TS - pag. 18
Sentenza del Tribunale e ricorso
Contese le ipoteche per la ricostruzione
In ballo 4,3 milioni.
Il grave contenzioso è scoppiato dopo che la Fiat aveva acquistato la Ergom di Cimminelli con appena un euro...
MARCO BONETTO
TORINO. Il Filadelfia è finito in Tribunale: tra la Fiat e il Comune di Torino è guerra, almeno dal punto di vista giudiziario. Non siamo ancora alle ipoteche che si moltiplicano come incubi tra le macerie del Filadelfia, ma che si accavallano sì per umana colpa, tra problemi nuovi e rischi sempre gravi. Avvertenza per il lettore: qui non si narra delle ipoteche sul Filadelfia iscritte dal Fisco a fronte dei debiti del vecchio Torino di Cimminelli, fallito nel 2005, che finora hanno congelato ogni ipotesi di costruzione di un centro sportivo per gli allenamenti granata, là dove sino al 1997 sorgeva il glorioso stadio (ipoteche destinate a venir finalmente cancellate, come annunciato di recente dall’assessore
Sbriglio: accordo transattivo con l’Agenzia delle Entrate, che incasserà 535mila euro). In ballo, qui, sono altre ipoteche, quelle rilasciate oltre un lustro fa al Comune dalla Ergom (l’azienda dell’ex patron granata: indotto Fiat) a titolo di garanzia, a fronte degli accordi per la rinascita del Filadelfia. Accordi rivelatisi fallimentari: a nulla hanno portato, se non alla nascita di un supermercato della Bennet a pochi passi dalla discarica che è diventata il Fila. Quelle ipoteche erano state poste su beni di proprietà della Ergom: un capannone industriale nel Cuneese, a Baldissero d’Alba, e un pacchetto di parcheggi nel centro Piero della Francesca, a Torino. Valutazione a suo tempo dei periti comunali: 4,3 milioni. L’escussione delle ipoteche sarebbe dovuta servire per garantire la rinascita del Filadelfia, anche nel caso in cui il Torino di Cimminelli si fosse rivelato inadempiente (ciò che è appunto successo). Per anni si sono sovrapposte polemiche e accuse, dal momento che il Municipio non provvedeva a escutere quelle benedette ipoteche. Un primo colpo di scena si materializzò esattamente un anno fa, quando l’assessore comunale al Patrimonio, Viano, dichiarò a Tuttosport: «La Fiat ci sta creando ostacoli. Rivendica diritti su quelle ipoteche, visto che intanto ha acquistato la Ergom a un euro. Sono in azione gli avvocati: speriamo di non finire in Tribunale e di transare, così da recuperare qualcosina (si parlava di 500mila euro, da quei 4,3 milioni originari; ndr). D’altra parte ai nostri stessi legali pare che alcune motivazioni della Fiat abbiano un fondamento... ». Davvero un trionfo per il Comune, insomma, che aveva preteso da Cimminelli quelle ipoteche per mettersi al riparo da brutte sorprese. In merito, un gruppo di cittadini aveva anche depositato un esposto alla Corte dei Conti, poi il caso era di nuovo finito sott’acqua. Ma cosa si scopre, ora? Che la Fiat ha veramente portato in Tribunale il Comune, sostenendo che quelle ipoteche si sono estinte nei fatti dopo l’atto transattivo del 31 luglio 2006 tra la Città, il Torino fallito e alcuni operatori commerciali, tra cui - ovvio - la Bennet. La causa contro il Comune è stata promossa dalla Ergom (come detto di proprietà Fiat), che poi ha cambiato nome: Plastic Components and Modules. Il giudice (Tribunale civile di Torino) ha dato ragione alla Fiat: sentenza di 1° grado, subordinata al passaggio in giudicato. Il Comune ha però già presentato ricorso, ritenendo di avere valide ragioni per dimostrare la sussistenza di quelle garanzie ipotecarie (1ª udienza in appello il 22 settembre, forse). Chissà quando finirà questa guerra, incredibile anche per via dei contendenti, e se alla fine per il Fila rimarrà «qualcosina », come diceva Viano. Il paracadute economico tanto sbandierato dal Comune, a suo tempo, sta forse andando in fumo, ora, invece di aprirsi?
