TS - 11/07/09 - sez.B1
Le dichiarazioni dell’assessore Viano fanno aumentare le perplessità
Si rischia la messa all’asta se il Comune non trova l’intesa per togliere le ipoteche
L’Agenzia delle Entrate può rifiutare l’accordo.
Così la disponibilità di Cairo e Forieri verrebbe vanificata
STEFANO LANZO
TORINO. La trattativa per risolvere la questione Filadelfia, che si è improvvisamente arenata, crea preoccupazione e sconcerto tra tifosi, cittadini e tutti coloro che si battono per dare un futuro a quella che è stata e deve tornare a essere la casa del Toro. Gli ultimi sviluppi parlano chiaro: c’è la grana delle ipoteche da purgare e l’accordo tra le due parti, Comune e Agenzia delle Entrate, sembra tutt’altro che vicino. «Sono in corso i contatti con Equitalia e Agenzia delle Entrate: vorrebbero recuperare maggiori risorse possibili, ma la nostra intenzione è quella di convincere la controparte che non ci sono margini di trattativa. La cifra rimarrà quella » , ha dichiarato giovedì l’assessore all’urbanistica Viano, facendo intendere che l’amministrazione comunale non intende alzare l’offerta. Ovvero quegli 800 mila euro, evidentemente ritenuti insufficienti dall’Agenzia delle Entrate a fronte di due ipoteche, una sul Comunale e l’altra sul Filadelfia, ognuna da 38 milioni di euro. Cosa succederà, adesso? Si ragiona sul piano delle ipotesi: la certezza è che i tempi saranno dilatati e pensare che si possa risolvere tutto a settembre sembra a questo punto ottimistico, nonostante le rassicurazioni che arrivano dal Municipio, dove proseguono le riunioni tecniche degli incaricati del Comune per affrontare la situazione.
RISCHI. Ecco, la trattativa si potrebbe eventualmente chiudere alla fine dell’estate se ci fossero concreti margini di negoziazione: nel caso “ballassero” alcune migliaia di euro, si potrebbe anche trovare un accordo. Il Comune si fa forza basandosi sulla perizia fornita dal professionista nominato dal Tribunale: 1,8 milioni per la totalità dell’area, anche la parte non ipotecata. Ma EquitaliaAgenzia delle Entrate non ci sta: e allora ci si può chiedere se l’intenzione sia quella di ottenere qualcosa in più trattando con il Comune, oppure se questa resistenza sia dovuta ad altri fattori. Ragionando sempre nel campo delle ipotesi, qualora non venisse trovato un punto d’incontro, si arriverebbe alla messa all’asta del bene. E a quel punto EquitaliaAgenzia delle Entrate potrebbe trarre maggior profitto dall’interessamento di un privato o un’impresa piuttosto che “accontentarsi” degli 800 mila euro (o qualcosa di più eventualmente) di purgazione da parte dell’amministrazione comunale. E se ci fosse già l’attenzione concreta di un terzo pronto a offrire di più, che motivo avrebbe Equitalia- Agenzia delle Entrate ad accettare i soldi del Comune? Si tratta, chiaramente, di supposizioni, ma non sono certo possibilità da scartare a priori.
DETERRENTE. La certezza è che, a meno di improvvisi sviluppi, il braccio di ferro sia destinato ad allungare esponenzialmente i tempi. Almeno fino a quando Equitalia- Agenzia delle Entrate non deciderà: dirà sì e si accorderà con il Comune oppure porrà fine alla negoziazione aprendo nuovi inquietanti scenari? In ogni caso, l’allarmismo non scoraggia soltanto tifosi e cittadini. E l’incertezza allontana anche chi potrebbe concretamente contribuire alla rinascita di un bene di tutta la città come il Filadelfia. Urbano Cairo
aveva detto: «Una volta tolte le ipoteche, se il Comune darà il terreno al Torino Fc la situazione potrà sbloccarsi in fretta». Già, ma se non si arrivasse alla purgazione? Cairo finirebbe con il defilarsi, così come l’imprenditore romano Ettore Forieri,
che ad aprile era passato come una meteora dal Municipio di Torino per parlare con il sindaco Chiamparino,
“ ritirandosi” poi una volta compreso che su quell’area, almeno fino a quando permarranno le ipoteche, non si può ancora investire. Il pericolo è che alla fine scappino tutti. A meno che non rientrino in un’ipotetica asta. La reatà è che il Filadelfia resta ancora lì, un cumulo di ruderi tenuti in vita solo dall’amore dei tifosi.
