assicura: «Posso garantire che la trattativa c’è, è concreta e basta! Anche perché non credo proprio che gli incaricati del Comune mi raccontino delle falsità. E poi abbiamo anche altro di cui occuparci, non possiamo pensare soltanto al Filadelfia! » . Quando si fa notare che la resistenza di Equitalia-Agenzia delle Entrate potrebbe rivelarsi più dura del previsto, l’assessore risponde: «Se non si dovesse arrivare a un accordo, allora vedremo di rivolgerci direttamente al ministero competente, ma è un’ipotesi a oggi non presa in considerazione perché noi contiamo di trovare un’intesa per la purgazione. Punto. Io non siedo direttamente al tavolo, se ne occupano gli uffici tecnici, ma vengo costantemente informato sulle evoluzioni ». Che, al momento, non ci sono. Intanto i giorni passano e la situazione, invece di schiarirsi man mano, diventa sempre più intricata. E le risposte ai tanti, troppi interrogativi continuano a latitare pericolosamente. E colpevolmente.
Nella foto:
I ruderi del Filadelfia. L’area è del Comune e da 12 anni è in questo stato scandaloso: il sindaco Chiamparino non ha ancora trovato una soluzione
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