Fu Cimminelli a rilasciare ipoteche
Sentenza del Tribunale e ricorso
Contese le ipoteche per la ricostruzione
In ballo 4,3 milioni.
Il grave contenzioso è scoppiato dopo che la Fiat aveva acquistato la Ergom di Cimminelli con appena un euro...
MARCO BONETTO
TORINO. Il Filadelfia è finito in Tribunale: tra la Fiat e il Comune di Torino è guerra, almeno dal punto di vista giudiziario. Non siamo ancora alle ipoteche che si moltiplicano come incubi tra le macerie del Filadelfia, ma che si accavallano sì per umana colpa, tra problemi nuovi e rischi sempre gravi. Avvertenza per il lettore: qui non si narra delle ipoteche sul Filadelfia iscritte dal Fisco a fronte dei debiti del vecchio Torino di Cimminelli, fallito nel 2005, che finora hanno congelato ogni ipotesi di costruzione di un centro sportivo per gli allenamenti granata, là dove sino al 1997 sorgeva il glorioso stadio (ipoteche destinate a venir finalmente cancellate, come annunciato di recente dall’assessore
Sbriglio: accordo transattivo con l’Agenzia delle Entrate, che incasserà 535mila euro). In ballo, qui, sono altre ipoteche, quelle rilasciate oltre un lustro fa al Comune dalla Ergom (l’azienda dell’ex patron granata: indotto Fiat) a titolo di garanzia, a fronte degli accordi per la rinascita del Filadelfia. Accordi rivelatisi fallimentari: a nulla hanno portato, se non alla nascita di un supermercato della Bennet a pochi passi dalla discarica che è diventata il Fila. Quelle ipoteche erano state poste su beni di proprietà della Ergom: un capannone industriale nel Cuneese, a Baldissero d’Alba, e un pacchetto di parcheggi nel centro Piero della Francesca, a Torino. Valutazione a suo tempo dei periti comunali: 4,3 milioni. L’escussione delle ipoteche sarebbe dovuta servire per garantire la rinascita del Filadelfia, anche nel caso in cui il Torino di Cimminelli si fosse rivelato inadempiente (ciò che è appunto successo). Per anni si sono sovrapposte polemiche e accuse, dal momento che il Municipio non provvedeva a escutere quelle benedette ipoteche. Un primo colpo di scena si materializzò esattamente un anno fa, quando l’assessore comunale al Patrimonio, Viano, dichiarò a Tuttosport: «La Fiat ci sta creando ostacoli. Rivendica diritti su quelle ipoteche, visto che intanto ha acquistato la Ergom a un euro. Sono in azione gli avvocati: speriamo di non finire in Tribunale e di transare, così da recuperare qualcosina (si parlava di 500mila euro, da quei 4,3 milioni originari; ndr). D’altra parte ai nostri stessi legali pare che alcune motivazioni della Fiat abbiano un fondamento... ». Davvero un trionfo per il Comune, insomma, che aveva preteso da Cimminelli quelle ipoteche per mettersi al riparo da brutte sorprese. In merito, un gruppo di cittadini aveva anche depositato un esposto alla Corte dei Conti, poi il caso era di nuovo finito sott’acqua. Ma cosa si scopre, ora? Che la Fiat ha veramente portato in Tribunale il Comune, sostenendo che quelle ipoteche si sono estinte nei fatti dopo l’atto transattivo del 31 luglio 2006 tra la Città, il Torino fallito e alcuni operatori commerciali, tra cui - ovvio - la Bennet. La causa contro il Comune è stata promossa dalla Ergom (come detto di proprietà Fiat), che poi ha cambiato nome: Plastic Components and Modules. Il giudice (Tribunale civile di Torino) ha dato ragione alla Fiat: sentenza di 1° grado, subordinata al passaggio in giudicato. Il Comune ha però già presentato ricorso, ritenendo di avere valide ragioni per dimostrare la sussistenza di quelle garanzie ipotecarie (1ª udienza in appello il 22 settembre, forse). Chissà quando finirà questa guerra, incredibile anche per via dei contendenti, e se alla fine per il Fila rimarrà «qualcosina », come diceva Viano. Il paracadute economico tanto sbandierato dal Comune, a suo tempo, sta forse andando in fumo, ora, invece di aprirsi?
Fu Cimminelli a rilasciare ipoteche
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