Da quando il Filadelfia è stato abbattuto nel 1997, i tifosi lottano per avere chiarezza su tempi e modi della rinascita della casa granata
Le dichiarazioni dell’assessore Viano fanno aumentare le perplessità
Si rischia la messa all’asta se il Comune non trova l’intesa per togliere le ipoteche
L’Agenzia delle Entrate può rifiutare l’accordo.
Così la disponibilità di Cairo e Forieri verrebbe vanificata
STEFANO LANZO
TORINO. La trattativa per risolvere la questione Filadelfia, che si è improvvisamente arenata, crea preoccupazione e sconcerto tra tifosi, cittadini e tutti coloro che si battono per dare un futuro a quella che è stata e deve tornare a essere la casa del Toro. Gli ultimi sviluppi parlano chiaro: c’è la grana delle ipoteche da purgare e l’accordo tra le due parti, Comune e Agenzia delle Entrate, sembra tutt’altro che vicino. «Sono in corso i contatti con Equitalia e Agenzia delle Entrate: vorrebbero recuperare maggiori risorse possibili, ma la nostra intenzione è quella di convincere la controparte che non ci sono margini di trattativa. La cifra rimarrà quella » , ha dichiarato giovedì l’assessore all’urbanistica Viano, facendo intendere che l’amministrazione comunale non intende alzare l’offerta. Ovvero quegli 800 mila euro, evidentemente ritenuti insufficienti dall’Agenzia delle Entrate a fronte di due ipoteche, una sul Comunale e l’altra sul Filadelfia, ognuna da 38 milioni di euro. Cosa succederà, adesso? Si ragiona sul piano delle ipotesi: la certezza è che i tempi saranno dilatati e pensare che si possa risolvere tutto a settembre sembra a questo punto ottimistico, nonostante le rassicurazioni che arrivano dal Municipio, dove proseguono le riunioni tecniche degli incaricati del Comune per affrontare la situazione.
RISCHI. Ecco, la trattativa si potrebbe eventualmente chiudere alla fine dell’estate se ci fossero concreti margini di negoziazione: nel caso “ballassero” alcune migliaia di euro, si potrebbe anche trovare un accordo. Il Comune si fa forza basandosi sulla perizia fornita dal professionista nominato dal Tribunale: 1,8 milioni per la totalità dell’area, anche la parte non ipotecata. Ma EquitaliaAgenzia delle Entrate non ci sta: e allora ci si può chiedere se l’intenzione sia quella di ottenere qualcosa in più trattando con il Comune, oppure se questa resistenza sia dovuta ad altri fattori. Ragionando sempre nel campo delle ipotesi, qualora non venisse trovato un punto d’incontro, si arriverebbe alla messa all’asta del bene. E a quel punto EquitaliaAgenzia delle Entrate potrebbe trarre maggior profitto dall’interessamento di un privato o un’impresa piuttosto che “accontentarsi” degli 800 mila euro (o qualcosa di più eventualmente) di purgazione da parte dell’amministrazione comunale. E se ci fosse già l’attenzione concreta di un terzo pronto a offrire di più, che motivo avrebbe Equitalia- Agenzia delle Entrate ad accettare i soldi del Comune? Si tratta, chiaramente, di supposizioni, ma non sono certo possibilità da scartare a priori.
DETERRENTE. La certezza è che, a meno di improvvisi sviluppi, il braccio di ferro sia destinato ad allungare esponenzialmente i tempi. Almeno fino a quando Equitalia- Agenzia delle Entrate non deciderà: dirà sì e si accorderà con il Comune oppure porrà fine alla negoziazione aprendo nuovi inquietanti scenari? In ogni caso, l’allarmismo non scoraggia soltanto tifosi e cittadini. E l’incertezza allontana anche chi potrebbe concretamente contribuire alla rinascita di un bene di tutta la città come il Filadelfia. Urbano Cairo
aveva detto: «Una volta tolte le ipoteche, se il Comune darà il terreno al Torino Fc la situazione potrà sbloccarsi in fretta». Già, ma se non si arrivasse alla purgazione? Cairo finirebbe con il defilarsi, così come l’imprenditore romano Ettore Forieri,
che ad aprile era passato come una meteora dal Municipio di Torino per parlare con il sindaco Chiamparino,
“ ritirandosi” poi una volta compreso che su quell’area, almeno fino a quando permarranno le ipoteche, non si può ancora investire. Il pericolo è che alla fine scappino tutti. A meno che non rientrino in un’ipotetica asta. La reatà è che il Filadelfia resta ancora lì, un cumulo di ruderi tenuti in vita solo dall’amore dei tifosi.
Da quando il Filadelfia è stato abbattuto nel 1997, i tifosi lottano per avere chiarezza su tempi e modi della rinascita della casa granata
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